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Addio Leo

di Maurizio Catalani - Lug. 1999

Bella quella fotografia, sarà scattata domani. Domani è ieri, per noi oramai fa lo stesso.
Correva forte il ragazzo, correva, menava la palla, come ci piace.
Quella calce vola sempre nel vento e sembra appartenere al bianco dei pantaloncini o ai bordi della maglia rosso chiaro, difficile ritrovarla a fare il suo dovere tra le strisce del campo.
Puzza tutto da fare schifo, meno il sudore.
Chi lo vive quel piccolo spogliatoio sa che fa più rumore l’olio canforato che mille gocce di pioggia.
La maglietta è la numero dodici... ti va bene?
Benissimo mister, nessun problema per i numeri".
"Tua sorella sempre carina?". Rideva.
"Non è il caso che mandi lei a giocare? Credimi fa spogliatoio...".
Si girava, la battuta, come le altre del resto, erano sempre le stesse.

Correva l’ultimo minuto di una delle tante partite.
Michele da sinistra scendeva veloce e noi già vincevamo 4 ad 1.
Michele è terzino e gioca a sinistra. Crossava dalla linea di fondo mentre l’altro accompagnava l’azione.
Il terzino di fascia destra raccoglieva, una pedata al volo ed il goal.
"Come piace a te – mi disse correndo incontro alla panca – ultimo minuto cross di un terzino e goal dell’altro".
"Stronzo, hai fatto il tuo sporco dovere, riprendi la posizione...".
Dialogo finito. La regola.

Quante telefonate per una partita, quante risate se va bene e quante bestemmie se piedi e cervello a quell’ora non vanno.
Arrivata tra i primi, con addosso la maglietta dell’Arsenal, i pantaloncini lavati da mamma ed i calzettoni color seppia impossibile da sbiancare.
"Oggi destra, centro o sinistra?".
"Chi può dirlo, scaldati e poi vedremo...".
"Siamo tutti?".
"Fra sta arrivando con Lele, Fabrizio si è perso la strada? Asky è ad Urbino a fare gli esami e quella figa di Meloni dice che gli fa ancora male il piede... però ieri ballava al Piper con una un metro e mezzo più alta di lui, ma pure questo è facile...".
"Minetti?".
"Sta al negozio, se sta a vende pure le mantovane di casa...".
"Ma siamo otto?".
"Se arriva quel coglione di Sperduti... è uscito adesso da casa... altrimenti ce la giochiamo lo stesso".
Quelle due sere, giuro, non ce l’ho fatta. Forse ho sbagliato ed ho perso due volte, per te e per me, ma proprio non ce la facevo.
Difficile decidere con il mal di pancia, forse se ci fossi stato, quelli che avevano scelto di esserci... starebbero ancora a giocare.
Li abbiamo lasciati soli due volte, io e te, motivi diversi, stesse ragioni.
Tu non potevi proprio esserci, io non ce l’ho fatta a stare senza uno di voi.
Succede.
Ciao Leo, adesso corri a dare i calci alle nuvole, tanto prima o poi tutti ti si raggiunge e magari lì, se è vero che c’è, giuro per la prima volta in vita mia non sputo, non bestemmio e non insulto l’arbitro, come ho sempre fatto in uno sporco ed adorabile campo di terra marrone e di periferia.

LA TUA SQUADRA:

Mauro Antonelli, Marco Bassetti, Luigi Cavallari, Ascanio Copparoni, Michele Esteri, Pippo Ferreri, Salvatore Ferri, Giandomenico Forcella, Ivan Gardelli, Paolo Lanzetta, Fabio Meloni, Fabio Micozzi, Francesco Minnetti, Lele Minnetti, Roberto Morici, Mauro Pierobon, Yuri Picciotti, Francesco Piroli, Lele Ranellucci, Gigi Ruggeri, Antonio Scalera, Fabrizio Sperduti, Fabrizio Valente, Alessandro Zaffarani, e... il tuo mister. Arrivederci numero dodici.

 


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