Tratto da: "I miti nordici" di Gianna Chiesa Isnardi, edizioni Longanesi&C., 1991; 1997

Narrano le antiche storie che a nord di Ginnungagap -così si chiama il baratro immane degli abissi in cui il nulla era contenuto- fu creato un mondo che ebbe nome Niflheimr (=paese dell'oscurità). Niflheimr è la dimora del freddo, dell'umidità e del buio, e in esso, proprio nel mezzo, si trova un pozzo gelido, detto Hvergelmir, da cui molti fiumi cosmici, inpetuosi e scroscianti, hanno origine. Questi fiumi sono detti Elivágar. Ma dalla parte opposta, a meridione, fu fatto prima un altro mondo, detto Muspell (=fine del mondo); è una regione lucente, asciutta e torrida: nessuno che non vi sia nato può resistervi. Surtr è il nome di colui che ne guarda i confini: è un gigante del fuoco e possiede una spada fiammeggiante. Si narra dunque che gli Elivágar giunsero così lontano dalla loro sorgente che il lievito velenoso che li accompagnava in superficie si indurì come scoria e divenne ghiaccio. E là dove questo ghiaccio si era fermato si formò dal veleno una pioggerella che cadde su Ginnungagap e congelò stratificandosi in brina. Così il baratro degli abissi era, nella parte settentrionale, avvolto nell'oscurità, bagnato dalla pioggia e battuto dal vento gelido di Niflheimr; nella parte meridionale, invece, era caldo e illuminato dalle scintille provenienti da Muspell. Ora avvenne che la brina gelida si incontrò col venticello caldo; essa si sciolse e prese a gocciolare: da quelle gocce ebbe origine la vita.

Il primo essere fu un gigante: si chiamava Ymir, ma i giganti del ghiaccio lo chiamano Aurgelmir. Ymir fu il progenitore di tutta la sua stirpe: di lui si dice che mentre dormiva spillò sudore e per questo gli crebbero sotto una mano un uomo e una donna; inoltre uno dei suoi piedi generò con l'altro un figlio dotato di sei teste. Ymir era nutrito dalla mucca Auðhumla, nata come lui dalle gocce di brina: dalle sue mammelle scorrevano quattro fiumi di latte. Per sfamarsi, Auðhumla leccò delle pietre ghiacciate, che erano salate. Il primo giorno che leccò le pietre, verso sera, uscirono da esse i capelli di un uomo, il secondo giorno la testa, il terzo giorno tutta la persona. Costui fu il primo uomo sulla terra e si chiamò Buri (=colui che procrea; abitatore del mondo): egli era bello, alto e forte. Buri ebbe un figlio che si chiamò Borr (=figlio; perforatore); Borr si unì con Bestla, figlia del gigante Bölþorn, ed essi ebbero tre figli: Odino, Vili e Vé. Costoro furono i primi fra gli dei.

Ora avvenne che i figli di Borr uccisero il gigante Ymir e affogarono nel suo sangue tuta la stirpe dei giganti del ghiaccio. Tuttavia uno di loro, Bergelmir, riuscì a fuggire con la sua famiglia allontanandosi su un'imbarcazione: da lui è discesa una nuova stirpe di giganti. Poi gli dei presero il corpo di Ymir, lo portarono nel mezzo del baratro degli abissi e da lui trassero il mondo: la terra fu fatta dalla carne, il mare e l'acqua dal sangue, le montagne dalle ossa, le pietre e i massi dai denti anteriori, dai molari e dalle schegge di osso. Dal cranio di Ymir fu tratta la volta del cielo. E' detto anche che nella carne del gigante si erano venuti formando dei vermi: per volontà degli dei essi ebbero l'aspetto e l'intelletto degli esseri umani e divennero così i nani che dimorano fra le pietre. Quattro di loro tuttavia furono posti agli angoli della terra dove sorreggono il cielo. Costoro hanno nome Austri, Vestri, Norðri e Suðri (=est, ovest, nord e sud). Poi gli dei avvinsero l'oceano attorno alla terra come un anello: esso è profondo e pericoloso, difficile da attraversare per gli uomini. Alcune scintille provenienti da Muspell ebbero un posto nel cielo e da esse originarono gli astri. Ad alcuni fu assegnata una sede stabile, ad altri una rotta da percorrere; così ebbe inizio anche il calcolo del tempo.

Al limite della terra, sulle spiagge del mare, fu data dimora ai giganti, in quel Paese che è l'estremo recinto del mondo. Quel luogo, assai freddo e oscuro, è detto Útgarðr (=recinto esterno) o Jötunheimr (=paese dei giganti). Con le sopracciglia del gigante Ymir fu fatto invece un possente recinto al centro del mondo, che fu detto Miðgarðr (=recinto di mezzo) e destinato ad accogliere la stirpe umana. Infine gli dei presero il cervello di Ymir e lo gettarono in aria: da esso hanno avuto origine tutte le nubi del cielo.