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L'ARTE di SCRIVERE
Sito di arte e letteratura di La Torre Maria Cristina
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Raccolte di poesie
“ Radici”
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Terra natia.
Terra mia, dove sei?
Ti vedo sterile, impallidita.
Non sei rigogliosa come prima,
ha perso vigore
senza pioggia che ti bagni,
senza nutrimento.
Per lungo tempo di hanno dimenticata.
Chi è tuo padre, chi è tua madre!
Per portarti ad essere sterile di sapere,
di cultura, di poesia, di storicità.
Ormai scomparsa del tutto,
terra mia, ormai non dai più frutti buoni
né dolori, né piaceri.
Vent’anni sono lunghi,
ma ti hanno fatta cambiare così tanto,
anche le mura su di te sono trascurate,
non rispecchiano il passato
“Il mio passato”.
Ormai sei simile alle altre città
dipinte, volgari.
Ma ci sono luoghi altrove
dove anche i sassi sanno raccontare,
conservano l’anima.
Il mio passato si nasconde dietro la foschia
che ti ricopre nei giorni d’inverno.
Terra mia, io ti sognavo ancora più bella di prima
perché nei miei sogni su di te splendeva il sole,
e tu ricoperta di sapori,
di colori, di profumi,
delle stagioni del passato
che mi raccontava e mi gridavano
la tua storia vera.
Tra il sacro e il naturale.
….per la Madonna Incoronata di Foggia
A volte siedo
davanti a quella immagine sacra
di una Madonna con una corona sul capo
sembra una bambola
davanti alle donne giovani
alle donne vecchie
che recitano il rosario
per respingere i mali
del loro presente e futuro.
Ho guardato al di là degli occhi razionali
ho visto, ho sentito quell’immagine di madre
nascere come un germoglio dalla terra
e prender d’aspetto soave e naturale
come è vero che la sacralità
si combini magnificamente
con il verde dei prati
gli alberi d’ulivo d’argento luminoso.
Quando il solo risplende
su questo creato naturale
e quasi da mano umana
sembra si ricopra di luce nuova
di una luce viva
finché non sembri
più qualcosa di reale
ma un paesaggio metafisico
in cui riluce l’espressionismo
infinito e immaginario della fantasia.
Ricordi d’infanzia.
Nei giorni d’infanzia del mio passato
crescevo tra i vicoli
e le strade strette del mio bel paese.
I vecchi seduti davanti all’uscio
delle loro piccole case,
raccontano le storie del loro passato.
Gli emigranti ripartivano dopo ogni festa
e i contadini a dorso di mulo
all’alba ogni giorno
si avviavano per avviare il loro
piccolo pezzo di terra.
Ascoltavo e vivevo la storia del mio paese,
la mia infanzia l’ho vissuta
tra il paese e la campagna,
tra mille avventure
tra i luoghi inesplorati
tra i boschi e le vallate.
Ed io con gli occhi da bambina
guardavo, vivevo i giorni più belli
della mia vita.
Mare d’inverno.
Andare a vedere il mare
in un pomeriggio d’inverno
sembra strano il mare d’inverno
sembra cambiare aspetto
cammino lentamente sulla spiaggia
guardo le onde pesanti e rumorose
in lontananza una leggera foschia
il mare mosso, grigio
qualche gabbiano volava nei dintorni
vicino alle scogliere bianche
sembra essere solo con il mare
appesantito dall’estate passata
sembra sentire ancora
l’eco dei bagnanti
che gridano e nuotano
nell’azzurro mare.
Questo non è un giorno freddo ma mite.
L’aria fresca che proviene dal mare
riempie i polmoni di un profumo intenso
il mare sembra vivo
sputa fuori di se i residui dell’estate
le spiagge di ricoprono di relitti
cose strane, improbabili
da essere arrivati dal mare
appena sulla riva c’è un grande tronco
di un chissà quale albero
chissà da quando tempo il mare l’aveva con se
fin da camuffare il suo aspetto
da farlo sembrare appartenuto
a una civiltà antica
e se mai può sembrare un pezzo dell’albero maestro
di una nave pirata.
Alcuni uomini rovistano tra i relitti
per trovare qualcosa che sembri oro
cosa li porta a cercare tra ciò che rende il mare!
La speranza di trovare “il tesoro dei pirati”.
Il progresso
Ti vedo
tutti i giorni
dall’alba al tramonto,
ti vedo crescere
con le case
sparpagliate
sulla collina.
Ma tu infondo
non sei cambiata
col progresso
che avanza
ti senti vecchia
ma bella edificata.
Il tesoro.
Mi devo arrangiare
per vivere
in questo piccolo paese.
La vita è cara
dappertutto.
Ma la natura
è tanto ricca,
c’è il mare, la pianura,
le colline e le montagne,
non fa troppo freddo
e ne troppo caldo,
il sole ride sempre
a Mattinata,
l’aria è pulita
e si vive quasi……..
in grazia di Dio,
che ci vuole di più
per campare!
A Mattinata
c’è un tesoro.
Tanto tempo fa a Mattinata.
Quanto eri bella quando io ero bambina,
ti vedevo in bianco e nero
come nella televisione.
Le strade rotte e le case vecchie
ti ornavano allegramente.
Ti mettevi in posa
quando arrivavano i turisti tedeschi.
E d’inverno quando per le strade
tutto era silenzioso,
si vedevano solo i comignoli fumeggiare,
il tempo dolce non danneggiava il tuo verde
e gli uliveti.
Mentre il mare increspava
e il vento fischiava
io mi accorgevo che il tempo passava
e le tradizioni popolari
se ne andavano con le mode
e le modernità.
Non fa niente non piangere,
tanto rimani sempre la stessa,
tu rimani sempre nel ricordo
nelle fotografie in bianco e nero
e in quelle poche casupole vecchie
ancora in piedi.
Il tempo passa
non c’è niente da fare
così è la vita……..
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Radici
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