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Lettera aperta a Zdenek Zeman

di Maurizio Catalani - Feb. 1999

Caro Zdenek come va? Spero bene. Innanzitutto grazie a nome mio e della mia famiglia. Sai, quando eri alla Lazio ti amavo e ti odiavo, come le «belle fighe» che girano con altri e non con te. Da noi in quel periodo hanno alternato la «panca» Carletto «nostro» e Carlo l'argentino, che come ebbi a dire una volta vedeva il calcio italiano come Ray Charles : purtroppo nulla.
A noi, il gaucho diceva di andare al cinema, mentre il maledetto cugino gioiva per il tuo gioco: un incubo (anche se oggi dicono tutti di esserTi sempre stati contrari: un po' come quelli di Piazza Venezia). Poi, sappiamo tutti in qual modo, un piccolo capriccio di chi non ha più idee ed arrivi sulla sponda più amata del Tevere ed io gongolo: «Bene - penso - è arrivato il migliore» e, per dirla alla Carlo Zampa, «godi boemo e noi con te!».
Avevo fatto i conti giusti (calcisticamente) ed ancora più giusti nei 180 gradi di ragionamento che mi rimanevano. Sapevo (non chiedermi come, ma forse lo sai) che avresti di lì a poco scatenato il caso «doping» ed aspettavo il momento per vedere i buoni, i potenti, i finti benpensanti, le puttane della carta stampata, gli intellettuali del pallone, i calciatori da banca ed i ruffiani degli uffici di contorno, prima stupirsi come il Bambi di Disney, poi irritarsi, sbraitare, minacciare ed un po' alla volta cadere nelle loro colpe. Non pagheranno tutti, boemo, in questo paese è impensabile e lo sai, ma qualcuno Te lo sei inchiappettato e noi con Te.
Giusto così, non sono per Robespierre, ma da vecchio «anarchico-fascista» credo che rigore, educazione, rispetto per gli altri e morale vadano assolutamente ossequiati.
Ed allora Ti chiederai cosa mi è sfuggito? Nulla e non lo scrivo per presunzione, credimi. Mi spiego: ho sperato per una volta di sbagliare, di essere sempre mal disposto verso fatti e persone ed ancora me lo auguro. Ma le avvisaglie ci sono, ci sono state e ci saranno. Tu, «troppo» particolare come persona, «troppo» scontato il resto. Sei stato e sarai uno splendido ombrello anche nelle giornate di assenza di pioggia, ma adesso piano piano scivoli come gli altri: «hai il sapore dell'eclisse» (la tua totale) e questo basta. Ma chi Ti credi di essere? Non sei Tu la Roma, guidi il vapore ma scordati di essere il padrone delle ferriere. Hai mai sentito parlare della storia di Fidel e del Che? Se Ti riesce di trovare una pubblicazione non di sinistra (sarà dura) leggila, è interessante. Il capo non può mai permettersi di essere a lungo figura di secondo piano, prima o poi si incazza e trova rimedi. Sei scomodo Zdenek, molto scomodo e come tutti gli uomini grandi, ma piccoli, non vinci sempre: dunque non «intoccabile». Intendiamoci, la Tua partita con la vita ed il lavoro l'hai già vinta e se fai finta di non saperlo te lo dico io , anzi te lo ripeto: sei il migliore, il più bravo di tutti.
Ma non è questo il punto, lo hai capito benissimo, sei troppo intelligente per non saperlo e troppo sveglio per non avere fatto i conti all'inizio. Intendiamoci: anche Tu hai le tue colpe, hai fatto i tuoi sbagli, hai perpetrato le tue piccole vendette. Una cosa, Ti prego, spiegamela: ma quel Gomez è così «scarso» da dover giocare a casa con i bambini a «tre milioni» al giorno? Questa non la capisco «boemo», non la capisco proprio.
Un giorno, «sono sicuro» me la spiegherai, ma nel frattempo c'è il rischio di dover preparare le valigie, sei quasi al limite degli ultimi 180 gradi. Come non riesci ad immaginare che prima o poi uno tra te e Sensi sarà di troppo?
Vinci e tutti gli allori sono per Te. Perdi e tutti i «bla, bla», sono per il re di Visso. Quasi quasi, te lo dico: mi incazzerei anche io al posto suo e non ho il carattere e né tantomeno il curriculum di «desaparecidos» del sopracitato Giulio Cesare delle piccole Marche. Se hai intenzione o Ti troverai costretto a fare le valigie, boemo, esci a fine anno dalla porta principale e non da quella di servizio, quelle sono cose da Carlos Bianchi o da Formello, non da Te. Un'ultima cosa, se non dovessi restare tra le mura Aureliane o tra i confini dello Stivale, prendi una bella villa con dependance ed allestisci una cameretta con i poster di Piedone Manfredini, Dino Viola, Bruno Conti e Wynona Rider.
Sono perfetto: mangio poco, bestemmio allo stadio, non disdegno un Jack Daniels, suono il sax, ascolto rhythm & blues , sono fin troppo sensibile al fascino femminile e fumo in camera prima di dormire. Unico difetto? Mi sa che ti vengo a trovare...

N.B. Questo breve scritto lo dedico alla Lazio di re «pomodoro», allestita - ammetto - alla grande e senza badare a spese, cosa impensabile per noi della truppa rossogialla. È l'anno loro, ne sono certo, hanno molti campioni ed un ottimo presidente; oggi più che mai avresti, boemo, meritato quella panchina. Auguri alla cugina e grazie a tutti per l'attenzione prestata. Ed estranei come prima.

 


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