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CONVERSANO NELLA STORIA

Castiglione.

Nel territorio di Conversano, dove una modesta altura domina l'ampio paesaggio agrario sottostante, gli "antichi" posero la loro dimora.
L'altura è oggi denominata Castiglione, perché così si chiamava la contrada in età medioevale. Il paesaggio circostante è quello posto tra la vicina Conversano, e la retrostante Castellana Grotte. Gli antichi abitatori, che per primi occuparono la collinetta, furono alcuni gruppi di allevatori e contadini dell'età del Bronzo.
La scelta del colle in età antica non dovette essere casuale. L'avvallamento posto ai piedi della collina raccoglieva, infatti, sufficienti risorse idriche (il " lago") disponibili fino alla stagione estiva; il fertile terreno agrario, allora in gran parte ricoperto di vegetazione boschiva, agevolava la coltivazione dei primi prodotti; il rilievo collinare che tocca alla sommità 260 m. di quota, offrva una naturale difesa.
Ombreggiati dalle piante di ulivo e più ancora dal fitto fogliame di querce secolari, i fianchi della collina di Castiglione nascondono, a chi guarda da lontano, i resti dell'antico abitato. Solo quando si percorre l'ultimo tratto della ripida stradina che porta alla sommità dell'altura si cominciano a scorgere i resti di una robusta muratura e, più in alto, il corpo compatto e nitido, dopo il recente restauro, di una Torre quadrangolare.                       A piano terra, oltre che la robustezza dei muri potremo facilmente osservare come la Torre abbia inglobato una precedente struttura. Si tratta di una porta urbica, di cui è possibile vedere un analogo esempio in Conversano, la cosiddetta "Porta delle Gabelle" datata al 1338.
Torre di Castiglione (45128 byte)

Questa porta di Castiglione si congiungeva, evidentemente, alla fortificazione muraria che ancora circonda la parte alta della collinetta e che in età medioevale (secolo tredicesimo- quindicesimo) difendeva il casale di Castiglione. Quello che può comunicarci questo residuo di muro è una concreta immagine d'insieme del sistema difensivo del casale che nell'aria interna (mq. 13000) si sviluppa con le sue strade, con gli edifici di abitazione e di lavoro, con le strutture proprie di un piccolo abitato rurale.
Non mancava, naturalmente, l'edificio di culto: è, infatti, la chiesetta dell'Annunziata. Si trattava di un piccolo edificio ad aula rettangolare con abside semicircolare rivolta a ad oriente, ed un secondo ambiente affiancato sul lato sinistro.
Le fondazioni di alcuni ambienti di abitazioni, in genere ricoperte dagli strati di terriccio e di materiali litici accumulatisi nei secoli, in qualche punto sono state messe in evidenza dagli scavi di questi ultimi anni. Ma la quasi totalità delle strutture urbane è ancora da riportare alla luce.
I reperti fissano i termini di vita nel casale medioevale di Castiglione tra il tredicesimo e la fine del quindicesimo secolo. Già nel dodicesimo secolo, però, la contrada compare più volte ricordata nei documenti, sia per la presenza di terre coltivate che per i numerosi pozzi scavati probabilmente nel "lago". Ampi erano nella zona i possessi del monastero benedettino di Conversano e, naturalmente, la terra o casale di Castiglione rientrava nei possessi feudali dei conti di Conversano. Nel 1494 Castiglione è ormai documentato tra i casali disabitati del territorio, ma non si conoscono le ragioni della sua scomparsa.
Si è scoperto che i primi gruppi umani che frequentarono l'altura, fin dall'età del Bronzo medio (secolo quattordicesimo a.C.), stabilirono sul colle la loro dimora capannicia. Non sappiamo però se la vita proseguì con continuità o se vi furono delle interruzioni.
Le strutture murarie difensive (tratti di cinta del tipo "megalitico", al di sotto della muratura medioevale) e abitative sono le tracce oggi osservabili nella località e risalenti all'abitato indigeno pauceta (antico popolo dell'Apulia nell'Italia Meridionale). Nulla, invece, è possibile oggi vedere sul terreno dell'antica necropoli, parzialmente esplorata con gli scavi del 1957- 58. Si rinvennero, allora, numerose tombe, i cui corredi funebri restituirono materiali databili dal sesto al quarto secolo a.C..
Il corredo di una grande " tomba a tumulo", la cosiddetta Specchia Accolti smantellata nel 1953 contenente ceramica geometrica, due punte di giavellotto e materiale bronzeo tra cui un bell'elmo corinzio del sesto secolo a.C. (conservati presso il Museo Archeologico di Taranto) sono la chiara testimonianza di contatti commerciali di questa parte della Peucezia con aree esterne alla regione. Nel generale ambiente economico agricolo- pastorale di Castiglione e dell'intera area di Conversano antica (Norba), è questo materiale una conferma della esistenza nella Peucezia di una aristocrazia locale, sicuramente detentrice del potere all'interno dei centri abitati.

Più rare appaiono le tracce archeologiche dal terzo secolo in poi, segno della decadenza e forsa della scomparsa dell'abitato.

 

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