Tratto da: "I miti nordici" di Gianna Chiesa Isnardi, edizioni Longanesi&C., 1991; 1997

Si racconta che gli dei costruirono per sé, nel centro del mondo, una grande fortezza che ebbe nome Ásgarðr (=recinto degli Asi). Al centro di Ásgarðr si trova la pianura detta Iðavöllr, nella quale essi convennero alle origini per tenere consiglio: di là provengono tutte le decisioni riguardanti il destino e il governo del mondo. E' detto anche che gli dei erano fabbri e artigiani abilissimi, perciò costruirono una fucina e forgiarono per sé utensili e arnesi, creando così ogni sorta di materiale: metalli, pietre e legno. Fecero poi tale abbondanza di quel metallo che è detto oro, che tutti i loro strumenti erano d'oro e anche quell'età trasse dall'oro il proprio nome. In seguito tuttavia quell'era felice fu dispogliata dalle gigantesse. In Ásgarðr avevano anche costruito due templi, luoghi splendenti e sacri. Uno è Glaðsheimr (=dimora di gioia), che appartiene a Odino: dentro e fuori è tutto d'oro zecchino. Ivi si trovano i dodici scranni degli dei supremi, così come il trono eccelso di Odino; là si trova anche la Valhalla, paradiso degli eroi caduti in combattimento. Il santuario delle dee ha nome Víngólf e anch'esso è una dimora tutta splendente, dove abitano talora gli eletti. Víngólf è detto a volte Gimlé (=stanza degli amici), luogo situato nella parte meridionale del cielo. Alla fine del mondo, quando il cielo e la terra saranno spazzati via, Gimlé resisterà al fuoco distruttore: qui abiteranno per sempre gli uomini buoni e giusti. [...] Ora in quel luogo dimorano solo gli elfi luminosi. [...]

Nel cielo vivono ora in concordia gli dei della stirpe degli Asi e taluni provenienti da quella dei Vani, che furono accolti fra loro. Odino è il dio supremo: padre di tutti, uomini e dei. La sua sposa si chiama Frigg e da loro discende la stirpe degli Asi, che è potente e santa. Frigg possiede una dimora detta Fensalir. La dimora di Odino nel cielo si trova in Glaðsheimr e ha nome Valhalla. Egli possiede anche il luogo detto Válaskjálf (=rocca dei prescelti), tutto rivestito d'argento puro: in quella sala sta il trono detto Hliðskjálf. Quando il dio è seduto in quel luogo può osservare di là tutti i mondi così come il comportamento di ogni uomo. Odino è il dio più venerato dai guerrieri. Di lui si dice che è assai bello e nobile d'aspetto, piacevole nel conversare e favorevole agli amici. Ai nemici invece appare tremendo e funesto. Odino è maestro di ogni magia guerriera: sa ottundere le lame, paralizzare con lo sguardo, fermare il volo dei dardi o sciogliere le membra dai lacci. A lui spetta di concedere o negare la vittoria, perciò i suoi uomini ripongono in lui cieca fiducia. A Odino sono consacrati taluni guerrieri detti, a motivo del loro vestire, «camicie d'orso» (berserkir) o «casacche di lupo» (úlfheðnar): costoro non temono né il ferro né il fuoco. [...]

Coloro che muoiono in combattimento vengono accolti nella dimora che ha nome Valhalla (=aula dei prescelti). Là essi si chiamano Einherjar. La Valhalla è un luogo assai maestoso e facile da riconoscere: i pilastri infatti sono aste di lancia, sul tetto, al posto delle tegole, vi sono scudi, le panche sono cosparse di corazze. Sopra vi è sospesa un'aquila, un lupo pende impiccato alla porta occidentale. E' detto anche che le porte della Valhalla sono ben cinquecento e quaranta; tuttavia benché in quel luogo vi sia una grandissima folla, non è tanto difficile trovarvi posto quanto entrarvi. Il cancello della Valhalla si chiama Valgrind, ma ben pochi sanno come si apra il chiavistello; Goðvegr è forse la strada che ivi conduce. Davanti all'ingresso della Valhalla c'è un bosco i cui alberi hanno foglie d'oro e che si chiama Glasir (=luminoso; di vetro); a occidente cresce il vischio sempreverde che causerà la morte di Baldr (figlio di Odino e di Frigg, è il dio più bello, saggio e amato, ndr). Colà vi sono delle divinità femminili che si chiamano valchirie: ogni giorno Odino le manda sul campo di battaglia per proteggere gli eroi o per recare loro il segno di morte. Le valchirie accompagnano i caduti nella Valhalla e servono loro da bere la birra e l'idromele occupandosi dei servizi da tavola e dei boccali. L'idromele che sazia i guerrieri di Odino scorre dalle mammelle della capra Heiðrún che insieme a un cervo che ha nome Eikþyrnir bruca le foglie dell'albero cosmico. Nella Valhalla si trova anche il cuoco Andhrímnir, che ha il compito di nutrire gli Einherjar. Ogni giorno egli cuoce nel calderone Eldhrímnir il maiale detto Sæhrímnir, e benché i guerrieri se ne cibino esso è di nuovo intero la sera. Odino siede nella Valhalla con gli eroi, ma il cibo preparato per lui egli lo dà a due lupi che si chiamano Geri e Freki: a lui infatti è sufficiente il vino. Egli possiede anche due corvi che si chiamano Huginn (=pensiero) e Muninn (=memoria). Durante il giorno essi volano in giro per il mondo, ma all'ora del pasto tornano da lui, vanno ad appollaiarsi sulle sue spalle e gli rivelano tutto ciò che hanno visto e udito. [...]

Gli Einherjar che stanno con Odino nella Valhalla si destano ogni giorno al canto di un gallo che ha nome Gullinkambi o Salgofnir. Poi essi escono all'aperto e combattono fra loro. Ripetendo l'esercizio della guerra, si uccidono a vicenda; tuttavia al momento del pasto tornano nella Valhalla e siedono a bere concordi e riconciliati. Così sarà, giorno dopo giorno, fino al crepuscolo degli dei. Quando scoccherà quell'ora tutte le porte della Valhalla si apriranno ed essi ne usciranno per combattere al fianco di Odino la battaglia definitiva contro le forze del male.