La
Cascina Biblioteca compare nel Catasto Teresiano che risale al
1754.
Deriva il proprio nome dal
fatto che, a quell’epoca, era di proprietà della Biblioteca
Ambrosiana.
Nella mappa, risulta già
definito l’impianto a corte chiusa, caratteristico delle
cascine lombarde.
Il Catasto ottocentesco
mostra il consueto processo di completamento della corte, con
la costruzione di edifici in sostituzione dei tratti di muro
perimetrali precedenti.
Tra le cascine milanesi, la
Cascina Biblioteca è uno degli esempi più chiari di
tipologia a corte. Dei due corpi più antichi, uno conteneva
la stalla ed il fienile e l’altro l’abitazione del
fittabile. Un rustico delimita il lato ovest e a sud è posto
il fabbricato che ospitava le abitazioni dei braccianti, che
si affacciano sul ballatoio al piano superiore. Nel tempo, la
Cascina è stata ristrutturata.
Il Comune di Milano ha
acquisito la Cascina Biblioteca nel 1960 insieme ad un fondo
circostante di 13 ettari e l’ha destinata alle attività di
assistenza e riabilitazione per persone disabili.
La corte, nella tradizione
lombarda, è il luogo dove si svolge la vita della cascina.
Accanto agli uomini occupati nelle varie attività lavorative,
ci sono le donne che aiutano, i vecchi che osservano e
sorvegliano e i bambini che giocano.
Socializzazione e
disponibilità reciproca sono le regole naturali di
convivenza.
Questa atmosfera di
solidarietà e di mutuo aiuto rassicura e rallegra, ci si
sente non soli ad affrontare ansie e fatiche ma inseriti in un
circuito umano dove si sa che c’è sempre qualcuno presente
con animo generoso ed aperto.
|