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Arturo Lindsay
"Santuario delle anime"

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"Santuario delle anime dei bambini" (2000) legni, tulle, sabbia, candele, conchiglie, specchio

L’identificazione dell’arte con il passato acquista nell’installazione di Lindasy l’intensità di un’immagine moderna modellata sui temi della tradizione, sugli stilemi di una cultura lontana che torna a farsi viva attraverso la forza della memoria.

L’artista costruisce un santuario come omaggio ai bambini africani morti durante le traversate atlantiche legate alla tratta degli schiavi, la cosiddetta "Black Diaspora".

Le anime dei piccoli defunti riposano in questo luogo magico trasfigurato nella luce bianca di un velo, leggero e impalpabile, che avvolge la costruzione e la protegge da tutto il resto. In mezzo al santuario sta sospeso un piccolo Cayucho in legno colorato di blu marino, entro cui sono allineate cinque sculture di bambini, in forma di bambole anch’esse dipinte di blu che assumono diversi atteggiamenti simbolici.

Sul loro capo oscilla un talismano che rappresenta il punto più aereo dell’installazione, una fonte di leggerezza che spande energie invisibili tutt’intorno, secondo un processo alchemico che unisce il cielo alle profondità marine.

Per ricordare la profondità dell’oceano Lindsay ricopre il pavimento del santuario con un letto di sabbia che assume l’aspetto di un territorio collettivo, che tutti possono calpestare e in cui possono riconoscere il proprio comune destino.

Se l’oceano contiene le anime perdute, la nave serve per recuperare i corpi, per ricostruire la storia di un popolo, per trasmettere l’energia spirituale legata alla loro immagine primaria. Il santuario è immaginato come una camera dell’anima, luogo della memoria storica ma anche punto di attraversamento del presente dove diverse tradizioni si incontrano con tutto il carico di simboli che ne sottolineano la persistenza e la durata. L’uso di frammenti di specchio fissati sotto la piccola nave serve a diffondere riflessi di luce dall’alto verso il basso, e viceversa, come schegge che ricordano il pensiero della vita di fronte al dramma della morte: conchiglie marine e candele votive collocate sulla sabbia bianca riflettono luce mentre una madonna nera di Cuba guarda con sobrietà verso l’esterno.

La combinazione del blu e del bianco esprime la condizione spirituale dell’artista alla ricerca di un sentimento sacrale dello spazio, una condizione interiore che gli permette di congiungere l’atmosfera di purezza delle anime dei bambini con la violenza della schiavitù che affligge l’umanità, nel passato come nel presente, come un processo ininterrotto di negazione della vita.

Lindasy, che è profondo conoscitore dei riti afro-atlantici e di quelli latini, lavora da anni per attuare una comunicazione totale in cui il concetto di arte non è legato all’individuo in se stesso ma alla possibilità di partecipare ad un rituale estetico collettivo.

Egli usa mescolare i generi artistici in un’ipotesi interattiva che vede agire simultaneamente la superficie pittorica, il senso plastico della scultura, il prelievo dell’oggetto d’uso, la manipolazione dei materiali della natura, la creazione di simulacri dove religione e cultura esprimono la medesima tensione etica ed estetica.

Nel progetto dell’installazione è prevista anche l’esperienza della performance, vale a dire l’uso del corpo dell’artista che, insieme con il pubblico, affronta in tempo reale il campo dell’opera come se si trattasse di un luogo di purificazione, un tempio della preghiera e del riscatto dove ogni singolo essere umano assurge a simbolo dell’umanità offesa e vulnerata.

L’alta tensione spirituale cui è improntata l’immagine del santuario, pervasa dalla luce della meditazione interiore, contrasta con il rumore degli eventi quotidiani che nel pensiero di Lindasy sono sintomo del tragico destino dell’uomo.

Si tratta di un uomo alle prese con la sopravvivenza, sempre più incapace di vivere la dimensione ancestrale che lo lega all’universo, alla pacifica coesistenza con gli altri esseri.


Arturo Lindsay

Dopo aver conseguito un Master in pittura all’Università di Amherst, nel Massachusetts nel ’75 e un dottorato in Arte presso l’Università di New York nel ’90, Lindsay è attualmente docente di Pittura e di Storia dell’Arte presso lo Spelman College di Atlanta e l’Università di Panama.

Particolarmente attento al problema della "Diaspora nera", Lindsay opera nell’ambito della pittura e dell’installazione indagando le connessioni e relazioni esistenti tra le culture afro e latino-americane e le estetiche contemporanee. "Le Cajas de anima", sono fra le installazioni recenti, quelle in cui arte, religione e cultura si mescolano e si fondono nelle profusioni cromatiche delle storie ancestrali della "Santeria", il complesso di rituali e credenze religiose trasmesso alle culture latino-americane e caraibiche attraverso il Middle Passage della Black Diaspora.

Mostre personali e installazioni:

1971Arturo Lindsay, Università Statale Centrale, New Britain, Connecticut.
1977Arturo Lindsay, Craftery Gallery, Hartford, Connecticut.
1982Guardiani Ancestrali, Mona Berman Gallery, New Haven, Connecticut.
1983Arturo Lindsay: Opere Recenti, Augusta Savage Gallery, Amherst, Massachussets.
1984Collaborazioni, Sutton Gallery, Huston, Texas.
1988Immagini Ancestrali, Hammonds House Gallery, Atlanta, Georgia.
1992Las Siete Potencias Africanas, Chastain Gallery, Atlanta, Georgia.
1994Canto a la Libertad de Africa a America, Museo di Arte Contemporanea, Panama. Congo Spirits, Chassie Post Gallery, Atlanta, Georgia.
1996-98Animas, arcangeles y antepasados: Opere Recenti di Arturo Lindsay, mostra itinerante, Nexus Contemporary Art Center, Atlanta, Georgia
1998Intermedia Art Center, Minneapolis, MN – Diggs Gallery, Wiston-Salem, NC.
1998"Cajas de anima", per "Percorsi dello Spirito", Cittadella dei Musei, Cagliari.
1998WinstonSalem, NC Intermedia Art Center
1998Animas, arc’ngeles y antepasados: Recent Work by Arturo Lindsay Diggs Gallery, Winston-Salem State University
1999Segunda Bienal Iberoamèricana de Lima - Salones de Artistas Invitados Pancho Fierro, Retorno de las ’nimas Africana, Lima, Perù

Principali mostre collettive

1973Trough Young Black Eyes, Wardsworth Athenaeum, Hartford, Connecticut.
1976Black & Hispanic Visions, Davidson Art Center, Middletown, Connecticut.
198014 Artisti latino americani, Castle Gallery, New Rochelle, New York.
1983Artisti degli anni ’80, Museo di Arte Afroamericana, Los Angeles, California.
1984African American Art in Public & Corporate Collections, The High Museum of Art, Atlanta, Georgia.
1986Arte Caraibica: le correnti africane, Museo di Arte Contemporanea, SoHo, New York.
1987Plexus International Art Slaves, Santuario di Sa Itria, Gavoi, Italia.
1991Southern Expressions: Tales Untold, The High Museum of Art, Atlanta, Georgia.
1992Bienal de Arte Pictórico, Museo d’Arte Contemporanea, Panama.
1993Ceremony of Spirit: Nature & Memory in Contemporary Latino Art, mostra itinerante, Museo Messicano, San Francisco, LA – Bellingham, WA.
1994Mapping the Self: Models of Identity in A Postmodernizing Stato, Telfair Museum, Savannah, Georgia.
1996The Ark of Well Being, Plexus Performance, "Roof Garden", Palazzo delle Esposizioni, Roma.
1997In Search of Balance: The ArtistScholar, Smithsonian Institution, Washington, DC.
1999Smithsonian Institution Anacostia Museum and the Center for African American History and Culture Locating the Spirit: Religion and Spirituality in African American Art, Washington, DC Cinque Gallery Artists in the City, New York, NY
2000Kubatana Gallery Transgressions and Transformations, Atlanta, GA Arco Chato (Convento de Santo Domingo) Altares Panama, Panama Longyear Museum, Colgate University Ceci n’est pas... Hamilton, NY Ruth Hall Hodges Art Gallery, Morris Brown College Remembrance of a Legacy, Atlanta, GA