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Marketing - Logistica - Benchmarking -
Dfe - Eco-efficienza
Teoria
Sistema
dei Prezzi - Sviluppo Sostenibile
L'ECO-EFFICIENZA
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Nel momento in cui si ragiona sulle possibilità di far incontrare ambiente ed economia (in modo vantaggioso per entrambe le realtà) il passaggio pressoché obbligato è proprio
l'eco-efficienza.
E' possibile fare questa affermazione in quanto, dal termine stesso, si può comprendere che questa consente la coesistenza e l'integrazione dell'ambiente (indicato dal prefisso eco) e dell'efficienza, uno degli elementi alla base di tutto il sapere economico.
Altro aspetto da considerare è che se
l'eco-efficienza costituisce lo stimolo al cambiamento per un'azienda, essa è anche il fine a cui tendere.
Per essere veramente utile è però necessario, come per qualsiasi altro obiettivo stabilito nella fase di pianificazione aziendale, che venga tradotta in quantità misurabili e raggiungibili.
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Fig.1 E' necessario passare da un sistema che sfrutta le risorse
ad uno eco-compatibile
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Un
esempio può chiarire meglio il concetto. Se l'organizzazione si pone l'obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti, potrebbe essere utile tradurlo come: ridurre gli imballi del 10% annuo, ridurre gli scarti del processo produttivo di 1000 q., aumentare la stampa
fronte/retro,...
E' fondamentale, sempre a questo proposito, che gli obiettivi così stabiliti non siano, da un lato raggiungibili senza il minimo sforzo poiché in tal caso il loro ruolo di stimoli verrebbe annullato ed il personale non si si sentirebbe pienamente coinvolto, dall'altro non devono essere irraggiungibili perché in questo caso si provocherebbe un senso ingiustificato di inadeguatezza ed incapacità nei membri
dell'organizzazione.
E'
da tenere presente che l'eco-efficienza per essere posta in essere richiede
l'utilizzo di altri strumenti
(benchmarking, re-engeneering, remanufacturing, adozione di pratiche e marchi ecologici,...) che in modo più limitato consentono di trasformare il rapporto tra ambiente ed azienda da vincolo ad opportunità se non in un vantaggio competitivo.
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Fig.2 - Per produrre i suoi effetti ed essere posta in essere richiede
una
gamma ben determinata di strumenti
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Quali sono i vantaggi che si possono conseguire e le caratteristiche principali dell'eco-efficienza:
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si passa da una visione in cui l'ambiente è un elemento da sfruttare ad una in cui è una risorsa strategica da valorizzare;
a
l'efficienza aziendale cresce, dunque migliora implicitamente la capacità di risposta agli eventi che coinvolgono l'impresa;
a
-
se cresce l'efficienza si ha un miglioramento nell'utilizzo delle risorse aziendali, anche di quelle preesistenti a questo cambiamento;
a
-
costituisce, come si accennava sopra, un'opportunità di cambiamento eccezionale poiché può rappresentare l'occasione con cui ridisegnare ed ottimizzare la struttura organizzativa, amministrativa e produttiva dell'impresa;
a
-
cresce la motivazione
aziendale (se ben gestita);
a
-
si può tradurre in un vantaggio competitivo di cui l'organizzazione, se agisce con accortezza, può beneficiare per un lungo periodo di
tempo.
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L'eco-efficienza, come tutti gli strumenti, presenta anche degli svantaggi che possono essere così sintetizzati:
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tempi medio/lunghi per produrre completamente i suoi effetti (questo non significa che nel breve periodo non vi sono vantaggi, ma solo che la sua efficacia massima si consegue in un certo periodo di tempo)
a
-
bisogna sostenere dei costi, nella fase iniziale della sua introduzione, non indifferenti (saranno poi più che ricompensati nel momento in cui il sistema inizia a produrre i suoi effetti);
a
-
è necessario porre in essere azioni che presentino adeguatamente l'iniziativa al personale e sostenere dunque dei costi (in formazione, verifica,...) per evitare che avvenga poi un rigetto dell'iniziativa o comunque al fine di ridurre le inerzie organizzative;
a
-
può rivelarsi necessario adeguare la struttura produttiva (e dunque sostenere ulteriori costi);
a
-
è possibile che si verifichino delle inefficienze temporanee o altre difficoltà che è opportuno preventivare (l'ideale è pianificare e strutturare il cambiamento in modo tale che non si verifichino, ma spesso è possibile solo contenerle) e soprattutto far si che queste non siano causa del fallimento del progetto (cosa che comporterebbe spreco di risorse e
creazione di tensioni e/o delusioni che nuocerebbero gravemente al clima aziendale).
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Il
dfe può richiedere interventi anche a livello
di prodotto.
Si
può agire anche sul prodotto e dunque sugli input che ne sono all'origine
(ad esempio utilizzo di un diverso materiale plastico o di un nuovo
componente).
Come
nel caso dei processi produttivi l'adozione del design for enviroment può
richiedere interventi di diversa portata (si veda il punto
3) con i relativi costi che ognuno è in grado di far sorgere.
Da
evidenziare infine che non è sempre possibile ragionare in termini
separati (dfe su processi e dfe su prodotti) poiché spesso, data la
stretta relazione tra i due elementi (e le ricadute in termini di qualità
che si possono originare), si producono delle influenze reciproche: un
intervento fatto a livello di prodotto può richiederne altri a livello di
processo e viceversa.
Vale
la pena però di ricordare che questo non è detto che si traduca solo in
ulteriori costi ma si può tradurre anche in ulteriori sinergie e
modalità per migliorare le performances ambientali ed economiche
dell'impresa (e dunque la sua eco-efficienza).
Tutto
ciò sottolinea ulteriormente la necessità e l'opportunità di valutare
correttamente gli interventi e le applicazioni del design for environment
che essendo uno strumento potente deve essere utilizzato in modo accorto.
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