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- ECSTASY & STORIA
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- ...Era la
PANACEA per i soldati, Ora è una delle sostanze più temibili; ha 87 anni, ma non li
dimostra...
- (di Fabio Santaniello)
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- Dalla Grande Guerra ai
giorni nostri. La MDMA ha attraversato il fronte e gli ambulatori degli psichiatri per
finire nelle discoteche di tutto il mondo.
- Nuova droga? Neanche per
sogno: il principio attivo dell'ecstasy e cioè la molecola della metilendiossimetamfetamina (MDMA) fu scoperta
nei laboratori tedeschi della Merck nel 1912 ed il relativo brevetto di farmaco
anoressizzante risulta depositato nel 1914.
Nel corso dei suoi ottantasette anni di vita, all'ecstasy sono state
applicate forme diverse di somministrazione e di studio. Durante la prima guerra mondiale
tornò utile per ridurre fame e stanchezza e contemporaneamente per potenziare la
resistenza fisica nei soldati. Bisognerà però attendere gli anni '50 per l'inizio delle
sperimentazioni sulla tossicità, ad opera dell'Università del Michigan su commissione
dell'esercito americano. La stessa U.S. Army, in quell'epoca, ne sperimentò gli effetti
fornendola ai Marines nella guerra di Corea e successivamente, durante il conflitto
vietnamita, permise alle truppe di consumare sostanze amfetaminiche (ma anche oppiacei ed
altro) senza particolari controlli.
Verso la fine degli anni '60 si fa strada l'area ricreazionale, cioè
il consumo di questa droga per scopi socializzanti (almeno questo era l'intento) e senza
controllo medico: e così che dalla costa occidentale americana (California in testa)
questa abitudine si diffuse in tutti gli altri stati.
Il 1978 è l'anno della pubblicazione dei resoconti sulle sperimentazioni
curate da alcuni psichiatri californiani, che ritenendo l'MDMA un farmaco utile alla
comunicazione fra paziente e terapeuta, ne avevano somministrato dosi variabili ai loro
clienti; gli studi saranno approfonditi ed aggiornati e con un'ulteriore pubblicazione
avvenuta quattro anni più tardi crebbe anche il numero di psicanalisti sostenitori di
questa rivoluzionaria terapia.
Grazie all'ecstasy si intravide la possibilita di inaugurare una nuova classe
di farmaci (differenti sia dagli allucinogeni che dagli altri psicostimolanti) da definire
entactogeni, capaci cioe di
indurre all'entusiasmo ed alla discussione serena di vissuti traumatici. Ma nonostante
l'entusiasmo e la casistica sempre più voluminosa, l'MDMA venne inserita nella tabella
delle sostanze stupefacenti e psicotrope da tenere sotto controllo, al pari di altre
sostanze d'abuso come l'eroina e l'LSD (per la cocaina bisognerà attendere ancora qualche
anno). La Drug Enforcement Administration (DEA) motivò il provvedimento
restrittivo adottato nel 1984 con la mancanza di una adeguata documentazione medica sugli
aspetti neurotossiici di cui l'ecstasy sembra essere particolarmente ricca.
Con il divieto di prescrizione e la conseguente illegalità fiorisce
però la produzione clandestina che, grazie alle continue manipolazioni chimiche, prepara
un così alto numero di sostanze derivanti dalla amfetamina che la MDMA si guadagna il
titolo di regina delle designer drugs, le cosiddette droghe d'autore. Il lavoro di modifica della sostanza base, con le sempre inedite sintesi
di laboratorio, ostacola gli studi sulla neurotossicità di ogni singolo prodotto, al
punto che per le autorità sanitarie mondiali è impossibile tenere sotto controllo le
designer drugs. Per questo motivo droghe con alto potere tossicomanico restano di volta in
volta al di fuori delle tabelle comprendenti le sostanze pericolose per un periodo
sufficiente ad una diffusione non strettamente illegale. Infatti il mercato dell'ecstasy
non conosce soste ne crisi di sorta, ma annovera sempre nuovi ed esigenti clienti anche in
considerazione delleta media dei consumatori, poiche tende progressivamente e
costantemente a diminuire.
In pochi anni, dagli ambulatori degli psicanalisti, la sostanza si e
trasferita nelle discoteche di tutto il mondo trovando in esse l'habitat ideale di spaccio
e di abuso. Si parla e si discute spesso di queste pasticche perche in relazione ad esse,
cosi facilmente circolanti nei luoghi di ritrovo dei giovani, si registrano ogni anno
migliaia di decessi soprattutto legati ad incidenti stradali. Ma e facile pensare che il
vero volto dell'ecstasy (di cui ne conosciamo solo un profilo) sia ben piu temibile: per
la sua natura rientra sicuramente nel novero degli stupefacenti con il piu alto potere
tossicomanico. Con una diffusione in costante crescita, con l'acquisto ed il consumo che
avvengono con molta superficialita (complici la propaganda pilotata che ne minimizza i
danni e una non adeguata campagna di prevenzione) cio che preoccupa di piu e la terapia
farmacologica e non da contrapporre ai guasti cerebrali di cui e responsabile l'ecstasy.
Perche? Semplice: al momento non esiste affatto una qualsiasi cura. Chi ne abusa rischia
di arrecarsi danni irreversibili al cervello ed a tutto il sistema nervoso.
- ECSTASY: DALLUSO
IN PSICOTERAPIA ALLABUSO IN DISCOTECA
- (di Luciana Garau)
- Uno studio sistematico sugli
effetti tossici della MDMA ha avuto inizio negli anni 50 allUniversità del Michigan
su commissione dellEsercito Americano, ma i risultati non sono stati resi noti. Gli
effetti comportamentali e la dose letale in alcune specie animali sono stati descritti nel
1973 in uno studio sulla mescalina ed alcuni suoi analoghi. Per i suoi effetti
sullumore, la MDMA è stata introdotta in psicoterapia, in considerazione
della proprietà attribuita a questa molecola di abbattere le barriere fra medico e
paziente e in particolare di abbassare le difese del paziente e di favorire fiducia e
confidenza. Il primo studio sullattività farmacologica nelluomo è pubblicato
nel 1978 e riporta che la MDMA provoca uno stato di coscienza alterato, facilmente
controllabile, con ipertonia emotiva e sensoria e che può essere un utile
strumento in psicoterapia, ma non presenta risultati ottenuti in questa applicazione, in
uso fin dai primi anni 70.
Linteresse scientifico e sociale per lecstasy diventa rilevante
quando negli Stati Uniti la DEA (Drug Enforcement Administration)
inserisce la MDMA nella tabella I, la più restrittiva per le sostanze sottoposte a
controllo legale. La DEA giustifica il provvedimento con: lassenza di
unapplicazione medica documentabile, la diffusione delluso ricreativo, il
rischio di neurotossicità.
Durante una seduta di psicoterapia, la MDMA è generalmente assunta in una
prima dose compresa tra 50 e 200 mg. (solitamente 100-150 mg.); alcune ore dopo, quando
leffetto va attenuandosi, il paziente riceve una seconda dose di 50-75 mg.
La frequenza delle sedute di psicoterapia con MDMA è generalmente
quindicinale, ma dipende dal terapista e dal paziente. Il numero di terapisti che
continuano ad utilizzare la MDMA non è noto, probabilmente è diminuito a causa
dellinserimento della sostanza nella tabella I degli Stati Uniti. Recentemente la
Food and Drug Administration ha concesso lautorizzazione per limitati studi
sulluomo. Studi analoghi sono stati condotti in Svizzera, con lapprovazione
delle autorità, negli ultimi cinque anni. Non sono ancora noti,
però, i risultati ottenuti.
- (Tratto da Medicina delle
tossicodipendenze, anno II n. 4
Italian Journal of the Addictions -Demos Editore- Cagliari)
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