Il
movimento femminista, sorto per affermare i
diritti della donna, ha origine o comunque
notorietà in Europa alla fine del XVIII°
secolo. La rivoluzione industriale in Inghilterra, 1’
illuminismo e la rivoluzione francese in Francia, crearono le condizioni ideali
per lo sviluppo del femminismo. Sorgono in questo periodo in Francia le
associazioni repubblicane delle donne le quali chiesero l'estensione dei diritti
di libertà , eguaglianza e fraternità senza
preclusioni di sesso, mentre in Inghilterra le
donne riescono ad entrare in fabbrica come
salariate. In Italia e nei paesi a religione
cattolica il femminismo stentò a decollare anche per l'opposizione della chiesa
che vedeva in questo movimento un nemico per l'unità
della famiglia patriarcale. Intanto negli USA il movimento femminista guidato da
donne colte e riformiste come Lucrezia
Coffm Mott, Elizabeth
Cady Stanton e la Pankhurst,
raccoglieva piccoli ma significativi
successi. La Convenzione di Seneca Falls del 1848 ,
in cui il movimento chiedeva la parità di diritti fra uomini e donne e l'estensione
del suffragio, diventò una cassa di risonanza per
una battaglia
globale sempre più decisa e convinta. I movimenti delle donne si moltiplicavano
in America come in Europa; il movimento delle
suffragette , sorto intorno alla metà dell'800,
nonostante riuscisse a mobilitare masse di donne sempre più numerose e talvolta
violente, non riuscì ad ottenere quello che era divenuto
l'irrinunciabile obiettivo comune di tutte le
femministe: il diritto di voto. Il primo paese, che decise di estendere il
diritto di voto alle donne fu la Nuova Zelanda nel 1893. Sull'esempio
di questa lontana isola, dopo la prima guerra mondiale, molti paesi estesero
alle donne il suffragio. In Italia le donne votarono per la prima
volta nel 1945 e nella vicina e civile Svizzera solo nel 1971. Ma molti sono
ancora i paesi in cui le donne non sono riuscite ad ottenere questo elementare
ma importante diritto. La svolta si ebbe negli anni sessanta.
Fu in questi anni che i movimenti femministi
ebbero non solo il riconoscimento della parità dei sessi
in senso socio-culturale
ma anche e soprattutto l’affermazione della
specificità dell'identità
femminile. Women
Unite fòr Women’s
Liberation !
Era questo lo slogan
negli anni sessanta di quel famoso Movimento di
Liberazione della Donna che, nato nei paesi
anglosassoni,
venne esportato in tutta Europa. Da allora la “Filosofia del Femminismo"
ne ha fatta di strada e la condizione femminile in Europa e in tutto il
mondo ha accelerato il passo raggiungendo quella consapevolezza dei diritti
spettanti alle donne in tutti i campi: familiare,
sociale, nel mondo del lavoro... Sembrano lontani
i tempi in cui alle donne erano negati il diritto di voto, il diritto
all'istruzione, L’accesso ad alcune professioni (si pensi alla carriera
militare... ) o ad altre libertà fondamentali. Viene acquisito ed affermato il
principio della parità dei sessi. Parità che non va intesa nel senso di
"equivalenza", ma nel senso di valorizzazione della diversità. E'
chiaro che devono essere tenuti in debito conto le differenziazioni tra uomo e
donna vuoi dal lato fisico vuoi da quello fisiologico e psicologico. Oggi in una
società dominata dalla mentalità tecnologica la donna è riuscita, superando
tante resistenze, ad acquisire sempre nuovi spazi vitali abbattendo tabù e
affrancandosi da vecchi ed errati stereotipi circa i ruoli dei due sessi. Allora
1’emancipazione della donna è completata? No, non sembra proprio. Certo nei
paesi industrializzati la donna ha
raggiunto livelli di emancipazione elevati, nonostante l'abuso e la
"mercificazione" sessuale che di essa se ne fa e nonostante subisca
ancora residui di qualche atavico pregiudizio. E negli altri paesi del mondo?...
Nei paesi “teocratici" ad esempio dove il potere politico si identifica
con quello religioso (si pensi all’Iran, all’Afganistan
ecc..) la donna purtroppo è ancora agli albori dell'emancipazione e la parità
dei sessi é un sogno per la donna che ancora è costretta a portare lo "chador"
e nascondere la propria immagine alla vista dei "blasfemi". E' quindi
necessario oltre che auspicabile che il processo di emancipazione continui il
suo cammino in una sfera di competenze naturali, "senza irrazionali spinte
di prevaricazione e senza sentimenti di rivalsa, nell'ambito di un costruttivo
spirito di solidarietà generale". La donna deve poter contare di più,
soprattutto nei nostri paesi dove può recitare un ruolo importante e decisivo
in tutti i campi, da quello sanitario a quello politico, a quello amministrativo
locale dove ancora è, sottorappresentata nei processi decisionali. La
condizione, la diversità femminile non può e non deve essere motivo di
discriminazione, ma divenire elemento di arricchimento, nota lieta, utile,
qualificante non solo in famiglia ma in, tutti i campi. E allora Women
Unite.. chiedete a gran voce tutti i vostri diritti poiché non si tratta, di
“conquistare lo stesso potere" in
contrapposizione a quello degli uomini ma, significa
imprimere alla società quel cambiamento che vuol dire "primato
della reciprocità e del rapporto interpersonale". Bruno
Scaramozzino DEDICATO ALLE
DONNE essere
sempre il primo amore di
una donna. Questa
è la loro sciocca verità. Le
donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo. Quand
'u Signuri 'u
mundu custruiu dopo
seijoma Igliu si rriposàu!
Però
non sacciu 'i undi
‘nci hjurìu, 'i faci I 'omu chi tuttu
spascjàu ' Però
pensati quant 'è bbonu
Ddiu: vitti
Adamu sulu e meditàu...
'Na bbella donna Igliu
cuncepiu, e
llestu lestu 'ci
la rrigalàu! 'A donna tuttu quantu poi spascjàu, cà rrinnegàu l'ordini di Ddiu: cufogghj dificàra si mmucciau, pe la grandi virgogna chiffaciu! Si
fici cumbinciri
du serpenti, chi
'nci cuntava cosi
stravaganti: 'nei
'ntulupàva ca igli
nta nnenti, 'u stessu 'i
Ddiu parivanu 'mportantiì! Comu
'na scecca tirata 'i
capizza, supr 'a pumara
llongau li bbrazza: l'omu
perdiu cusì la cuntentìzza,
pa
fìmmina pe' chista
mala rrazza! Però
pensandu com 'è
strana 'a vita, di
voti tantu brutta e sciagurata, cunsigghju l'omu pe '
mi si marita, si
voli 'i passa 'o cardu
la nottata'! Senza
da donna nenti vali 'a
vita, ed
è pe' chistu chi fu
perdunata: 'ndavi li carni lisci comu
sita, non esti cchjù
'na rrazza hjastimata! 'sti quattro jorna chi tuttì
campamu: cchiù si 'mbicina e cchiù
beni 'a volimu, e
pò peccatu. ma sa fùtti....Adamu.
L'
uomo
non sempre è stato vittima dell'interesse
economico ed è sempre stato in
grado di far prevalere il vantaggio altrui
sull'egoismo personale mediante il circuito del "dono".
Infatti parlare di dono significa incontrare
concetti diffusi di altruismo, reciprocità,
solidarietà, carità, volontariato. L' invecchiamento
della popolazione emigrazione, la diffusione dell'AIDS
oltre alle calamità naturali hanno determinato un
aumento dei bisogni nella società che lo Stato non è in grado di fronteggiare
con 1e proprie forze istituzionali. Di qui 1a
necessità di un volontariato che negli ultimi
anni è diventato quasi insostituibile. Certo il
termine volontariato non va inteso in senso di
assistenzialismo o peggio ancora di pietismo,
per volontariato s'intende una
maggiore sensibilità verso chi soffre, farsi
carico dei problemi psicologici degli emarginati,
svolgere attività
personale spontanea e gratuita a sostegno di altri senza scopo di lucro
Esso coinvolge tutte le età e
tutte le fasce sociali, non è più un
movimento di giovani o di gente più o meno ricca;
il volontariato sta cambiando nel tempo,
adeguandosi alle nuove esigenza della
società.
Ad un iniziale ruolo puramente sostitutivo
si vanno aggiungendo iniziative
con possibilità nuove
di convivenza in modo che i bambini,
portatori di handicap, malati,
anziani trascurati ritrovino
il loro spazio di comunicazione, il senso del vivere e il riconoscimento della
loro dignità di cittadini. Anche se il nucleo dell'attività
dei volontari resta il campo
socio-sanitario il volontariato ha occupato
tuttavia spazi completamente nuovi come la
protezione civile,
la protezione
dell'ambiente e della natura. In tutto i mondo
esistono associazioni in grado di offrire solidarietà
e sostegno per lo sviluppo e il superamento delle
barriere economiche e sociali
che si sono creati in alcuni paesi del terzo
mondo. Appartengono al volontariato internazionale
le Organizzazioni
non governative che sono sovvenzionate (ONG)
e le Realtà Associative di Cooperazione
(RAC) che si autofìnanziano Tra queste
organizzazioni possiamo ricordare
Amnesty International,
Mani Tese, Greenpeace.
I insieme al
volontariato
internazionale
dobbiamo citare
quello italiano che negli ultimi
vent' anni ha cominciato ad acquistare
un cerio rilievo
con circa quindicimila organizzazioni
più o meno strutturate a cui tutti
i volontari fanno
riferimento. Per
potergli dare un riconoscimento normativo l'undici
agosto 1991 è stata varata la legge n 266.
Essa. riconoscendo la validità e la funzione
sociale del volontariato
'come Rina Valastro ATTUALITÀ Da sempre abbiamo pensato
che, vivendo lontano
dalle grandi città,
dalle industrie,
dallo smog e dal caos generalizzato, mangiando
prodotti alimentari
da noi stessi confezionati
come carni di animali
da cortile, salumi
tradizionali,
pomodori di giardino,
conserve ed erbette di campagna e pesce pescato al
mattina stessa, non
avremmo mai e poi
mai corso alcun rischio
alimentare per la nostra salute. Tutto questo
certo fino all'avvento di
"mucca pazza". L'impiego
irresponsabile e
massiccio di
pesticidi,
il confezionamento di
cibi con involucri
contenenti
sostanze
tossiche, cattiva
e superficiale igiene
nella procedura di conservazione
di bibite
ed alimenti,
l'uso di mangimi
innaturali e proibiti,
restano come fonte primaria
dei rischi
che quotidianamente
corriamo, anche noi
che viviamo in provincia.
Ma se il problema mucca pazza e afta potrebbe riguardarci
solo in quanto problema generalizzato,
di cui direttamente
non corriamo alcun rischio,
la stessa cosa non possiamo dire
per quanto concerne l'avvelenamento dei
terreni e delle acque con pesticidi
e concimi altamente
tossici, che proprio
nel nostro interland ha causato il
mutamento della flora e della fauna
un tempo ricca. A questo bisogna
aggiungere
la sempre
crescente manipolazione
genetica.
A che serve crescere con paterno amore piante
di pomodoro.
zucchine
e peperoni,
nell’ orticello davanti
casa quando non si conosce la provenienza
delle sementi e delle piantine,
spesso comprate dove capita?
Stessa cosa per alberi da frutta e pergole di
viti che tutti
noi abbiamo davanti
l'uscio e che per portarne a maturazione
il frutto, bombardiamo
di "lavaggi"
con sostanze chimiche. Per secoli
i nostri avi
hanno allegato il
proprio bestiame con
prodotti naturali,
seguendo il mutare delle stagioni,
ed hanno versato fiume di
sudore nel coltivare terreni
aridi ed aspri
Adesso abbiamo fretta
nel vedere crescere a dismisura
frutta ed ortaggi, mentre il
pensiero dovrebbe riportarci
ai ritmi lenti
dei nostri nonni
che con la zappa sulla spalla partivano per l'orticello
come la "Donzelletta" di
Leopardiana memoria
tra l'odore noioso dello stallatico
ed i voli di
rondini e
passerotti che,
ahimè, stanno irrimediabilmente
sparendo dai nostri
cicli. E noi
si sta a guardare? No!! E’ necessaria
una presa di coscienza
da parte di tutti
per salvaguardare la salute nostra e dei nostri
figli bandendo dai
nostri campi i
concimi chimici
e dalle nostre tavole i
cibi transgenici. E'
poco? E' solo l'inizio Bruno Vigilanti
|
|