Home Page Comune di Cigognola
Guida Turistica
Storia e Cultura
Natura
Enogastronomia
Gli Itinerari
Home Page Comune di Cigognola

Note storiche del vino e della vite
Varietà in zone vocate
Gastronomia
Vini rossi
Geopedologia e clima
Cosa rimane?
Abbinamenti

Pinot nero (vinificato in bianco): può essere proposto fermo, vivace frizzante, o spumante (dove esprime al meglio le sue qualità), attraverso una base di vini ottenuta dall'unione di Pinot Nero in percentuale maggiore (85% sul tot.), Chardonnay e Pinot Grigio. Si presenta giallo paglierino, brillante con profumo delicato e fruttato, ricordando la mela golden e la pesca, fresco e acidulo al palato, con buona persistenza. Il miglior compagno di antipasti, risotti e pesci. Vale la pena accennare i due metodi di spumantzzazione. Il metodo classico; parte da un vino di base ottenuto da uve raccolte in anticipo per avere un maggior grado di acidità e di aromi, indispensabili per la spumantizzazione. Il principio è quello di una seconda rifermentazione in bottiglia con l'aggiunta di zuccheri e lieviti, (liqueur de tirage). Imbottigliate con tappi appositi ( a cororna) per resistere alla pressione, vengono tenute coricate per quaranta giorni per la "presa di spuma" , e poi poste nei tipici reggibottiglie a cavalletto (pupitre), passando inizialmente da una posizione inclinata,fino alla posizione verticale, con il tappo rivolto verso il basso, per far depositare i lieviti sul fondo e lasciare il vino limpido. Successivamente, il collo della bottiglia viene posto in una soluzione di salamoia a -25°, operazione detta "degorgement", questa parte di vino gela, e viene eliminata con i residui di lieviti stappando la bottiglia. Si procede poi al rabbocco; o con vino di base conservato o con una miscela di sciroppo, tenut segreta da ogni produttore (liqueur d'expedition). Viene poi definitivamente imbottigliato con il tappo a gabietta. Questa serie di operazioni dura almeno 24 mesi. Più il vino rimane a contatto del lievito e più si impreziosisce. Il metodo Martinotti o metodo Charmat (il nome dell'inventore è stato motivo di una lunga disputa), parte da un vino base a cui è stato aggiunto zucchero e lieviti e poi posto in autoclavi in grado di resistere ad alte pressioni per 15- 20 giorni, questa fase è detta "presa di spuma". Il prodotto viene poi raffreddato da 14° a -4°C., a questa temperatura i lieviti muoiono e cadono sul fondo, bloccando la loro l'attività. Lo spumante viene lasciato in autoclave sui residui di lieviti ad affinarsi dai sei ai nove mesi. Successivamente, il vino, viene filtrato e ripassato in autoclave per essere imbottigliato. Il prodotto finale, si presenta giallo paglierino, limpido, con fragranze di frutta matura (banana e ananas ) ma anche sentori di crosta di pane e di formaggio. Se "passati" in legno, si nota aroma di vaniglia. Il metodo Martinotti produce vini più freschi e più fruttati. Lo spumante difficilmente crea problemi di abbinamento ai cibi, ma bisogna osservare alcune regole: servire prima i più leggeri poi i più importanti, prima i più secchi e poi i più dolci (solo sui dessert).

Riesling:venne introdotto all'inizio del secolo nelle varietà italico e renano, ma la sua diffusione vera e propria avvenne nel dopoguerra: Grazie alle condizioni pedoclimatiche favorevoli della zona si ottengono prodotti di qualità. Il renano, meno diffuso, produce vini più aromatici, e nella produzione del riesling italico ne è presente una percentuale (15%), che mantiene e aggiunge "qualcosa in più" alla freschezza dell'italico. Dalla vinificazione si ottengono vini secchi equilibrati corposi e di buona persistenza. La temperatura di servizio è di 10°, ben si accosta a primi piatti a base di verdure, frittate e pesce bollito.

Moscato: Il moscato è vitigno di antichissima origine, quasi sicuramente millenaria, così come la sua presenza nella zona. Due sono le teorie sulla sua introduzione; la prima,pone la sua origine in Grecia e introdotto in Italia dai Veneziani unitamente alla Malvasia nel 1300. Altra tesi, avvalorata da vari studiosi nel corso dei secoli, identifica il moscato con le uve Apianae (perchè gli acini dolci erano e sono preferiti dalle api) e altre uve da cui si ottiene il vino Moscatellum. I romani segnalavano la presenza di questi vitigni soprattutto al sud, e nelle aree etrusche. Dal '400, la ricerca di vini dolci e liquorosi permette di ottenere i primi prodotti degni di nota. Le citazioni di moscati, ottenuti in Oltrepò, risalgono al 1596, mentre in tempi più recenti (1893) vengono descritti ampiamente moscati prodotti nel vogherese. Attualmente, nel disciplinare D.O.C., il moscato è suddiviso nella categorie: "tappo raso", spumante, passito e liquoroso. Nella tipologia "tappo raso", alla vista si presenta giallo paglierino, dorato, con profufo fragrante e intenso, ricordando pesca e albicocca, al palato piacevole e di buona persistenza. Tipico da dessert, specialmente su dolci farciti, mentre il passito è ottimo sui formaggi.

Malvasia: vitigno di origine greca, uva aromatica di Candia, introdotta in Italia nel 1300 ad opera dei veneziani. Esportata in tutta Europa permise ai produttori e ai commrcianti,grandi vantaggi economici. Nel 1400 era già presente in Oltrepò, la sua D.O.C. è stata istituita nel 1995. La si può assaporare secca oppure dolce, ferma, vivace o spumante. Di colore giallo paglierino intenso, al naso intensa, fragrante e netta, con sentori di frutta e fiori, gusto equilibrato, ben strutturato e persistente. Vino che spazia sulle tavole dall'aperitivo al dessert, dai piatti semplici alle carni bianche di alta cucina, non solo prerogativa francese.

 

Pinot Nero

Pinot Nero

 

 

 

Riesling Italico

 

 

 

Note storiche del vino e della vite
Varietà in zone vocate
Gastronomia
Vini rossi
Geopedologia e clima
Cosa rimane?
Abbinamenti