i documenti sul Restauro

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Indice

Carta 1987 del Restauro degli oggetti d'Arte e di Cultura

Carta 1987

 

Gli Allegati:

Allegato A: La tutela dei Centri storici

 

Allegato B:opere di interesse architettonico

 

Allegato C: conservazione  e restauro delle antichità

 

Allegato D: conservazione e restauro su opere  a carattere plastico, pittorico, grafico e arti applicate

 

Allegato E: conservazione e restauro del libro

 

Allegato F: conservazione e restauro dei beni archivistici


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1987

Carta della conservazione e del restauro 

degli oggetti d'arte e di cultura


Ottava parte

Allegato E

La conservazione e il restauro del libro 

 Prima di procedere a qualsiasi operazione di restauro si dovrà considerare l'opera nella sua complessità e multiformità storica, artistica, materiale e funzionale.

Nel caso dei Beni Librar! parlare di «multiformità» è più che mai appropriato trattandosi di oggetti composti da vari materiali: carta, pergamena, papiro o altro supporto scrittorio, legno, metalli, cuoio, cartone, spago, pelle allumata, tessuti e altro.

La conoscenza di ogni materiale originale è indispensabile per procedere correttamente nel lavoro, così come lo è lo studio dei materiali «nuovi» da inserire nei libri da restaurare. La scelta degli interventi sarà condizionata dalle indagini compiute dai vari esperti a partire dal bibliotecario conservatore (storia del libro, della decorazione, importanza dell'opera e altro) al biologo, al tecnologo, al fisico, al restauratore. Nelle biblioteche sarà opportuno anzitutto eseguire periodici accertamenti sullo stato di conservazione dei fondi, effettuando nei locali sistematici e prolungati rilevamenti dei valori termoigrometrici ambientali, al fine di accertare se si mantengono bell'arco dell'anno entro i limiti (T16 - 20 gradi cenrigradi; UR40 - 65) considerati ottimali per la conservazione dei libri.

Quando se ne presenterà la necessità si procederà a una programmazione dei lavori sia di eventuale bonifica degli ambienti, sia di interventi conservativi e di restauro sui singoli libri, che tengano presenti le esigenze sia delle opere che dell'utenza. In tale programmazione si prevederanno dei mezzi alternativi (nucrofilms, microfìches, eventuali videodischi) per una fruizione anche diversa. Le operazioni di restauro devono essere precedute dalla disinfezione e/o disinfestazione del volume quando questo presenti alterazioni di origine biologica.

Nella scheda di restauro saranno registrate le particolarità di ogni libro e verranno descritti dettagliatamente i danni che esso presenta, nonché gli eventuali interventi precedenti. Saranno altresì riportate tutte le operazioni effettuate per rendere possibile in futuro, attraverso i risultati ottenuti, un perfezionamento dei metodi adottati.

Quando si ritiene di dover intervenire sull'opera si potrà ancora scegliere fra un intervento totale o parziale. Si cercherà sempre di intervenire con il «piccolo restauro», cioè un restauro a libro non scucito, qualora le opere siano particolarmente importanti per la struttura, la vetustà, per il valore artistico, perché l'indice di consultazione è talmente basso che non è necessario operare in modo radicale, o per al tre ragioni da valutare caso per caso.

L intervento sarà, cosi, ridotto al minimo e il libro non subirà alcuna alterazione a causa dello smontaggio completo, mantenendo intatte le sue caratteristiche originali. Nei casi in cui si ritiene realmente indispensabile la scucitura del libro si dovrà procedere con la massima cautela, per evitare di perdere anche la più piccola testimonianza.

Prima di scucire un volume va sempre controllata la numerazione originale, per evitare errori durante la ricomposizione dei fascicoli. Qualsiasi anomalia va segnalata al bibliotecario responsabile. Non si procede mai con lo stesso criterio per ogni libro da restaurare, perché l'opera ha una sua vita che va considerata relativamente al contenuto, alla storia, alla materia, all'uso. Perciò non potremo mai dare una regola unica su quando conservare o mettere da parte la legatura, o quando privilegiare il testo rispetto alla struttura ecc.

La casistica è enorme. Come principio generale si può affermare che vanno evitate tutte le operazioni che possono alterare l'aspetto e il valore globale dell'opera. Perciò si deve tendere a conservare il più possibile ogni elemento, anche apparentemente insignificante, che la costituisce. Ma il libro, essendo anche un oggetto da toccare, aprire, manipolare, dovrà essere funzionale nei modi richiesti dalla sua utilizzazione. Cosi si decide talvolta di non rimontare la legatura originale perché non più in grado di assolvere all'uso che se ne vuole fare.

Il più delle volte non si giunge alla totale sostituzione della coperta, ma si intarsia la legatura originale sulla nuova, che reggerà tutto lo sforzo meccanico. Nel campo della cucitura si procederà con il principio del «dov'era, com'era», salvo casi particolari dettati sempre dal criterio della funzionalità. Per le carte si prevede che vengano effettuati sempre i saggi di solubilità degli inchiostri e dei colori prima di procedere a qualsiasi operazione «a umido» (lavaggi, deacidifìcazione in acqua e alcool preceduta dalla misurazione del pH, uso di solventi, fissaggi). Tali operazioni, effettuate solo se strettamente necessario, saranno controllate da vicino. Tutte le precauzioni che in fase di lavaggio mirino a non perdere nessun frammento, quali l'uso del telaio o del retino, sono senz'altro consigliate.

 Dopo i lavaggi si procede alla rincollatura dei fogli. Se le carte necessitano di una velatura sia parziale che totale, si prevede che essa venga effettuata con un velo di carta giapponese trasparente ma resistente, con un pennello morbidissimo e con adesivo reversibile. Un momento importante è rappresentato dalla pressatura dei fogli, necessaria per ridare l'aspetto originale alle superfici. Ma si deve evitare di pressare con troppa energia limitandosi a usare pesetti di marmo e, quando ciò non fosse sufficiente, adoperare la «pressa a colpo» con la quale si può controllare la forza. Questo perché vanno salvaguardati tutti i rilievi o gli incavi che possiamo trovare nei fogli. Il rattoppo vero e proprio sarà effettuato con materiali che, dalle indagini scientifiche, risultino idonei. Ovviamente esso dovrà essere riconoscibile. Non si restaureranno quelle asportazioni volontarie di miniature, disegni o altro, perché ormai fanno parte della storia del libro, ma si risarciranno solo quei punti sui quali si esercita il maggior sforzo meccanico. Va inoltre valutata la possibilità di ricorrere a scatole, custodie o simili, per la migliore conservazione dei libri. Per la pergamena i principi di restauro sono i medesimi della carta, tranne che per i lavaggi, per i quali si userà, solo se strettamente necessario, una miscela di acqua e alcool etilico; la pressatura, che sarà solo una «distensione», si effettuerà o con dei pesetti o con dei piccoli tiranti. Si sottolinea ancora una volta in queste regole generali che il libro è da considerarsi opera d'arte nel senso più ampio del termine, sia come valore culturale intrinseco del testo, sia come valore materiale (sistemi di lavorazione, introduzione di certi accorgimenti o elementi, uso di materiali particolari, influenza di altri centri scrittorii ecc.), sia come valore prettamente artistico (miniature, incisioni, filigrane). Per questi motivi ogni caso dovrà essere trattato come un caso a sé. Al problema della conservazione del libro moderno deve essere riservata qualche considerazione particolare. I criteri di base saranno gli stessi di quelli del libro antico, ma poiché le carte fabbricate dal XIX secolo in poi sono di qualità peggiore di quelle precedenti, ne consegue la loro maggiore deperibilità. Le materie prime antiche erano più pure e presentavano spesso una protezione naturale all'acidità per la presenza di sostanze alcaline (carbonati) nell'impasto delle carte. Successivamente, con l'introduzione dell'allume, composto acido, con la cattiva utilizzazione della macchina «olandese», che diede origine a una carta più fragile e più difficile da collare, con l'utilizzo nell'Ottocento della pasta di legno contenente la lignina, si è giunti a una caduta verticale della qualità della carta, che infatti risulta fragile, rigida e molto soggetta all'imbrunimento. Da aggiungere anche l'azione del doro per sbiancare gli stracci e, dalla fine del Settecento, la collatura dei fogli effettuata con la colofonia e l'allume, tutte sostanze che causano acidità. Ci si trova pertanto in presenza di problemi sempre più difficili da risolvere anche perché si conoscono poco le composizioni delle carte contemporanee. In proposito occorrono ancora ricerche e studi adeguati e attenti. L'ultima raccomandazione è per i bibliotecari conservatori, che devono sempre valutare attentamente l'urgenza e l'utilità di restauro, da considerare come extrema ratio preceduta da un serio lavoro di prevenzione e manutenzione.

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Liberamente tratto dalla rete Ultimo Aggiornamento: 23/11/07. -