La passerella
che collega il paese di Fara con il comune di Cassano, all'altezza
dell'abitato di Groppello, attraversando il canale di scarico dei
Linificio e Canapificio Nazionale ed un braccio dei fiume Adda, è
costituita da una trave reticolare metallica continua, lunga 182
metri, realizzata con profilati semplici, chiodati a caldo, e
collegata direttamente al parapetto soprastante, realizzato
anch'esso con profilati di sezione più sottile. La travata
principale è scandita da nove pile d'acciaio e da quattro basamenti
in ceppo lombardo, poggianti sull'isola tra i canali, mentre il
piano di calpestio, largo 2,4 metri, è costituito da tavole in
larice, agganciate agli elementi sottostanti.
Il ponte pedonabile e ciclabile è strettamente legato alle vicende
dei Linificio e Canapificio Nazionale di Fara, sorto nel 1870 come
Filatura Ceriani, in quanto realizzato per rispondere all'esigenza
di agevolare l'afflusso della manodopera dai centri abitati della
riva destra dei fiume, altrimenti costretta ad attraversare l'Adda a
Cassano o a Canonica.
Al 1873, infatti, risale il primo sistema d'attraversamento
dell'Adda tra Fara e Groppello, progettato dall'ingegner Alessandro
Pestalozza di Milano. Esso era costituito da un "porto" di passaggio
situato più a valle dell'attuale struttura e realizzato con una
barca per il traghetto pedonale, posta parallelamente al fiume, che
scorreva lungo una fune metallica, mantenuta tesa sopra il livello
di piena dall'impalcatura di "castelli" in legno, collocati sulle
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due sponde
opposte, similmente alla struttura ancora oggi esistente sulle rive
dell'Adda d'Imbersago.
Lo stesso Pestalozza, ideatore dei nucleo originario dello
stabilimento e dei canale di scarico, fu autore dei progetto per la
sostituzione dei Traghetto con un più sicuro ponte di legno.
Al 1894 risale il primo documento relativo all'esistenza di un
ponte, costato all'epoca circa centomila lire, probabilmente
identificabile con la struttura esistente.
Poco si sa sulle trasformazioni avvenute nei decenni successivi.
Solo attraverso l'analisi dei singoli elementi strutturali e dei
relativi collegamenti (saldature, chiodi, bulloni, ecc.) e alcune
testimonianze |
il progetto
del porto (1873) |
orali è stato
possibile formulare alcune ipotesi circa gli interventi che nel
tempo si sono succeduti. Tali ipotesi sono state anche confermate da
indagini chimico-fisiche effettuate sui materiali, che hanno
consentito di individuare l'età dei diversi elementi e di
distinguere la struttura originaria degli interventi successivi.
Si è così potuto concludere che il manufatto non subì modificazioni
rilevanti sino ai primi anni '40, quando fu allargato e rinforzato
per il transito d'automezzi civili e militari.
Alla fine della guerra, la proprietà dei Linificio e
Canapificio Nazionale ha voluto riportare la passerella
all'originaria funzione pedonale e alle dimensioni precedenti.
Negli anni '70, poi, la passerella è stata ceduta al comune di Fara
Gera d'Adda che, solo recentemente, all'interno di un più ampio
programma di recupero delle aree verdi, ha valorizzato il manufatto
e la zona circostante attraverso un consistente intervento
conservativo, nella consapevolezza che l'avanzato stato di degrado
di materiali e la mancanza di manutenzione avrebbero potuto
irrimediabilmente compromettere l'integrità della struttura.
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