Così sei catanesi scrivendo e-mail inventano un romanzo

Articolo pubblicato su Stilos

Inserto quindicinale di cultura letteraria del quotidiano La Sicilia

Catania 20 Giugno 2000

di Gianni Bonina

"Disseminati nel mondo dopo la laurea, amici dal liceo, riescono a tenersi in contatto con la posta elettronica e le corrispondenze scambiate per sei mesi formano un libro epistolare: una testimonianza sull'amicizia e sui sentimenti camerateschi, ma anche una prova narrativa di ottimismo e coraggio della nuova generazione"


Sei giovani ingegneri catanesi appena laureati, che si conoscono dal primo anno del liceo scientifico e che sono stati sempre assieme in un'esemplare comitiva d'amici, ritrovandosi improvvisamente dispersi nel mondo per motivi di studio e di lavoro, riescono a tenersi in contatto grazie ad Internet creando una mailing list e ottenendo così di conversare in gruppo come se fossero ancora insieme.

Gli e-mail scambiati dal gennaio al giugno dell'anno scorso tra Milano, Bologna, Francoforte, Norvegia e New York, sono finiti, senza modifiche sostanziali, in un libro che la collana "Stile Libero" di Einaudi sta valutando ai fini di una pubblicazione che costituirebbe, dopo il recente Alessandra C. della Addictions, uno dei primi casi italiani di produzione letteraria nata nella rete e per la rete e poi travasata in un tradizionale libro stampato.

Il libro si intitolerà Baci a Silvia a tutti. L'amicizia ai tempi di Internet ed è in questo senso la testimonianza di un'amicizia indistruttibile, vissuta nell'era telematica e resa sempre viviscente dall'uso delle moderne tecnologie. Senza Internet i sei neo dottori catanesi avrebbero finito per allontanarsi, perché da un lato il telefono non avrebbe permesso la conversazione simultanea di un gruppo, e da un altro il ricorso alla posta tradizionale non avrebbe offerto l´ occasione per uno scambio così frequente di comunicazioni concomitanti la cui migliore qualità è la sorgiva naturalezza.

Il libro prende il nome dalla ragazza di uno dei sei amici, la persona che ciascuno sente di dover salutare prima di comunicare con gli altri, ed è percorso da un senso divertito, feerico e scanzonato, non mai puerile e scaduto, della vita colta all'età di 28 anni, sul crinale tra la spensierata, trascorsa, giovinezza dedita agli svaghi e agli studi e i primi impegni professionali di lavoro che chiamano all'adempimento di nuovi doveri. Il sentimento dell'amicizia prevale sulla lontananza e sulle ultime incombenze, sulle insorgenti preoccupazioni, ed evoca emozioni ancora vivide legate ai ricordi dell'infanzia, delle feste e delle gite assieme, alle ragazze, alla nostalgia di Catania e dei suoi ritrovi.

Il libro (che è la trascrizione pressoché fedele degli e-mail con tutti gli errori, grammaticali, ortografici e sintattici, che il linguaggio parlato può comportare) riesce a cogliere (al di là delle salaci, quotidiane comunicazioni, tutto sommato prevedibili, intercorse tra sei amici, tenute su temi scontati e minimalisti) il senso più profondo di una appartenenza, di un plurimo riconoscimento in un ideale di comunione e di amicizia che tutto può concedersi, dallo sberleffo al rimbrotto, e che da nulla può essere minato, neppure dal tempo né dallo spazio.

Letto come una prova narrativa, il carteggio telematico è un inno all'amicizia e un elogio dell'affetto cameratesco che il nostro tempo riesce ancora a cementare, ancora più probante perché riguarda sei ingegneri e quindi figure professionali che dallo spirito umanistico non possono avere ricevuto se non una circoscritta educazione. È anche la rappresentazione di una stagione di vita nazionale vista attraverso le lenti irridenti e irriverenti di sei osservatori estranei che interpretano la communis opinio italiana dal lato di una generazione che vuole e sa giudicare, consapevole ed avvertita. Eppure non è la poesia che manca in questo libro molto catanese, scritto esplicitamente con un gusto e un passo tutti catanesi, dove troviamo Brancati e Patti tenersi a braccetto: il Brancati dei sogni che si infrangono in una Catania che offre progetti chimerici, programmi di partenza e voglia di restare; e il Patti della nostalgia e del tempo trascorso, delle cose buone e rimpiante - come dire, futuro e passato in un dispositivo fatto per funzionare in un presente vittoriniano, pieno di vita, dove poter essere mas hombre.

Un elogio alla vita dunque questo libro estemporaneo, nato innaturalmente da uno scambio epistolare che vanta freschezza giovanile ed una esuberanza vitale sufficienti ad affrontare in modo nuovo, da nuovo millennio, i temi della solitudine, del viaggio, della lontananza sul cui registro si è resa gelida e corrusca la narrativa del secolo scorso. Qui la solitudine di chi, giovanissimo, si ritrova lontano dai propri luoghi e dalla propria gente, è vista come una condizione e non più come un problema, resa meno drammatica e traumatica dalla presenza di quel potentissimo mezzo di comunicazione che è diventato Internet.

La possibilità di comunicare in tempo reale e quindi di sentirsi vicini sterilizza il mostro novecentesco della solitudine; rende il viaggio soltanto uno spostamento, la distanza appena un discostamento da realizzare non più nella misura, incolmabile, del tempo ma in quella meno consequenziale dello spazio; vena la vita irta di nuove difficoltà di un senso di umorismo che è innanzitutto una prova di coraggio e di ottimismo. Concepito appena vent'anni fa, un libro del genere - di sei amici che si tengono in qualche modo ancora in contatto pur vivendo ai quattro angoli del mondo - sarebbe stato un campionario di lai e malinconie, di struggimenti ed estenuazioni, di insani propositi e di appelli al conforto. Oggi è la testimonianza di quanta forza d'animo abbia la giovinezza e quante cose nuove abbiano i giovani da dire anche sul piano dell'invenzione letteraria. Non conta più che i fatti raccontati siano realmente accaduti e che gli autori siano dei tecnici destinati a diventare compunti professionisti. Conta che i fatti, nella loro quotidianità semplice e banale, siano raccontati con un gusto inusitato e originale, una lingua immediata ed incisiva, che non si vergogna di sovraesporsi, intessendo una storia che riecheggia alla lontana film del tipo Amici Miei e che canta l'amicizia come valore sociale dominante e invincibile. Per scoprire alla fine che i buoni sentimenti più che essere soffocati dall'uso dei nuovi mezzi di comunicazione possono invece essere esaltati da essi, autenticati in una forma letteraria che precorre un genere i cui effetti appaiono al momento indistinti seppure divenuti evidenti e incalzanti.