Centro Culturale Man Ray Cagliari

Home
Mostre in archivio


Presentazione
 
Antonio Amore
Francesco Casu
» Aldo Contini
Satoshi Hirose
Arturo Lindsay
Wanda Nazzari
 
Salvatore Spano

Comune di Cagliari Comune di Cagliari
Assessorato alla Cultura
Centro comunale
d'arte e cultura
Exmà
Aldo Contini
"Retablo"

Clic per ingrandire  Clic per ingrandire  Clic per ingrandire
"Retablo" (2000) foglia oro e acrilico su legno

La delimitazione della superficie è il primo atto con cui Aldo Contini affronta lo spazio dell’installazione come campo espansivo, punto di convergenza di molteplici codici visivi che affondano le radici nella storia delle forme artistiche.

L’approccio iniziale riguarda dunque la necessità di uno sguardo frontale che raccoglie su tre pannelli un percorso di segni che fuggono dal centro, si disperdono nella vastità delle pareti come segnali magnificenti di una visione sublimata e perfetta.

L’opera appartiene al ciclo dei "retablo" che Contini sta investigando in questi anni con rigorosa concettualità pittorica, non perdendo mai di vista, tuttavia, il valore fattuale della forma, quel nutrimento artigianale che porta l’immagine a farsi corpo sensibile, tangibile nei minimi dettagli che ne segnano il volto.

Sappiamo che dalla cultura catalana del XIV e XV secolo il "retablo" si innesta nella coscienza artistica della Sardegna e ne diventa profondo carattere storico, oltre che manufatto estetico. Per Contini, attento alla tradizione, esso è elemento che coniuga la solidità strutturale con la ricerca di una spazialità luminosa dove l’idea di temporalità è visibile nella scansione ritmica delle parti, nel raccordo equilibrato delle diverse componenti.

La tensione immaginativa si rivolge alla supremazia della sensibilità pura che ricopre un ruolo decisivo nell’opera di Malevich, quando le singole immagini che si sganciano in forma di frammenti oltre l’utopia dello spazio unitario e prospettico.

Spirituale è, in questa prospettiva, non tanto il luogo dell’icona come strumento di mistica elevazione quanto il senso di libertà totale che la pittura raggiunge attraverso il colore-luce.

La luminosità sta, infatti, nell’azione espansiva della superficie, nel valore generativo del vuoto che acquista risonanze in ogni punto della narrazione simbolica, sia all’interno delle icone in legno finemente colorate, sia negli intervalli che trascinano gli elementi dipinti in un processo di reciproco divenire.

Il pensiero astratto delle forme messe in campo aleggia attraverso questi segni di fuga dalla razionalità, orientamenti che si muovono in tutte le direzioni, si dichiarano nella presenza ma fanno sentire il peso dell’assenza, così che l’artista pone energia creativa anche in ciò che nasconde.

La pittura è incontro di sensibilità e cultura, esplora il mistero della forma, regola il ritmo del canone, determina un sistema di riferimento e, nello stesso tempo, ne rompe le leggi.

Contini ama esercitare la sperimentazione del dubbio, pone il linguaggio in bilico, sospeso su se stesso, lo spinge verso equilibri estremi e sovverte le procedure troppo lineari: in sostanza nega ciò che afferma, decostruisce ciò che ha appena edificato, dichiara la verità ma è il primo a non credervi.

Quest’atteggiamento "antifrastico" è riscontrabile in alcune scelte linguistiche, soprattutto nell’uso dei materiali che vengono, da un lato, scelti per la loro qualità intrinseca e, dall’altro, negati per il loro stesso carattere. Su alcune tavole si nota che la scrittura entra in modo enigmatico nella limpida chiarezza della superficie, in un altro caso la perfetta forma dell’ottagono è messa in crisi da una struttura esagonale che ne rompe l’equilibrio. Inoltre: l’oro vero è indistinguibile da quello falso così che decifrare i vari aspetti della visione diventa operazione rischiosa che pone il lettore di fronte all’illusione della pittura, alla sua splendida ambiguità.

Attraverso queste sottili procedure Contini sollecita nella metafora del "retablo" uno spazio sensoriale e mentale che mette a dura prova l’architettura del linguaggio convenzionale, lo fa con ironia e immaginazione, non avendo mai la pretesa di indicare un comportamento al di sopra delle parti. Anzi, egli intende il senso dell’arte come presenza viva, progetto in divenire, imprevedibile mobilità dell’immagine, oltre se stessa.


Aldo Contini

Ha inizio negli anni Cinquanta a Sassari la formazione artistica di Aldo Contini. Dal 1959 al 1963 lavora come designer all’ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano) accanto a Eugenio Tavolara e, nello stesso periodo inizia l’attività di docenza, che durerà fino al 1989, presso l’Istituto d’Arte di Sassari. Nel 1965, con l’adesione al "Gruppo A", formazione neo avanguardista sassarese raccolta intorno a Mauro Manca, la sua indagine si sposta in ambito pittorico per risolversi, negli anni successivi, in adesione alle poetiche concettuali. Su questa linea di ricerca, nel 1976 fonda il "Gruppo della Rosa". Dal 1983 al 1986 Contini è coordinatore scientifico del Dipartimento di Progettazione per l’Artigianato dell’Istituto Europeo di Design di Cagliari. Dall’89 ad oggi la pittura di Contini si definisce, nelle Vetrate prima e nei Retabli poi, nei termini di un’astrazione geometrizzante dove particolare cura è riservata alla manualità del fare.

Principali mostre personali e installazioni

1956Mostra al Circolo della Caccia, Sassari.
1977"90 Tautologie", Galleria Il Cancello, Sassari.
1979Galleria Arte Duchamp, installazione, Cagliari
1983"Transbooks", Galleria d’Arte Duchamp, Cagliari.
1989"Aldo Contini," Galleria Comunale d’Arte, Cagliari.
1997"Parerga, Magnificat", Palazzo Ducale, Sassari.
1998"Percorsi dello Spirito", Cittadella dei Musei, Cagliari.
1999"Magnificat", Centro Comunale d’Arte EXMA’, Cagliari.
1999"Tecnica Mista e Foglia Oro", Centro Culturale Man Ray, Cagliari.

Principali mostre collettive

1956"IV Mostra regionale delle Arti figurative", Nuoro.
1975Mostra del "Gruppo della Rosa", Galleria Il Cancello, Sassari.
1982"L’autre face de l’art en Sardaigne", Espace DA&DU, Parigi.
1983"Venticinque anni di ricerca artistica in Sardegna", Nuoro.
1986-87"Italics 1925-1985 – Sessant’anni di vita culturale in Italia" (con Gabriella Contini), mostra itinerante, Columbia University, New York – Palazzo Venezia, Roma.
1988"Segni d’autore in Sardegna", Galleria Comunale d’arte, Cagliari.
1989"Frequenze", Torri Aragonesi, Alghero.
1989"Isola, Isole", Galleria Comunale d’Arte, Capo d’Orlando (PA).
1989"Far libro", installazione, Forte Belvedere, Firenze
1995"Lapis", Palazzo Pou Salit, Alghero.
1997"La linea rende visibile", Centro Culturale Man Ray, Cagliari.