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 di Gabriella Romano
For Sale

Lesbiche sempre più inflazionate nelle immagini della pubblicità

 

Ci risiamo!
L' ennesimo manifesto pubblicitario lesbico salutato dalle associazioni e pubblicazioni gay e lesbiche come un segnale di maggiore visibilità.
Dopo il bacio in bianco e nero delle due ragazze in mutande, per la Queer.co, con lo slogan "Thank God for Women" (Grazie a Dio ci sono le donne), e' ora la volta di un bacio tra due donne in enorme primo piano.
Il poster, cosi' gigantesco da coprire intere facciate di palazzi, porta la sigla, in basso a sinistra, della French Connection United Kingdom, una catena di negozi d'abbigliamento per i giovanissimi, abbreviata in fcuk. Ovviamente i pubblicitari si augurano che il lettore distratto scambi fcuk per fuck...

Anche se la moda fa l'occhiolino a gay e lesbiche da un po' di anni (vedi per esempio Calvin Klein), la faccenda sta raggiungendo dimensioni decisamente insperate. Secondo alcuni, le immagini lesbiche sono ormai inflazionate, sono un trucco troppo scoperto per attirare audience, e stanno quindi perdendo impatto per il troppo uso.
Anna Friel, protagonista del primo bacio lesbico in prime-time TV nella seguitissima soap Brookside (succedeva agli inizi degli anni Novanta), ha dichiarato a un quotidiano di essere stufa di vedere tutte queste storie lesbiche in Brookside: nello sceneggiato ci sarebbero piu' baci queer che baci straight.

Il fatto e' che, dal punto di vista dei pubblicitari, queste immagini sono molto potenti e riescono a "colpire" varie fasce di potenziali consumatori; sono, potremmo dire, fave che attraggono molti piccioni per volta: scandalizzano i benpensanti -che percio' s'imprimono bene il marchio in testa e magari fanno anche un po' di pubblicita' indiretta scrivendo lettere di protesta sui giornali, parlandone ai talkshow del mattino o inscenando proteste varie-, attirano il consumatore benpensante -solleticando la sua sensazione di essere aperto e di vedute sufficientemente ampie da poter accettare le nuove immagini- e, dulcis in fundo, acchiappano i gay e le lesbiche che, affamati di immagini di se stessi, diventano fedeli al marchio.
La scoperta sensazionale e' dunque: i gay e le lesbiche sono dei consumatori, hanno spesso piu' soldi in tasca degli eterosessuali perche' sono spesso single senza famiglia a carico e sono una nicchia di mercato che fa gola a molti.

Pensavate di essere al centro di una rivoluzione di pensiero, di una nuova apertura verso i diritti dei gay e delle lesbiche, di un'inarrestabile tendenza verso la visibilita'? Sorry ... siete solo uno zero in piu' al fondo delle cifre d'introito di alcune aziende...!