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Culto e virtù delle acque

   

Recensione

ACCABADORA
TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI NURAGICHE
di Franco Laner

La folta schiera di teorici e cultori di materia nuragica si arricchisce di un tecnico delle costruzioni che affronta la questione dei nuraghi senza pregiudizi e timori reverenziali. Le diverse ipotesi di costruzione fino a oggi avallate dai più insigni luminari della materia vengono sistematicamente confutate per la loro risibile e ingenua impraticabilità, ed è suggerita l'ipotesi che i nuraghi abbiano incorporata la rampa attraverso cui venivano trasportati i massi verso l'alto, senza l'ausilio di impalcature esterne.

Quanto ai mezzi e sistemi utilizzati nella costruzione l'autore concepisce solo l'uso di macchine semplici come piano inclinato, cuneo e leve con l'ausilio di corde, slitte e barelle: in pratica propone una tecnica costruttiva più realistica e consona alle necessità e alla mentalità del popolo sardo di 3000 anni fa.

Il libro di Franco Laner, edito dalla Franco Angeli nella collana di architettura, ha come elemento portante il concetto di "cosmizzazione": l'autore ci esorta a non confondere un sistema costruttivo con la (sua) funzione d'uso, mettendo l'accento sulla sacralità dell'atto costruttivo del nuraghe stesso: il nuraghe diventa così importante non tanto per la sua funzione pratica di abitazione, di fortezza o di tempio, quanto perché è punto di riferimento, punto di contatto con la divinità. In questo contesto sottolinea l'importanza dell'orientamento dei nuraghi la cui entrata, nella maggior parte dei casi, è a 90° rispetto all'asse astronomico individuato sull'alba del solstizio estivo e sul tramonto del solstizio invernale. Con cipiglio puntualizza l'essenza cosmica del nuraghe ricordandoci d'inquadrarlo nel contesto dell'architettura ciclopica, architettura che "va costruita" (tanto per usare le sue parole) in contrapposizione a quella megalitica che "non è costruita" e che ha l'essenza più viva nei dolmen e nei menhir.

Con la consapevolezza di chi sa costruire e capire come e perché si costruisce una chiesa, una fortezza o un semplice muro di sostegno, l'autore mette a fuoco l'eterna e ancora irrisolta diatriba sulla funzione del nuraghe con logica e disarmante razionalità. Non ci fuorvii il titolo, Accabadora, che nell'intento dell'autore è la sua originale (e giustificata) ribellione a quanto finora è stato scritto senza logica, basandosi solo su supposizioni e ipotesi: è proprio necessario affermare gratuitamente che ogni nuraghe è sempre e solo fortezza, luogo di culto, tomba o civile abitazione? Laner riesce indubbiamente a trasmettere la sua scienza dell'architettura con efficacia e semplicità e ha il grande merito di rimettere in discussione quanto finora, a torto o a ragione, è stato detto a sproposito sui nuraghi.

Marco Puddu


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