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                  UN PONTE,UNA STORIA:

                   LA NOSTRA

Tra le numerose scelte operate da questa Amministrazione comunale, credo che quella di procedere ad un radicale intervento di consolidamento e conservazione della passerella sul fiume Adda rivesta carattere di particolare importanza per l'intera comunità farese.
Il ponte, infatti, oltre ad essere un esempio interessante dell'ingegneria di fine Ottocento, strettamente legato alla nascita dei primi insediamenti industriali in Lombardia, è diventato, nel tempo, elemento familiare dei nostro paesaggio e della nostra storia.
Il legame affettivo che ha unito, e unisce tuttora, la comunità al ponte è forte e innumerevoli sono i ricordi ad esso legati, impressi nella nostra memoria: le quotidiane attraversate in bicicletta per recarsi al lavoro a Milano, le passeggiate spensierate e romantiche per immergersi in una splendida oasi naturale, ad appena due passi dal centro, le corse gioiose di chi, ancora bambino, esplorava in lungo e in largo la passerella, incuriosito dal cigolio delle assi, che risuonavano ad ogni passaggio...
Tutto questo non poteva andare perduto: cento anni di
storia, cento anni di vita della nostra gente, iniziati alla
fine dei 1800 con la costruzione di una passerella in
ferro e legno, a cura dei Linificio e Canapificio
Nazionale, con una spesa di circa "un centinaio di mila lire".
Un ponte usato soprattutto dagli operai che, dalle zone limitrofe dei Milanese, si recavano a Fara per lavorare nella fabbrica tessile.

Un ponte che ha visto e accompagnato le vicende liete e tristi dei nostro paese, acquisito a patrimonio della collettività in seguito alla decisione assunta nell'ultima seduta dei Consiglio comunale dell'anno 1972, con l'accettazione della cessione "gratuito" al Comune, operata dal L.C.N.
Una scelta che fece discutere perché, come si legge nei "Docurnenti per la Storia di Fara", si trattava di un "omaggio" che sarebbe costato caro alle casse municipali, in quanto "appena possibile occorrerà un intervento massiccio che comporterà una spesa non indifferente... ".
Oggi, trascorsi oltre venticinque anni da quella data, con una spesa di circa 840 milioni, il ponte tomo a rivivere, con una veste rinnovato, ma integro nella tipologia della struttura in ferro, "solida e ben studiata", e delle traversine in legno.
Il mio auspicio è che questo caratteristico elemento dei nostro paesaggio, della nostra storia e della nostra operosità, restituito con il restauro alla fierezza originaria, continui ad accompagnare la comunità nel suo cammino di crescita e di sviluppo attraverso il Terzo Millennio, ormai alle porte.
 

 


                                                 il Sindaco

                                             Lucio Colombo

Fara Gera d'Adda, 5 luglio 1998