Ha un suo metodo di lavoro nella composizione delle colonne sonore o cambia a seconda del regista con cui collabora?
  >Il metodo resta quasi sempre lo stesso, quando è possibile usarlo, cioè la sceneggiatura, parlare con il regista, sentire quello che vuole fare e cominciare a ad appuntare delle idee; poi vedere il primo materiale visivo e mettere ancora più a fuoco le idee; poi vedere il primo montaggio e mettere a fuoco le idee insieme al regista, dopo andare in moviola e prendere minuziosamente i tempi del film, scegliere in quali momenti mettere musica usando il cronometro, e ricucire su misura i brani composti. Questo succede con Moretti, con i Taviani, con Fellini…quello che cambia è la poetica, lo sforzo di entrare nella poetica altrui

 

   Quindi c'è un cambiamento nei momenti di dialogo non nella scansione delle fasi…
 >L'immagine che corrisponde di più a questo metodo è il lavoro per cerchi concentrici: parlando del Pinocchio con Benigni si ha un ambito dal quale non bisogna uscire. Mano a mano che si incominciano a vedere le facce e le immagini quest'ambito si restringe sempre di più finché si arriva all'idea che si pensa sia l'unica, necessaria e imprescindibile per quel film. 

   A volte con grande rapidità a volte con fatica. Ricordo che per i due temi de La Vita è Bella il più allegro è arrivato con grande facilità, l'altro più sentimentale è arrivato dopo aver provato tante e tante e tante cose diverse.

 

    A proposito de La Vita è Bella: mettendo a confronto il tema più allegro che risulta dominante nell'intera colonna, con il tema de La Stanza del Figlio, si nota una differenza strutturale: il primo tema è un semplice inciso melodico ripreso e variato in alcune scene del film; quello de La Stanza del Figlio contiene tutta la storia del film in un solo brano, nella colonna viene ripreso una sola volta e lascia spazio a brani differenti per le altre scene musicate…

  >La costruzione de La Vita è Bella è più classica, tende più a compattare. Anche perché era un film che poteva rischiare di sembrare due storie diverse, noi sapevamo che era la stessa storia a due temperature diverse e dovevamo fare tutto il possibile perché fosse recepita come una storia unica. Avevo deciso di pormi un ostacolo da superare.

   Mi sono ricordato di un mio vecchio professore di composizione, un conservatore convinto che la musica fosse morta ancora prima di Strawinsky, che mi diceva che le grandi melodie sono fatte per toni vicini, non per i toni lontani della musica contemporanea. Al momento di scrivere La Vita è Bella, nel cercare il tema, ho provato allora a scrivere un tema con tutti toni vicini. 

   Effettivamente il tema principale ha un solo salto di terza il che gli dà una comunicativa più immediata, adatta per quel film di semplicità quintessenziale, dove una melodia che arriva sinuosamente in modo immediato aiuta e forse farebbe malissimo a un film di Bellocchio.

  E per quanto riguarda il film di Moretti?

  >La Stanza del Figlio è fatta di stazioni.

Momenti di grande desolazione in cui non c'è musica nella casa e momenti in cui questi temi ritornano in modo epigrammatico, senza sviluppo, perché ne La Stanza del Figlio ho cercato di raccontare il pudore, il dolore sommesso di quei personaggi: dei laici di oggi che non hanno nulla al di là della vita materiale, che non conoscono i rituali del pianto in morte e non hanno lo sfogo del canto funebre. Personaggi che vivono in una società dove la morte non c'è. Una visione del cosmo, della religiosità della vita sicuramente molto più vicina a Nanni che a me. Quello che per me hanno in comune i temi dei due film è la presenza di una difficoltà tecnica che aiuta a cercare dove non avresti cercato…

 

 

 
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