Il
benchmarking è uno strumento sempre più importante per le aziende che intendono competere adeguatamente sul mercato e che intendono operare sulla base di un miglioramento continuo.
Il principio fondamentale di questo strumento è che "se qualcuno sta facendo meglio di noi, noi possiamo fare almeno altrettanto".
Andando maggiormente in profondità si può affermare che lo scopo del benchmarking è di verificare se
tra i nostri concorrenti, altre imprese (che operano nel nostro stesso mercato o in altri confrontabili) o addirittura all'interno della nostra società ci siano soggetti in
grado di fare qualcosa meglio dello standard de facto della nostra organizzazione.
Già da questa affermazione si può desumere che esistono diversi tipi di
benchmarking:
-
benchmarking interno;
-
benchmarking competitivo;
-
benchmarking
non competitivo;
-
benchmarking della miglior pratica.
a
Ogni forma presenta delle difficoltà e dei vantaggi che possono influenzare la scelta. Cosa importante da tenere subito presente è che l'applicazione di una certa tipologia non preclude il ricorse alle altre dato il diverso orizzonte che ha ognuna di essa.
|
|
..
Fig.2.1
- I diversi tipi di benchmarking |
|
Fornendo
un breve profilo per ognuna delle 4 possibilità si può affermare che:
BENCHMARKING INTERNO
Questa
è la forma meno costosa per quanto riguarda l'implementazione e può
costituire una fonte di informazioni interessante. Il benchmarking interno
consente infatti, di sondare le diverse aree e funzioni aziendali, i
gruppi di lavoro, i singoli uffici alla ricerca di quelle pratiche che
consentono ad una parte dell'organizzazione di avere delle performances
superiori rispetto al resto dell'azienda.
I
vantaggi sono molteplici:
-
tempi
di realizzazione rispetto alle altre forme e difficoltà connesse
minori;
-
si
scoprono e valorizzano risorse e procedure già esistenti all'interno
dell'azienda;
-
si
premia implicitamente (e si stimola - specie se c'è un riconoscimento
monetario o qualche altro benefit) la capacità di innovare dei membri
dell'organizzazione;
-
si
mantiene una maggiore segretezza dei punti di forza e debolezza
dell'organizzazione;
-
i
problemi di dialogo tra le parti coinvolte dovrebbero essere nulli o
comunque contenuti. In caso contrario sarebbe necessario procedere ad
una omogeneizzazione del linguaggio delle diverse funzioni prima di
procedere (l'intenzione di applicare il benchmarking a questo punto a
già prodotto un vantaggio: si è scoperto un problema di
comunicazione che può essere alla base di numerose inefficienze
aziendali!)
Queste
pratiche devono essere trasferibili da una realtà all'altra (ad esempio:
se la contabilità mette a punto un processo di
archiviazione/classificazione dei documenti che riduce i tempi di
consultazione ed i costi di gestione, questo può essere trasferito ed
applicato anche in altre funzioni aziendali; se questo sistema è
possibile solo per le fatture, non sarà possibile pensare di trasferirlo
pena, paradossalmente, un potenziale declino delle prestazioni malgrado i
costi sostenuti per promuovere il cambiamento).
Gli
svantaggi sono sostanzialmente due:
|
. |
|
BENCHMARKING
COMPETITIVO
Come
dice il nome stesso in questa tipologia avviene un confronto diretto con
le imprese concorrenti.
I vantaggi sono i seguenti:
Gli
svantaggi invece possono essere riassunti sostanzialmente:
-
difficoltà
di dialogo con organizzazioni che usano altri linguaggi (ciò sarà ancora
più accentuato nelle due rimanenti tipologie);
-
ostacoli
nel passaggio delle informazioni da un'azienda all'altra;
-
timori
di fornire informazioni strategiche e strettamente riservate.
|
|
|
. |
|
BENCHMARKING
NON COMPETITIVO
In
questo caso non ci si confronta direttamente con i concorrenti ma con
aziende appartenenti ad altri settori o comunque dello stesso settore ma
che operano in segmenti diversi.
Il confronto deve avvenire tra enti che si trovino ad operare su alcuni
fondamentali comuni 8ad esempio: una società che organizza eventi -
concerti, spettacoli,... - ed un aeroporto).
Anche in questo caso vi sono notevoli benefici:
-
confronto
con terzi;
-
minore
timore nel confronto data l'assenza di competizione (quanto meno diretta);
acquisizione
di prassi o di procedure che possono impattare fortemente oltre che
sull'operatività anche sulla cultura aziendale.
Svantaggi:
maggiore
difficoltà di dialogo, quantomeno all'inizio dell'attività;
sono
possibili crescenti difficoltà nell'adattare le procedure
individuate;
diventa
ancora più critico il processo di selezione delle aziende con cui
attuare il benchmarking.
.
BENCHMARKING
DELLA MIGLIOR PRASSI
In
questo contesto lo scopo è di apprendere le migliori pratiche esistenti a
livello mondiale e di integrarle nell'organizzazione al fine di ottenere
le migliori performances in assoluto.
Il confronto in questo caso avviene a 360 gradi, ovvero non è rilevante
il contesto in cui viene applicata la procedura quanto che questa sia la
migliore disponibile in un certo momento.
|
. |
|
Per
attuare un processo di benchmarking è necessario innanzitutto effettuare
alcuni passi (molti dei quali sono validi anche per altri strumenti):
-
stabilire
con precisione gli obiettivi che si intende raggiungere con lo specifico
processo di benchmarking;
-
creare
il team responsabile della sua attuazione ed erogare le risorse
necessarie;
-
analizzare
i processi aziendali;
-
coinvolgere
gli eventuali soggetti esterni (saranno presenti, ad esempio, nel caso
di benchmarking competitivo ma non in quello interno).
-
analisi
dei risultati ottenuti ed implementazione delle indicazioni che
emergono;
-
stabilire
un intervallo di tempo entro il quale procedere ad una verifica mediante
un successivo benchmarking (ciò consente di comprendere se i
cambiamenti introdotti sono ulteriormente migliorabili o al momento
rappresentano lo stato dell'arte).
|
|
|
|
|
Sono
necessari obiettivi ben determinati. Questo è
un passo critico: che cosa vogliamo sottoporre a benchmarking? L'intera
realtà aziendale o solo alcune funzioni? Un singolo processo? Un processo
produttivo o amministrativo?... La definizione dei goals da raggiungere
quanto più è precisa quanto più decreterà il successo del progetto di
benchmarking. Questo perché le energie e le risorse (che sono sempre
limitate - benché possano essere notevoli - in un'organizzazione) vengono
indirizzate e canalizzate sul corretto oggetto del benchmarking senza
inutili dispersioni o distrazioni.
Creare
il team responsabile della sua realizzazione. Fatto salvo il caso
delle piccole aziende, è impensabile che tutti i membri dell'organizzazione
vengano coinvolti e questo fondamentalmente per due ragioni:
-
la
prima è ovvia: la gestione dell'azienda deve andare avanti, non può
arrestarsi per procedere alla realizzazione del benchmaking;
-
il
coordinamento e la cooperazione di un alto numero di persone è sempre
molto difficile e spesso, alla luce delle dinamiche di gruppo, è in
grado di inficiare i risultati.
E'
soprattutto questo secondo aspetto che merita approfondimento.
Il
team deve essere costituito da un numero ristretto di soggetti (tra le 5 e
le 10 persone) per consentire un confronto aperto e costruttivo tra i suoi
membri. I componenti devono garantire una rappresentatività di tutte le
aree e funzioni aziendali affinché le istanze dell'intera società siano
fatte salve.
Nel
caso di grandi organizzazioni può essere opportuno creare dei sottocomitati
che si occupano dell'implementazione del benchmarking per una specifica area
aziendale o per una certa impresa (nel caso di gruppi aziendali) ed un
comitato coordinatore.
Una
volta costruito è necessario procedere ad una formazione del team per far
sì che possa operare con il maggior numero possibile di informazioni
utili.
|
|
|
L'analisi
dei processi aziendali si riconnette strettamente con quanto detto
poco sopra. Il team deve avere una visione dell'azienda perfetta (per
quanto possibile). Solo conoscendo i processi aziendali esso può
scomporli ed individuare gli elementi migliorabili (il discorso è analogo
con le aree aziendali).
I
soggetti esterni da coinvolgere, nel caso in
cui siano necessari, vanno scelti con molta attenzione. Innanzitutto
perché si dovrà procedere ad un confronto e dunque si dovranno mettere
in comune con questi una serie di informazioni preziose che vanno affidate
a soggetti di cui si goda la necessaria stima (questa stima deve essere
però reciproca!).
In
secondo luogo essi devono essere in grado di svolgere una funzione di
stimolo per l'organizzazione "committente". Devono dunque essere
dei "leader" in qualche aspetto che merita di essere appreso.
|
|
|
|
|
I
risultati ottenuti nella stragrande
maggioranza dei casi non possono essere applicati pedestremente ma
necessitano di analisi e di una pianificazione
per inserirli efficacemente all'interno dei processi aziendali e delle
routine organizzative ormai consolidate. Questo consente di stabilire con
maggiore precisione i tempi e le modalità con cui realizzare il
cambiamento.
Infine
è necessario stabilire un termine entro il quale procedere ad un nuovo
benchmarking con cui verificare la bontà del cambiamento e del
miglioramento (oltre che la sua efficacia nel tempo).
Tenendo
conto che le organizzazioni sono soggette ad evoluzione, l'implementazione
del benchmarking è una modalità per migliorare le performance e dar vita
ad un apprendimento continuo proprio della learning organization.
|
.