Terzo Telone
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TERZO TELONE

SCENA I.

Nella foresta delle Ardenne. 

Fra l'intrico degli alberi selvaggi digrada, in tre rampe, un sentieruolo, che finisce in primo piano in uno spiazzale coperto di ciuffi di rovi. A metà del sentiero, a sinistra, è un angolo della torre di bitume fumante del Re Cimosco, accesa da riflessi di brage.

In primo piano a destra, i rovi foltissimi coprono l'ingresso del covo del mostro ove è custodita la Gemma della Felicità, accanto al quale scorre un garrulo ruscello.

La luce filtra a stento, verdastra, fra le rame. Truffaldino è dietro a dirigere il lavoro dei soldati di Ferraù che coprono con frasche una fossa a mezzo il sentiero, di fronte alla torre.

TRUFFALDINO

Pochi rami, e teneri, e molte foglie, ed erba sopra. Così la trappola non si vedrà e gli eroi
vi cascheranno dentro. Questo è lo scherzo che gli uomini fanno ai lupi; ma noi lo faremo
ai cavalieri. Zitti! sento un calpestio. È uno di loro che arriva. Nascondiamoci, e a tempo
debito tutti addosso!

(appare Rinaldo, che avanza guardingo pel sentiero, con Fusberta nuda in mano.)

RINALDO

Il luogo è questo. E un'ora che mi aggiro.
Ci sei, Gano? sei giunto, Truffaldino?

(dalla porta della torre si affaccia Re Cimosco, con l'archibugio in mano.)

CIMOSCO

Chi sei tu che così solo osi spingerti
con clamori, qui, dentro il mio dominio?

RINALDO

Ah! ah! ti riconosco alla terribile arma.
Sei tu di carne o sei uno spirito?

CIMOSCO

Ritorna indietro se non vuoi morire.

RINALDO

Ch'io muoia sì alla svelta gli è difficile.
Però voglio proporti un armistizio.
Lascia prima ch'io veda Truffaldino,
il quale mi dovrebbe portar qui
una donzella. Tengo, vedi, a ucciderti
sotto i suoi occhi.

CIMOSCO 

(spianando l'archibugio)

                        Torna indietro; o tiro!

TRUFFALDINO 

(appare con un fagotto in mano nella parte più alta del sentiero, seguito da otto o dieci soldati saraceni.)

Eccellenza, eccellenza Rinaldo, son qui...

RINALDO

Furfante, dov'è Angelica?

TRUFFALDINO

È di là, un po' sofferente dal viaggio.

RINALDO

                                        Ma chi
è teco? tu conduci i saracini
di Ferraù? riconosco le assise.
Sacripante, tu m'ài dunque tradito?

TRUFFALDINO

No, eccellenza, è preso delle precauzioni...

(a Cimosco, esageratamente)

Per carità, non gli tiri: mi si potrebbe sciupare l'elmo di Mambrino! Attento a quel brutto
ceffo, principe Rinaldo, vi salta addosso!

(Rinaldo fa per slanciarsi contro Cimosco; ma mette il piede sulla trappola e vi casca con gran fracasso.)

RINALDO 

(dal fosso)

Traditore! codardo! uomo di fimo!

TRUFFALDINO 

(Addosso! svolge il fagotto. ch'è una gran rete
rotonda, un giacchio, e la lancia nel fosso su Rinaldo che resta preso; poi chiama i saraceni ad aiutarlo.
)

Forza, ragazzi! 

(i saraceni l'aiutano a tirar su Rinaldo che si dibatte.)

RINALDO

Anche inerme di voi farò salsicce!
Non basterete in cento! vili, vili!

TRUFFALDINO

Su, peschiamo quest'aragosta di lattone! E voi portatelo via, senza ammazzarlo, perché in
fondo è divertente, attenti a togliergli le armi, e a portarle a me, che debbo consegnare
l'elmo al vostro padrone. Poi lo allegaccerete a un albero, il più lontano possibile, e lo
lascerete al sereno, a meditare sulla debolezza della sua forza.

(mentre gli uomini trascinano via Rinaldo urlante, egli si rivolge a Cimosco)

Avete visto, gran re fulminatore, come si liquidano gli spaccamontagne? Ed ora
concedetemi di affidare un momento alla vostra ospitalità me stesso ed una gentil
damigella.

CIMOSCO

Passa al largo. In mia casa io non do asilo.

TRUFFALDINO

Sono un vostro alleato, maestà, vi assicuro. E mi contenterò di state dietro la vostra torre
nascosto, a definire la faccenda incominciata. Questo è un punto di ritrovo assai
interessante, e vedrete quante persone arriveranno a momenti. Ehi!

(appaiono alcuni soldati di Ferraù.)

Portate qui la bella fanciulla. 

(i soldati escono)

E vero che La maestà vostra permette?

CIMOSCO

Sei troppo frusto per esser temibile.
Va. Ma se muovi un passo oltre, d'un fischio
chiamerò fuor dell'antro il basilisco
che mai non dorme e ti farò inghiottire.

TRUFFALDINO

Non ci mancherebbe altro! Ormai quest'opera da pupi va prendendo tali proporzioni che
non si sa bene più se le cose finte possano farsi vere. Starò buonino lì, maestà.

(Cimosco rientra nella torre. Ritornano i soldati, portando l'elmo di Rinaldo e Angelica legata che Truffaldino conduce in basso oltre la torre, ove il sentiero fa gomito.)

Venite, regina Angelica. Qui ci sarà da riposarvi.

ANGELICA

Non tollero più oltre il tuo contatto
sulle mie vesti. Andrò da sola, schiavo.

TRUFFALDINO 

(ai soldati)

Ehi, voialtri, andate a vigilare i cavalli.

(escono i soldati. Egli si rivolge ad Angelica, mettendole la mano su un braccio.)

Regina Angelica… Corpo, come sei tutta bella! Sei di carne, tu! Insomma, sei una falsa
donna o una falsa burattina? Hanno ragione quei matti a cozzare così per te, come becchi!
Sono eroi: fanno il loro dovere… Io faccio il mio. No, non siate scontrosa, ragazza mia.
Io sto lavorando anche pel vostro avvenire: mi accorgo che c'è molto da fare di voi, e
vedrete come avremo da essere contenti l'uno dell'altra.

ANGELICA 

(come trasognata)

Dove sei? dove sei, conte d'Anglante?
Odo un nitrito non è il tuo cavallo?

TRUFFALDINO

No, sarà piuttosto quello del re Ferraù, al quale ò pure dato l'appuntamento qui. Bella
figliuola, pensi tu che sta per venirti — non so ancora da quale parte — il tesoro di quella
grotta?

(s'ode uno strepito d'armi)

ANGELICA

Orlando! Orlando! t'odo alla tua spada!
riconosco il cozzar di Durendala!

TRUFFALDINO

Ohi! oh! che avviene? non vorrei che ci fosse da prendere delle busse famose…

(si alza preoccupato.)

UN SOLDATO 

(accorrendo)

Un cavaliere assalta i miei compagni
come un diavolo: ammazza tutti quanti!

TRUFFALDINO

Così presto non me l'aspettavo... Colpa di quel grosso idiota di Ferraù che perde tempo.
Cerchiamo per ora di mettere al sicuro l'elmo di Mambrino, che, almeno come ferro, deve
ben valere qualche cosa... (il soldato fugge)

ANGELICA

Tu slegami, se non vuoi che ti faccia
punite nella vita, e al conte Orlando
consegnami.

TRUFFALDINO

Sì, regina, e ve lo chiamo subito. Per fortuna ò legato Baiardo fuori strada e potrò sempre
svignarmela.... Ma no! arrendersi o fuggire così, no! Tanto, io che perdo, se perdo? E il
dramma non può finire con la mia fuga. Giochiamo. Conte d'Anglante! conte d'Anglante!

(Orlando appare investendo i soldati di Ferraù che indietreggiano, cadono; alcuni piombano arretrando nella trappola e la colmano finché la via è
libera. Angelica accorre incontro all'eroe.
)

ANGELICA

                Son qui, libera, Orlando!

(lo abbraccia)

Mio divino signore, t'aspettavo
sicura! Solo d'onta mi tremava
il cuore.

TRUFFALDINO 

(rimasto rannicchiato di qua della torre.)

Meno male, non à incontrato Rinaldo. Quel maledetto Ferraù che non arriva! Avessi
almeno il tempo di liberarmi di costui!

ANGELICA

Ritorniamo ad Aquisgrana,
sire!

ORLANDO

        Chi t'à rapita? vo' guardare
in faccia il temerario che osò tanto!

TRUFFALDINO 

(dal basso, piccolo e umilissimo.)

Io l'ò rapita, per conservarla meglio a voi; per ingannare il principe Rinaldo e il re Ferraù
che se la disputavano ai vostri danni.

ORLANDO

Sei tu? ma dove attingi, miserabile
nano, ancora l'audacia di sfidarmi?

(gli va incontro minaccioso – ma dalla torre esce Cimosco.)

CIMOSCO

Indietro! chi oltrepassa d'una spanna
questo limite è morto.

TRUFFALDINO

Come capita bene!

ANGELICA

                                    Orlando, guardati!

ORLANDO

Chi sei? non sei buon cavaliere. L'arme
che impugni, io non conosco.

CIMOSCO

                                            Essa è tale arme
che mi darà mezzo di fulminarti
da lontano, se muovi un solo passo.

ORLANDO

Se Dio folgoratore t'à affidato
la saetta ed il tuono, ebbene scagliali
su di me: forse è l'unica arma adatta
a uccidermi, ma non ad arrestarmi.
Uomo o demonio, accetto la battaglia;
tu col fuoco, io col fulmine d'acciaio.

(con la spada alta, si slancia contro di lui — Cimosco spara l'archibugio, ma Orlando rimane in piedi.)

TRUFFALDINO

A questo punto ritengo che per me sia più prudente emigrare.

(scende dal palcoscenico.)

Eccomi all'estero.

(Orlando si fa addosso a Cimosco, gli strappa l'archibugio e lo ferisce. Il re va a cadere nell'interno della torre da cui irrompono fiamme. Orlando si avanza con la spada levata per la punta, mettendo innanzi la croce
dell'elsa, e tosto in una nuvola di fumo il castello si dissolve.
)

ANGELICA

Orlando! Orlando! vieni!

ORLANDO 

(guardando l'archibugio)

                                        Arme che oltraggi
ogni virtù di Durendala, fatta
soltanto pei vigliacchi, orba e infernale
arme del tradimento e dell'agguato,
nell'inferno da cui vieni io ti scaglio
un'altra volta!

(gitta l'arme che cade sulla ribalta, presso Truffaldino nascosto.)

  TRUFFALDINO 

(raccattandola)

Oh, oh! Per me viene dal cielo e me la tengo. Imparerò subito a usarla.

ORLANDO 

(volgendosi a cercare Truffaldino.)

                        Ed ora a te, ribaldo!

TRUFFALDINO

Quanto a me, puoi aspettarmi per un pezzo.

ORLANDO

Vieni a batterti.

TRUFFALDINO

Stai fresco: io me la batto! So bene che standomene qui non mi vedi e non mi senti. E so
pure che, mentre io io posso arrampicarmi ove tu sei, tu non puoi scendere dove son io.

LA VOCE Dl FERRAÙ

                            Angelica! Baiardo!

ANGELICA

Mio divino signore, ritorniamo...

(Truffaldino si frega le mani furiosamente. Appare sull'alto del sentiero Ferraù con la spada in pugno.)

FERRAÙ

Conte d'Anglante, i miei soldati morti
riscatterò col tuo sangue. Ma voglio
prima togliere qui, sotto i tuoi occhi,
Angelica!

ORLANDO

                Gigante, re di popoli
guerreschi, Ferraù, tu fai vergogna
alla cavalleria di cui ti nomi
campione. Che mi chiedi? Non per forza
d'anni, né per diritto d'un amore
ricambiato me la volevi togliere,
ma a tradimento, a mezzo d'un lenone
prezzolato. Ed io non incrocerò
con la tua la mia spada, se l'onor
tuo non detergi della macchia immonda!

FERRAÙ

  (umiliato e furibondo)

La tua lingua colpisce!… Laverò
tosto qui, al tuo cospetto, la mia onta
con un atto d'altissimo valore,
per poter ricacciarti nella gola
le insolenze, col ferro. Ascolta: io voglio
conquistare la gemma che nel covo
del basilisco, qui presso, è nascosta:
la gemma che fa degna d'un eroe
Angelica, per sempre...

ANGELICA

                                    Un tale dono
rifiuto dalle tue mani!

FERRAÙ

                                    Io la voglio
tuo malgrado, perchè mia sia la gloria!

ORLANDO 

(salutandolo con la spada.)

Passa, guerriero: io cedo a te l'onore
del cimento.

FERRAÙ 

(andando al covo.)

                    Io son qui: mostrati, o rospo!
ti fa paura Ferraù?

(il Mostro appare e schizzando fiamme dalle fauci aperte si rovescia improvviso su Ferraù che non giunge a colpirlo e ne è atterrato.)

TRUFFALDINO

Eroe a gambe levate numero due!

ORLANDO

 (slanciandosi con la spada alta)    

                                            Tien forte,
Ferraù!

(investe con colpi violenti il Mostro che si rivolge contro di lui, ma si abbatte presto, morto.)

ANGELICA

                Mio sublime, portentoso
amore!

FERRAÙ 

(rizzandosi)

                Perché l'atto generoso?
il mio piede à fallato, ma il mio cuore
no. Credi forse ora d'avermi domo?
Ti son nemico quanto prima, conte
d'Anglante, e non ti lascio andare al covo
libero! A te!

ORLANDO

                        Sarà vano fra noi
ogni colpo comune. Sul mio corpo
come sul tuo, per un'incantagione
dalla nascita, spada, giavellotto,
lancia, pugnale, non fan taglio o foro.
Ma ti dirò che solo sul tallone
qualunque arma mi può ferire.

FERRAÙ

                                                Io l'ò
in mezzo al ventre, sopra il pettignone,
la parte vulnerabile

ORLANDO

                                    Saprò
ferirti, poi che chiedi ad ogni costo
guerra.

FERRAÙ

                Ed io con la mia spada dovrò
scavar la terra sotto i piedi tuoi
per colpirti?

ORLANDO

                    Io ti do facil bisogna:
tolgo ogni pezzo d'armatura e t'offro
nudo il tallone.

(eseguisce)

TRUFFALDINO

Ah, Truffaldino ascolta bene e fa tesoro di tutto quello che apprende… Eroi! Eroi! nulla
andrà perduto!

ORLANDO 

(alta la spada a Ferraù)

                        A te il primo colpo.

(Ferraù lo attacca, Il duello tremendo comincia. Angelica lo segue con ammirazione delirante.)

TRUFFALDINO 

(con una sghignazzata terribile)

Nulla andrà perduto!

(strisciando lungo i tronchi macchie di rovi, e poi fin il mostro morto, si caccia caverna del tesoro.)

ORLANDO

Sei ferito.

FERRAÙ

                No!

ORLANDO

                        Perdi sangue...

FERRAÙ

                                                È nulla!...

ORLANDO 

(colpendolo)

Altra ferita...

FERRAÙ 

(vacillando)

                        No, una graffiatura

ORLANDO

Non voglio che tu muoia, Ferraù!

FERRAÙ

Non vuoi? Son io che lo vorrò, se tu
più di me vali, se di me sei più
forte!

(si gitta disperatamente contro Orlando; ma colpito un'altra volta cade.)

ORLANDO 

(accorrendo)

            Ferraù!

FERRAÙ

                            Infatti… tu mi superi.

ORLANDO

Odi: Angelica benderà le tue
ferite...

FERRAU'

                Le ferite non si chiudono,
fatte da Durendala.

ORLANDO

                            Odi: qualcuno
dei tuoi uomini porterà un sicuro
cavallo…

FERRAÙ

                Quello della morte è il più
sicuro: e già lo vedo che conduce
Israfil. Ma mi è caro esser caduto
per la mano di un nume!

ORLANDO

                                    Ferraù,
dimmi che muori senza odio.

FERRAÙ

                                        Colui
che dovea fra noi vincere eri tu
perché sei forte senza essere impuro.
Sei l'unico ch'io ammiri, ora, fra tutti
gli uomini. Ma ormai dimmi, te ne supplico,
che m'assolvi.

ORLANDO

                    Vuoi che te ne assolva uno
più infallibile?

FERRAÙ

                    Sì, credo in Gesù
Cristo

ORLANDO

            Ed io ti battezzo in nome Suo.

(con l'elmo di Ferraù raccoglie acqua dal ruscello e gliela versa sul capo. Gli dà a baciare l'elsa di Durendala, poi lo bacia sulla fronte. Ferraù muore. Angelica guarda sbigottita, Orlando ai volge a lei.)

È un altro che per te cade. Anche lui
t'amò, benché d'amor barbaro e rude.
Ma è morto sotto i tuoi occhi. Salutalo.

ANGELICA 

(silenziosamente si appressa al cadavere e gli sigilla le palpebre.)

Orlando, usciamo ora da tanto buio.

(frattanto Truffaldino è uscito dalla caverna, nascondendosi dietro il cadavere del mostro.)

ORLANDO 

(coperto Ferraù del suo mantello, con
improvvisa esaltazione
.)

Non c'è che un gesto perché sia compiuta
prima l'impresa. Vuoi, dimmi, la fulgida
pietra che qui tanti di noi condusse?

ANGELICA 

(anche lei in un impeto di esaltazione.)

Se potrà farmi solamente tua,
sì, voglio abbeverarmi a questa luce!

(Orlando si slancia nella caverna.)

ANGELICA 

(implorando dietro Orlando.)

Illuminalo coi tuoi occhi, Dio
della forza, dà l'ultimo divino
premio al mio folle amore e al suo eroismo!
Io ti sento, eroismo: ardua follia
sulla gretta saggezza e sull'intrigo...

TRUFFALDINO 

(contrafacendola)

Io ti sento, eroismo: vittoria di chi striscia su chi vola, di chi parla in prosa su chi parla in
versi.

(sorge d'improvviso, fatto più alto, dinanzi ad Angelica, levando la gemma abbacinante.)

Prendi la tua gioia dalle mie mani! Essa è mia, la pietra della felicità!

ANGELICA

No! da te, no! troppo mi fa paura...

TRUFFALDINO

Ah! ah! parecchio è già mio: elmo di Mambrino, cavallo di Rinaldo, archibuso di
Cimosco, gemma, donna.. Anche il resto sarà mio!

(raccoglie le armi; poi si slancia su Angelica e con vigore insospettato la solleva, portandola via pel sentiero.)

ANGELICA 

(dibattendosi invano fra le sue braccia.)

Accorri, Orlando! Orlando, aiuta! aiuta!

(Truffaldino carico del bottino e di Angelica, scompare fra gli alberi, Dopo un tratto dalla caverna irrompe Orlando, stravolto.)

ORLANDO

Angelica! odi, Angelica?

(si ode lontana la risata di Truffaldino e il galoppo di Baiardo che s'allontana e si spegne.)

                                        Perduta!

(viene sul davanti della scena —Un raggio di sole, filtrando fra i rami, cade sulla lama scintillante della sua spada — Egli la guarda ed esclama con mistica esaltazione:)

O Durendala, abbiamo combattuto
invano... Ma io ti levo al sole: lùccica!

(bacia Durendala)



SCENA II

E ancora la foresta delle Ardenne, ma dove la macchia è più folta, sì da non lasciare quasi passaggio alla luce.

Alberi giganteschi intrecciano in atto le loro fronde, attraverso le quali non si discerne occhio di cielo. 

In mezzo è un fusto enorme, a piè del Quale giacciono Truffaldino e Angelica, legata mani e piedi. Il bottino del bandito è accanto a loro.

ANGELICA 

(gemendo)

Accorri, Orlando! Orlando, aiuta! aiuta!

TRUFFALDINO

Se Continui a chiamare, mi costringerai a imbavagliarti. Tanto, a che pro? Egli non potrà
udirti, l'abbiamo di troppo sopravanzato. Rassegnati ormai a essere definitivamente mia.
Capisci? mia! Ah! ah! questa non ve l'aspettavate nessuno. Non me l'aspettavo io stesso,
del testo.

ANGELICA

T'odio!

TRUFFALDINO

Non à importanza, Sei nelle mie mani e mi basta. Finiremo col metterci d'accordo. E' mia
la ricchezza assoluta, la tua felicità, senza la quale non potresti soffermarti accanto a
nessuno.

ANGELICA

            Morrò, qui, sotto gli occhi tuoi,
morrò d'angoscia… Ma so che tu pure
morirai come me, solo, sperduto
nella foresta, nell'eterno buio!

TRUFFALDINO

Ci vuol altro per me che una foresta di notte a scoraggiarmi. Mi districherò anche da
questo impiccio, non dubitare.

ANGELICA

Verran le belve a sbranarti!

(passano pel fondo ombre terribili di fiere.)

TRUFFALDINO

Le belve ànno paura di me.

ANGELICA

                                        Odo i muti
lor passi... I leopardi, eccoli! e i lupi!

TRUFFALDINO

Storie: sono i tonfi delle pigne che cadono sull' erba. secca. Dormi, ragazza mia;
dormiamo.

ANGELICA

No, c'è qualcosa che non vedi. Tutta
la foresta ne trema nell'occulta
anima.

TRUFFALDINO

È il vento nel fogliame... 

(un Fauno)

ANGELICA

                Arriva un fauno, tutto aguzzo
nella barba, negli occhi, nelle adunche
mani…

TRUFFALDINO 

(sbadigliando)

È un caprone in caldo, ritto sulle zampe posteriori, che cerca la sua femina da montare.

(gli Gnomi)

ANGELICA

                    Di tra i macigni, vedi, spuntano
gnomi…

TRUFFALDINO

Son rospi. Dormiamo.

(i Nani)

ANGELICA

                    Da terra sorgono cappucci
rossi di nani Il suolo, ecco, ne pullula!

TRUFFALDINO 

(sbadigliando)

Sono funghi.

ANGELICA

E le streghe, le streghe sopraggiungono
in cavalcata orribile Chi adducono?

TRUFFALDINO 

(si addormenta appoggiato all'albero. Sopraggiungono infatti le Streghe a cavallo di scope, tratte come da una ventata ciclonica. Le seguono gli Stregoni su enormi lumache, fra i quali troneggia il mago Merlino su un carro fatto d'una ghianda colossale, tirato da quattro tartarughe. In mezzo a loro, disarmato conducono il Duca Astolfo d'Inghilterra. Un gran truogolo è portato in mezzo alla scena e una fiamma vi vien fatta divampare sotto. Le streghe, una a una, vi buttano civette, rospi, vipere, gatti neri, pipistrelli, e uno stregone rimescola con un lungo mestolo. E cantano.)

LE STREGHE

Tutte le forme del buio
le immagini della notte,
precipitiamole a frotte
nella caldaia del male.

GLI STREGONI

Ne faremo il filtro magico,
il filtro del buon destino,
pel ladro, per l'assassino,
pel farabutto ideale.

IL MAGO MERLINO 

(con voce chioccia ad Astolfo)

Cavalier dell'azzurro, duca dell'impossibile,
che cercavi fra noi?

ASTOLFO

                                Eminente buzzurro,
io cerco, non fra voi, l'eroe solo invincibile.
Orlando paladino in Ardenna smarrito,
mentre gli fa altro invito più limpido destino,
voglio su l'Ippogrifo guidare a bella guerra.

IL MAGO

Tu qui non puoi volere. Astolfo d'Inghilterra,
di te, dell'Ippogrifo e d'ogni tua mattana,
noi faremo altro lesso per la nostra tisana.

TRUFFALDINO 

(nel sonno)

L'Ippogrifo mi potrebbe servire se esistesse sul serio…

IL MAGO

Ehi, chi borbotta a' piedi di quell'albero?

UNA STREGA

Un pezzente e una femina che giacciono.

IL MAGO

Altri intrusi? Sian presi e messi a cuocere.

UNO STREGONE

Egli à in mano qualcosa che riluccica.
Guarda! la riconosco… per Lucifero!...

IL MAGO

Che riconosci?

ALTRO STREGONE

                    Quest'uomo è intangibile!

LE STREGHE

Perchè? Vien dall'inferno? che cos'à?

PRIMO STREGONE

À la Gemma della Felicità…

ANGELICA

Strappategliela! Essa è soltanto mia!

TRUFFALDINO 

(ridestandosi di soprassalto, e parlando
non più da burattino, da uomo.
)

Ohè, chi tenta rubarmi la mia. montagna di luce?

(si copre dell'elmo di Mambrino e imbrandisce l'archibugio. Gli stregoni retrocedono fra gli alberi. La fiamma sotto il paiuolo si affievolisce.)

Essa è mia, l'ò guadagnata bene, e per togliermela ce ne vorranno di bravi.

IL MAGO 

(con voce lontana)

Signore, non crucciarti:
essa ti basta per la tua difesa.
Per quale atto magnifico
di valore, raccontane, l'ài presa?

TRUFFALDINO

Poh, a uno spaccalegna, quale credo che tu sia, posso dir tutto. Io l'ò presa per atti
magnifici di valore altrui.

  STREGHE E STREGONI 

(con interesse)

Ooooh!…

TRUFFALDINO

Non è comodo forse far preparare dagli altri la strada che deve condurre innanzi noi soli?
Per raggiungere il mio scopo, mi sono lasciato sputare addosso da tutti, mi sono sputato da
me stesso. Ma ora che tutto è mio, potrò scegliere le mie sputacchiere: ne vorrà una grande
come il mondo!

IL MAGO

Signore, sei perfetto: tu ci superi
in ogni opera oscura. Rendi inutile
ora il filtro assoluto. A te s'inchinano
maghi e stregoni…

TRUFFALDINO

Che maghi e stregoni mi andate cantando? Voi siete fuori posto, oramai, anche nelle
cantafavole delle serve e delle nonne, Levatevi di tra i piedi con la vostra attrezzeria da
bambini! Io voglio dare l'ultimo colpo a tutte coteste ombre romantiche che non mangiano
e bevono, a tutte le complicazioni cerebrali e sentimentali che s'innalzano su trampoli di
cui farò i miei stuzzicadenti! Godere, e star bene in questo mondaccio cane: ecco la realtà!

(la fiamma sotto il truogolo spenta; mago, stregoni, streghe, diventano scialbi fantasmi vegetali. Dall'orchestra sale un tentativo di melodia.)

E cessi pure ogni musica che tenta fastidiosamente coprire le mie parole. Io non ammetto
altre musiche fuori dello Jazz band e del mio rutto, l'urlo di trionfo mio stomaco da secoli
digiuno, dopo che ò ben pranzato!

ANGELICA

Truffaldino, mi fai schifo!… e mi piaci .....

TRUFFALDINO

Bene! sono i primi effetti della gemma. Ah! ah! Ah! Non dubitare, mi contenterò di quello
che potrai darmi; lascio a chi vuoi l'anima, lo spirito, il cuore. Non mi piacciono le
interiora. Piuttosto la finiremo con la tua scema favola della verginità che ritorna di volta
in volta. Queste faticate continue non mi attraggono. Anche tu, in fondo, sei un poco
ridicola coi tuoi paludamenti; ti accorcerò le gonnelle e ti taglierò i capelli alla garconne;
Per farti un bell'avvenire ti lancerò come diva da cinematografo o stella da tabarin. Ohè,
fatemi uscire da questo luogo buio e umido! Comincio a essere stufo di starmene fuori
della vita. Vieni, mia bella: val me un grand hotel, con lift, mense e un letto caldo!

(la riprende fra te braccia)

ANGELICA

No, non t'amo!... amo Orlando solo… Orlando!

(si dibatte debolmente, poi, nel buio fattosi profondo, Truffaldino e Angelica scompaiono.
Sulla scena non è più che immobilità e silenzio. Ma un'ombra che à finora giaciuto, si leva: è Astolfo. Accenti lievi, esitanti, di flauti e di violini, si riappressano, crescendo a poco a poco, assumono compiutezza melodica, sinché trionfalmente si espandono sino alla fine.
)

ASTOLFO

E che importa se vince Truffaldino,
se Angelica è rapita e si dissolve
l'Ippogrifo? Che importa
se tanta bella illusione è morta?
Se vuoi stringere un raggio, trovi polvere:
ma la polvere è oro al mio destino.
Anche con gli occhi chiusi, il cielo, il mare
e la terra fiorita
vedo: e ascolto la musica infinita
che da me si diffonde. Ed anche il buio
è buono per sognare e per cantare!

(accorda la sua piccola cetra e suona; lo strumento a poco a poco riluce e s'illumina e illumina la foresta. Un raggio azzurrino filtra di tra le fronde alte ed al suo lume si vede apparire Bradamante, a cavallo, armata, ma senz'elmo e coi capelli disciolti. Ella attraversa la scena come vaneggiando.)

BRADAMANTE

Il tuo nome, Ruggero, è Orlando?… Orlando!

(e sparisce - e Astolfo insiste suo suono e nel suo canto. Ed e là dove poco prima è apparsa Bradamante, appare Orlando, anch'egli a cavallo, procedendo incerto ed a stento. Sinché improvvisamente in un fascio di luce, dinanzi ai paladino, sorge tra gli alberi la fata Fiordalisa — Astolfo tace.)

FIORDALISA

Ove speri tu giungere, Orlando?

ORLANDO 

(precipitandosi giù da cavallo in
ginocchio dinanzi a lei
.)

                                            Alda!
Alda!

FIORDALISA

            No: fata Fiordalisa.

ORLANDO

                                            Fata
Alda, è questo il tuo nome, non m'inganno,
come il tuo viso è quel di lei lontana!
Fata Alda, io voglio uscire dal serrame
selvaggio, in cui mi perdo, ad ogni passo,
di più: voglio riprendere la strada
per raggiunger gli stuoli de' miei franchi
compagni, che ora dietro Carlomagno
vanno dove l'onore li à chiamati.
Ed io solo mi sono qui attardato,
e sento di far macchia alla mia fama
se non giungo alle porte della Spagna
con loro. Fata, dammi la tua mano
per uscire; fata Alda, non negarmela!

FIORDALISA

Paladino, io conosco anche il sentiero
pel quale fu rapita ora colei
che qui ti trasse. Io posso con un gesto,
arrestare il cavallo da le penne
veloci che ti porta via per sempre
la donna della tua follia. Se Angelica
sta ancora in vetta del tuo desiderio,
io t'offro di raggiungerla e riprenderla.

ORLANDO

Fata! Fata! vuoi giunger per traverse
vie a vuotarmi l'anima? Non sei
Alda, ora bene ti ravviso: strega
sei, se così m'affascini e mi tenti

FIORDALISA

Vuoi, rispondimi, ch'io t'apra la strada
d'Angelica?

ORLANDO 

(disperatamente)

                    La strada della Spagna!

FIORDALISA

E allora, paladino, va, combatti
anche per noi, noi che per te viviamo!
Le cose belle non sono soltanto
quelle che a tutti gli altri uomini appaiono
più lusinghiere. Al mondo noi sveliamo
le bellezze invisibili; i tuoi fari
siamo, eroe, per ogni via più aspra!
La foresta si schiuda pe' tuoi passi
e ogni fiore per te diventi un astro!

(la musica prorompe, i tronchi si spaccano e ognuno rivela la sua ninfa. La foresta si apre a
una strada luminosa per la quale Orando si avvia
.)

Qui s'abbassa ancora il ve1ario


 
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