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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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 Frenis Zero  Publisher

      "UN RAGGIO DI INTENSA OSCURITA'. L'eredità di Wilfred Bion" di James S. Grotstein

 

 

 

 Recensione di Andrea Castiello D'Antonio

 


James S. Grotstein, Un raggio di intensa oscurità. L'eredità di Wilfred Bion, Cortina, Milano 2010, pagg. XXV-401, € 37,00

Nota editoriale: le citazioni in inglese e i corrispettivi numeri di pagina si riferiscono all'edizione inglese Karnac del 2007.

 

            

 

  

 

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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EDIZIONI FRENIS ZERO

 

Ultima uscita/New issue:

 

Resnik, S. et al.  (a cura di Monica Ferri), "L'ascolto dei sensi e dei luoghi nella relazione terapeutica"

Writings by:A. Ambrosini, A. Bimbi,  M. Ferri,               G. Gabbriellini,  A. Luperini, S. Resnik,                      S. Rodighiero,  R. Tancredi,  A. Taquini Resnik,       G. Trippi

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della Psicoanalisi

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 156

ISBN:978-88-97479-04-8 

Prezzo/Price: € 37,00

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Silvio G. Cusin, "Sessualità e conoscenza" 

A cura di/Edited by:  A. Cusin & G. Leo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 476

ISBN:  978-88-97479-03-1

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura di G. Leo e G. Riefolo (Editors)

 

A cura di/Edited by:  G. Leo & G. Riefolo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 426

ISBN: 978-88-903710-9-7

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor) 

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Cordoglio e pregiudizio

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 136

ISBN: 978-88-903710-7-3

Prezzo/Price: € 23,00

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AA.VV., "Lo spazio  velato.   Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 382

ISBN: 978-88-903710-6-6

Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., Psychoanalysis and its Borders, a cura di G. Leo (Editor)


Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jimenez, O.F. Kernberg,  S. Resnik.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 348

ISBN: 978-88-974790-2-4

Prezzo/Price: € 19,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A. Cusin e G. Leo
Psicoanalisi e luoghi della negazione

Writings by:J. Altounian, S. Amati Sas, M.  e M. Avakian, W.  A. Cusin,  N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini  Scalmati,  G.  Schneider,  M. Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2011 

Pagine/Pages: 400

ISBN: 978-88-903710-4-2

Prezzo/Price: € 38,00

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"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

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"Psicologia dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 41,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Edizione: 2a

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011

Prezzo/Price: € 34,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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Mi sono accostato a questo libro cum timore et tremore, ma ben presto ho scoperto un lavoro sicuramente non di facilissima lettura, ma che permetteva anche al lettore non particolarmente esperto dell'opera di Bion di coglierne i punti salienti e, soprattutto, di avvertire dentro di sé le tonalità della grande melodia che Bion ha composto sull'essere umano. Credo comunque che si debba accettare di non riuscire a comprendere tutto ciò che Grotstein propone e presenta al lettore - almeno di non riuscire a comprendere tutto nella stessa identica maniera e con la medesima acutezza - proprio come accade per l'opera di Bion. Anche se nella presentazione dell'opera Grotstein riporta che "I have asked to undertake the daunting task of writing a book on Bion that will introduce a distillation and synthesis of his ideas for the general public" (p.9), dubito che il "general public" possa seguire e capire l'Autore nel suo percorso attraverso l'opera bioniana.  

In realtà si tratta di un testo che oltre a presentare il punto di vista di Grotstein su Bion, e ad elaborare i suoi concetti, presenta le idee che l'autore ha sviluppato riflettendo e sognando intorno all'insegnamento di Bion. La struttura del testo rende agevole il compito al lettore che desideri soffermarsi su singole questioni o problematiche: si tratta, infatti, di una struttura ordinata per tematiche. Il testo, infatti, non segue alcuna impostazione cronologica, non vuole essere una biografia di Bion - al proposito, vedi Bléandonu (1993) - né un "reference book" - come è il lavoro di Lopez-Corvo (2002), o un'analisi specifica dei suoi contributi, come, ad esempio, in Grinberg, Sor e Tabak de Bianchedi (1972). Inoltre, l'illustrazione del pensiero di Bion è accuratamente separata dalle riflessioni dell'autore e dalle innovazioni che Grotstein stesso ha apportato all'opera di Bion.

Una seconda, importante, caratteristica del lavoro di Grotstein si trova nel momento in cui l'autore presenta e discute della sua psicoanalisi - del suo modo di intendere la psicoanalisi - rispetto alla psicoanalisi per come è stata intesa da Bion.

Dunque, si tratta di qualcosa che è molto di più di, ed è molto diverso da, una riflessione su Bion: si potrebbe affermare che la seconda parte del titolo di questo libro - Wilfred Bion Legacy to Psychoanalysis - non rende davvero giustizia al testo ma, al contempo, manifesta la modestia di Grotstein il quale, non a caso, in riferimento ad idee e concetti espressi da Freud, da Bion, e da altri, più di una volta premette espressioni del tipo "I understand him to mean that…" (p.187). 

In sostanza, in questo lavoro Grotstein illustra il suo personale punto di vista sulla psicoanalisi, partendo e tornando circolarmente a Bion, elaborando ipotesi e riflessioni. Il libro è dedicato a Bion con una frase che riassume in se stessa lo spirito profondo del testo: "To Wilfred Bion. My gratitude to you for allowing Me to become reunited with me - and for encouraging me to play with your ideas as well as my own" (p.V).

Si tratta di uno dei tipici testi difficilmente sintetizzabile per la ricchezza di spunti e considerazioni, poste a diversi livelli ed elaborate da differenti punti di vista. Ciò che propone Grotstein è dunque in parte rappresentabile con la cosiddetta visione elicottero - "helicopter overview" - e ciò rende l'idea del dinamismo e del movimento che si percepiscono vivere all'interno di questo libro. Un libro in cui mi sembra che il lettore possa "andare e venire", sfiorando con leggerezza alcuni temi e lasciandosi sprofondare in altri. L'unico capitolo dei trentuno che compongono il testo che lascia sorpresi per la sua brevità (una pagina e mezzo) è il terzo - What kind of person was Bion? - fatto forse da porre in relazione con l'interruzione dell'analisi di Grotstein con Bion causata dalla partenza da Los Angeles di quest'ultimo. Ma, come recita la presentazione editoriale dell'Autore ad inizio testo, "Dr. Grotstein is the only person to have been in analysis with Bion who has written about him in a major way" (p. XV).

In molti capitoli Grotstein pone dei quesiti, si interroga - ad esempio su O, sugli elementi β, sul contenitore-contenuto - coinvolgendo così il lettore in un percorso di auto-interrogazione e di ricerca in tempo reale, "disturbando" probabilmente numerose certezze (Grotstein, 1981) - vedi, ad esempio, l'elaborazione del concetto di identificazione proiettiva -. Al termine del volume è posta un'utilissima Bibliografia delle opere di Bion a firma di Henry Karnac - sul tema, vedi anche Karnac, 2008 -.

L'analisi che Grotstein visse con Bion fu la sua terza analisi, "having studied psychoanalysis in a classical Freudian institute and having had four analysis (the first orthodox Freudian, the second Fairbairnian, the third by Bion, a Klenian-Bionian, and the fourth with a traditional Kleinian" (p.39). L'analisi con Bion, si interruppe dopo circa sei anni allorché Bion partì da Los Angeles e Grotstein proseguì quindi il cammino interrotto con un analista kleiniano tradizionale. "With Bion my pilgrimage was to acknowledge, with reverence and awe, the majesty and enormity of my mind and to recognize how cut-off I was from it - and how my anxieties and symptoms were but intimations of my inner 'immortality' and infinite resources" (p.39).

In più riprese Grotstein traccia ciò che ritiene essere stato il contributo fondamentale di Bion alla psicoanalisi, offrendo al lettore una chiave interpretativa dell'opera di Bion, per così dire, in pillole.  "Bion shifted the focus from drive to emotions and restructured the drives as L. H. and K emotional linkages between self and objects and as emotional categories for these links - a revolutionary development!" (p.39). "Bion thus subtly revised the psychoanalytic concepts of first cause (emotional stimulus as opposed to libidinal or death drive), hinted at but did not specify a truth drive, and relegated the libidinal (L) drive and the aggressive (H) drive, in a new conjunction with the epistemophilic (K) drive, to the status of emotional links between self and objects: in other words, one knows (K) an object by how one feel (L and/or H) about it" (pp.136-137).  E ancora: "Bion was clearly an intersubjectivist and a relationist, having been profoundly influenced by Einstein's theory of relativity and Heisenberg's theory of uncertainty" (p.161).

Di interesse, per comprendere Grotstein al lavoro, è, ad esempio, il suo resoconto e la sua reazione al sogno di un suo paziente, un professore universitario di 76 anni, in analisi da quattro anni, a cinque sedute settimanali: è qui descritto in modo vivido come Grotstein "diviene il suo paziente" e l'angoscia che egli prova, completando il suo sogno: "all the hypothesis I enumerated above came to me while I was 'dreaming' the session and seekink to complete the analysand's dream by effects it as a 'co-pilot dreamer'" (p.287).

Ma vi sono alcuni punti che, a mio parere, avrebbero meritato più spazio e una riflessione maggiormente articolata. Il primo si riferisce a ciò che Grotstein cita di sfuggita, riferendosi ad una comunicazione personale di Bion che risale a 34 anni fa circa, circa la Kabbalah, "the mystic hebrew text in which Bion was deeply interested (personal communication, 1976)" (p.117). Su tale fascinazione di Bion verso la Kabbalah dello Zohar sarebbe molto interessante saperne di più sulla base dell'esperienza di Grotstein. Si tratta, in senso generale, di una questione che coinvolge l'intera psicoanalisi - vedi i recenti saggi di Berke, Schneider, 2008, e Merkur, 2010 - e che è già stata oggetto di studio rispetto all'influenza che la tradizione e la cultura ebraica hanno avuto su Freud - si veda, ad esempio, il classico lavoro di Bakan (1965) -. Nello specifico, il pensiero di Bion si è in qualche misura sviluppato verso dimensioni numinose e trascendentali, e comprendere quindi l'influenza della religione in particolare sullo sviluppo delle sue ultime visioni non è cosa da poco conto - "Bion came from a Protestant missionary family, Swiss Calvinist of Huguenot origin on his father's side, and Anglo-Indian on his mother's" (Bion Talamo, p.183, 2005). Su questa linea di pensiero Grotstein si muove indicando la duplice anima di Bion - indiana e britannica - e collegando a ciò le dimensioni del sogno e del pensiero.

Un secondo aspetto che, personalmente, ho sempre notato con grande interesse è l'esperienza che Bion ha vissuto nel corso della I Guerra Mondiale: "Bion, the intrepid explorer of 'the deep and formless infinite', seems to have navigated the passage to O consulting the 'stars of darkness'. He arrived at this new concept of trasformation and evolution in O, first by intuiting the existence (presence) of the absent breast, the 'no-thing', in the clinical situation. According to Meg Harris Williams (1985), he may also have arrive at it from having experienced the terrors and traumas of his own life" (p.118) - sul collegamento tra l'esperienza di guerra e lo sviluppo di alcuni concetti bioniani - vedi Grotstein, 1993 -.

Come Bion (1982) riporta nella sua autobiografia (che copre gli anni 1897-1919) e nella quale dedica centinaia di pagine all'esperienza della guerra, egli servì nel "Royal Tank Regiment" (1916-1918) ed ebbe diversi riconoscimenti (il Distinguished Service Order e la Legion d'Honneur). Le pagine dedicate alla guerra sono di un'intentistà inimmaginabile, costellate dai dialoghi tra Bion e i commilitoni, e dalle visioni terribili di devastazione e morte. "His life was so tragic that one can only empathically grieve while reading about it, especially the entry: "I died on August 8, 1918, on the Amiens-Roye Road" (p.35).

Più avanti nel tempo Bion si sarebbe occupato di organizzare e gestire piani di recupero e cura dei militari traumatizzati in battaglia. Infatti, nel corso della II Guerra Mondiale egli fu chiamato come psichiatra militare (Bion, 1948) - per una notazione sulla immane, ed oggi difficilmente immaginabile, distruzione globale che in Europa fu causata dalla Seconda Guerra Mondiale, vedi, ad esempio, Zaretsky (2004) - ad occuparsi dei militari traumatizzati, del loro possibile reinserimento in attività operative, o nella vita civile. Harold Bridger ha offerto una descrizione sintetica di tale impegno professionale (e delle difficoltà che incontrarono sia Bion che Rickman). "One of the most important achievements of social psychiatry during the Second World War was the discovery of therapeutic community. The idea of using all the relationships and activities of a residential psychiatric centre to aid the therapeutic task was first put forward by Wilfred Bion in 1940 in what became known as the Wharncliffe Memorandum, a paper to his former analyst, John Rickman, then at the Wharncliffe neurosis centre of the wartime Emergency Medical Service (EMS)…. The opportunity to test the efficacy of the therapeutic community idea arose in the autumn of 1942 at Northfield Military Hospital in Birmingham " (Bridger, 2005, 15-16) - sul famoso "Northfield experiment" vedi il puntuale lavoro di Harrison (2000) -.

Bion si sarebbe fortemente interessato alla tematica della leadership e della gestione del team - vedi i suoi sette contributi intitolati "Experiences in Groups", pubblicati sulla rivista Human Relations tra il 1948 e il 1951, ed il saggio "Group Dynamics: A Review" apparso nel 1952 sull'International Journal of Psychoanalysis -. Forse non è molto noto che Bion rifondò sostanzialmente il concetto di leadership rispetto a ciò che ai tempi si intendeva quasi esclusivamente come "attitudine al comando": egli individuò nella capacità del capo di gestire, motivare e mantenere coesa la squadra che comanda ("team building") l'essenza vera della capacità di leadership.

In parallelo, venne chiamato a contribuire a riformulare le procedure di scelta e selezione degli ufficiali nel contesto degli "WOSBs - War Office Selections Boards", proponendo tra l'altro una prova di valutazione nota come "leaderless group discussion" (Bion, 1946): in tale prova (che consiste in una dinamica in piccolo gruppo) accade che la persona che possiede una maggiore capacità attualizzata o potenziale di esercitare la leadership, o di manifestare il proprio carisma, emerga spontaneamente nella dinamica di gruppo. Tali impostazioni individuate da Bion nei campi della formazione e della valutazione sono ancora oggi applicate nella "Organizational Psychology" ad impostazione clinico-dinamica (Castiello d'Antonio, 2003) e nella psicologia militare, così come le sue intuizioni sulle dimensioni nascoste ed inconsce della vita dei gruppi organizzati e finalizzati - the "basic assumptions" - costituiscono una conoscenza importante nell'area della psicoanalisi applicata alle organizzazioni - vedi, ad esempio, i lavori sviluppati nell'ambito della "ISPSO - International Society for the Psychoanalytic Study of Organizations".

Tornando alla mia personale lettura del libro di Grotstein devo dire che ho iniziato lo studio di questo testo sottolineando accuratamente i passaggi che mi sembravano più importanti, ma ben presto mi sono reso conto che avrei sottolineato quasi l'intero volume… Sono allora passato ad una diversa modalità di registrazione e di presa di impressioni, cosa che mi ha consentito, credo, di pensare con Grotstein (e con Bion) in maniera più diretta ed autentica circa gli argomenti trattati.

Vorrei dire che questo libro - la cui stesura ha probabilmente impegnato l'autore per diversi anni - non dà l'impressione di essere stato scritto in un tempo, comunque, delimitato, bensì di rappresentare il frutto maturo di una intera vita: una vita che non è solo professionale e che non casualmente è stata scandita da ben quattro analisi. Al proposito, mi chiedo quanti analisti si impegnino in più di una analisi (vale a dire, in ulteriori analisi oltre l'analisi didattica), e quanti, soprattutto oggi, seguano anche lontanamente il noto consiglio freudiano di ripetere una analisi ogni cinque anni circa. Del resto, le opinioni non sempre positive sulla cosiddetta analisi didattica riportate in letteratura e sintetizzabili con l'espressione "si fa una analisi per l'Istituto (la didattica) e poi una seconda per se stessi!", dicono molto sotto tale aspetto, così come appaiono scottanti le questioni sempre aperte della selezione dei candidati alla professione di psicoanalista e del loro training (vedi, ad esempio, Berman, 2004, Kernberg, 1996, 2006 e 2007; vedi anche Castiello d'Antonio, 2008).

Sicuramente queste pagine rappresentano uno stimolo a rileggere l'intera opera di Bion, il quale fu analizzato dapprima da John Rickman - sull'opera di Rickman, vedi l'interessante raccolta di scritti organizzata da Pearl King (2003) - e poi da Melanie Klein -. Rileggere non solo la sua opera scientifica, ma anche la sua bellissima autobiografia (Bion, 1982 e 1985) e la sua biografia immaginativa nota come Memoria del futuro. Spero, inoltre, che questa opera di Grotstein non sia considerata qualcosa che può (o deve) essere studiata solo dai bioniani, o dai kleniani, o da chissà quale altra segmentazione della comunità psicoanalitica internazionale - evidentemente lontane anni luce dall'auspicio formulato da Rangell (2007) -: sarebbe infatti davvero riduttivo vederla come un'opera "di scuola", o peggio ancora, "di parte", magari volutamente da ignorare da parte di coloro che la pensano in modo differente…

Ho chiuso il testo di Grotstein con in mente una miriade di pensieri e di emozioni, in un primo pomeriggio, molto caldo, dell'estate 2010 e sono subito caduto in un sonno profondo. Al risveglio ho iniziato a scrivere queste note sentendomi non più intimorito dalla straordinaria opera composta da Grotstein, bensì in grado di sentirla risuonare in me e di poterne esplicitare ciò che mi sembrano almeno alcuni dei suoi, molteplici, tratti salienti.

Ho incontrato una sola volta Grotstein alcuni anni fa a Roma in occasione del IV Convegno sul pensiero di Matte Blanco (nel settembre del 2004) dal titolo "L’emozione come esperienza infinita". Era stato da pochissimo pubblicato in italiano il suo Who is the Dreamer Who Dreams the Dream? A Study of Psychic Presence (Grotstein, 2000): scambiammo alcune parole sulla memoria implicita e l'inconscio non rimosso, e ricordo ancora il suo sguardo attento e curioso, la sua gentilezza di modi…. Credo davvero che si debba essere molto riconoscenti a Grotstein per questa sua opera e per questa sua fatica: da ora in avanti, chi vorrà studiare il pensiero e l'opera di Wilfred Ruprecht Bion (Mattra, 8 settembre 1897 - Oxford, 8 novembre 1979) non potrà prescindere dallo studio di questo lavoro di Grotstein e dalla lettura del suo affascinante e più recente scritto sulla tecnica analitica (Grotstein, 2009).

 

 

 

 

 

 

 Bibliografia

 

Bakan D. (1965), Sigmund Freud and the Jewish Mystical Tradition. New York (N.Y.): Schocken.

Berke J. H., Schneider S. (2008), Centers of Power: The Convergence of Psychoanalysis and Kabbalah. New York: Jason Aronson.

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Bléandonu Grotstein (1993), Wilfred R. Bion: His Life and Works, 1897-1979. London: Free Association Books, 1996.

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Grinberg L., Sor D., Tabak de Bianchedi E. (1972), Introducción a las Teorías de Bion. Buenos Aires: Ediciones Nueva Visión. English Edition.: Introduction to the Work of Bion. New York: Jason Aronson, 1975.

Grotstein J. S. (1981), (Editor), Do I Dare Disturb the Universe? A Memorial to Wilfred Bion. Caesura Press, Beverly Hills, CA.

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Grotstein J. S. (2000), Who is the Dreamer Who Dreams the Dream? A Study of Psychic Presence Hillsdale (N.J.): The Analytic Press.

Grotstein J. S. (2009), …But at the Same Time and on Another Level…: Psychoanalytic Technique in the Klenian/Bionian Mode. Karnac, London.

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Kernberg O.F. (2006). The coming changes in psychoanalytic education. Part I. Int. J. Psychoanal., 87: 1649-1673.

Kernberg O.F. (2007). The coming changes in psychoanalytic education. Part II. Int. J. Psychoanal., 88: 183-202.

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Leo Rangell (2007), The Road to Unity in Psychoanalytic Theory. New York: Jason Aronson.

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