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Francesco Casu
"Paesaggi dell’anima"

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"Codex Multimedia - Paesaggi dell'anima" (2000) video trittico

Dalla scrittura all’immagine elettronica, dalla manualità primaria ed elementare alla comunicazione digitale, dalla composizione poetica alla musica visiva: questo è l’ampio raggio d’azione che Francesco Casu offre allo spettatore attraverso una installazione che comprende una video-sequenza e un piccolo libro scritto e dipinto a mano. "Paesaggi dell’anima" (dodici minuti di durata) sono frammenti quotidiani che l’artista traspone in una dimensione atemporale dove il riferimento naturalistico diventa una traccia, una scia luminosa che si disgrega e si ricompone in una visione molteplice, fatta di rallentamenti e di improvvise accelerazioni, di meditazione e di azione.

Casu determina una nozione di tempo inteso come percorso poetico nello spazio delle cose, la natura è l’origine che bisogna riconquistare di fronte all’inaridirsi del mondo, il paesaggio non può dunque che essere interiore, sottratto al fluire meccanico delle stagioni, paesaggio dell’anima dove lo sguardo è in grado di rigenerare ogni minimo dettaglio del reale.

La video installazione è composta di tre monitor, al centro sta un’immagine mistica, un’icona di genere astratto che comunica un senso di contemplazione giocato sull’idea del mandala orientale, di fronte al quale ci si lascia andare, lievemente, come in una lenta ipnosi percettiva. All’artista interessa la visione zen, la totalità del presente come vuoto dove "tutto resta e nulla più scompare", una condizione che permette di salvare il proprio respiro nel colloquio infinito con la natura.

Ai lati scorrono forme legate alla quotidianità, alle presenze oggettive che entrano ed escono dallo spazio della vita, forme che si sovrappongono, slittano l’una sull’altra, per esempio un campo di fiori, un cielo, uno specchio d’acqua che sprigionano riflessi e metamorfosi di luce, in un inesauribile fluire di emozioni cromatiche. Il colore è il dato che unifica i differenti ritmi delle immagini, si tratta di una scrittura cromatica che l’artista costruisce, dopo averne fissato l’intuizione sul quaderno esposto davanti ai tre schermi come un progetto da cui si ricavano le elaborazioni al computer.

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Sul quaderno la scrittura ritrova il brivido della calligrafia, di quei ritmi manuali che l’ideologia digitale sta cancellando per proprie irrevocabili ragioni, l’artista non rinuncia a questa pratica desueta, scrive la poesia a mano e la declama a viva voce dentro lo scorrere delle immagini che si avvolgono con un andamento elicoidale.

Mentre la lettura del libro è lenta, pacata e richiede il tempo reale del suo effettivo compimento, la struttura del triplice racconto visivo supera ogni aspettativa e si pone come incastro di varie possibilità dell’immagine elettronica: all’effetto dello specchiamento (verticale, orizzontale, diagonale) si aggiunge il senso della rotazione che consente di creare fughe prospettiche e dinamismi che trascinano lo sguardo alla deriva.

Dalla visione planare si passa a quella che sprofonda in se stessa, dal colore compatto si sconfina verso effetti sgranati e lacerati che dilatano l’immagine in un gioco mobile di luci che mettono lo spettatore in continua apprensione.

Ne deriva un laboratorio di forme interiori dove parole e immagini non entrano mai in contraddizione, semmai riescono a integrarsi a vicenda in un libero gioco di scambi visivi e sonori dove sia la musica sia la voce di Casu accrescono il senso di dilatazione dell’immagine, come riflessi particolari nel flusso totale dell’operazione.

Questa sinestesia consente all’avventura tecnologica di umanizzarsi nel pensiero dell’artista alla ricerca del proprio essere, concentrato sul gesto e sul segno, ma soprattutto sul processo di meditazione che porta la visione del colore a farsi percorso spirituale, scavo interiore, infinito campo di appropriazione dell’invisibile di cui sono fatte tutte le cose.


Francesco Casu

Ideatore e direttore artistico del canale multimediale Tiscali Art, compie la sua formazione presso la Kunsthochschule für Medien di Koln (Germania), il Centro Georges Pompidou di Parigi e la Galleria Comunale di Cagliari. Realizza diversi video – documentari di ambito museale e divulgativo. Numerose le video-installazioni, le regie e gli allestimenti multimediali curati in Italia e all’estero.

Videoinstallazioni

1999Videoinstallazione "Blu Oltremare", per Divieto di sosta, Nuoro.
1999Esposizione della Videoinstallazione "Passio et resurrectio" per Time in Jazz, Berchidda (Sassari).
1998Ideazione, progettazione e regia dello mostra multimediale "Hortus Artis", Orto Botanico, Cagliari.
1997Videoinstallazione "La Radeau de la Meduse" per la rassegna Paraphernalia, Iglesias Muratu (Francia).
1996Videoinstallazione performativa "L’ombra del Silenzio"/2 per la mostra "Il Sacro nell’Arte Contemporanea"; Santuario del Rimedio, Orosei.
1994Partecipazione al "Babel Project" dell’UNESCO con la videoinstallazione "I am looking for the right train" prodotto dalla Kunsthochschule fur Medien, Koln (Germania).
1993"Aprendo un Cielo Virtuale", Festival Jazz Internazionale di S. Anna Arresi (Cagliari)
1992Videoscultura "Beth-El" nell’ambito della
Mostra "ArtEl", Galleria Comunale Cagliari.
1990"Sempre la stessa musica" e "Il giardino" per "Katodos", Galleria Intergrafica, Cagliari.
1989"Kiklos", cripta di S.Restituta, Cagliari.