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    Sistema dei Prezzi - Sviluppo Sostenibile

    LO SVILUPPO SOSTENIBILE

    Definire lo sviluppo sostenibile, sia per la complessità del concetto che la sua vita ancora "breve", è molto complesso.

     Esistono perciò diverse definizioni che, sovente, si concentrano o sul lato della produzione o sul lato del consumo dei beni e dei servizi prodotti secondo i dettami di uno sviluppo sostenibile:

    "[produzione e consumo sostenibile] si hanno mediante l'uso di beni e servizi che rispondono ai bisogni fondamentali e conducono ad una 'migliore qualità della vita, mentre consentono la minimizzammo dell'uso delle risorse naturali, di materiali tossici, la produzione di rifiuti e l'emissione di agenti inquinanti in tutto il loro ciclo di vita, così da non pregiudicare i bisogni delle future generazioni".

    "[La produzione ed il consumo sostenibile] implicano che business, governo, comunità e famiglie contribuiscano alla qualità dell'ambiente attraverso la produzione ed un uso efficiente delle risorse naturali, la minimizzazione dei rifiuti e l'ottimizzazione di prodotti e servizi".

    "II consumo sostenibile implica che il consumo delle correnti generazioni, così come delle future, migliori in qualità. Tale concetto di consumo ne richiede l'ottimizzazione facendo salvi i servizi e la qualità delle risorse e dell'ambiente nel corso del tempo".

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    L'adozione di una concezione di sviluppo sostenibile ha rilevanti implicazioni a livello globale che, come si diceva, è il contesto stesso in cui si viene a definire ed a misurare tale tipo di sviluppo. 

    Un punto fermo infatti per la sua realizzazione è che la produttività delle risorse a livello mondiale venga quadruplicata affinchè sia possibile raddoppiare il benessere dimezzando rammentare delle risorse utilizzate.

    Il presente principio, conosciuto con il nome di "fattore 4" fu elaborato da sue ricercatori, E. U. von Websacker del Wuppertal Institute e A. Lovins del Rocky Mountain institute.

    esso si basa sulle ipotesi che la popolazione mondiale raddoppierà e gli standard di vita ed i consumi cresceranno significativamente.

    In un'ottica di sviluppo sostenibile, l'industria dovrebbe ridurre di 4 volte l'intensità di uso della materia ed energia per unità di prodotto, aumentando la sua efficienza d'uso.

    Sintetizzando, il concetto viene espresso anche come dimezzare il consumo di risorse per ogni unità e parallelamente raddoppiare il valore aggiunto dell'utilizzo del prodotto.

    E’ necessario, allo stesso tempo, che il flusso di materiali pro-capite che si ha nei paesi maggiormente sviluppati venga ridotto di 10 volte ("fattore 10").

     Globalmente il volume di materiali dovrebbe diminuire del 50%, ma poiché i paesi sviluppati sono responsabili per un flusso che è 5 volte superiore a quello dei paesi in via di sviluppo e poiché la popolazione mondiale sta aumentando, inevitabilmente i primi dovrebbero stabilire obiettivi a lungo termine ben più elevati del conservativo "fattore 4".

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    Giunti a questo punto, per meglio dare l'idea del cambiamento richiesto, forniamo alcuni esempi concreti per il nostro paese, in base ai dati forniti dall'associazione "Amici della Terra".

    Per conseguire una situazione di sostenibilità in Italia, sarebbe necessario:

    • ridurre, entro il 2010, di circa 118 milioni di tonnellate/anno le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera (diminuendo del 26% l'uso dei combustibili fossili ed aumentando del 190% quello delle fonti rinnovabili quali l'energia eolica, talassotermica, solare, idroelettrica,...);

    • cercare di ridurre del 25% il consumo d'acqua;

    • ridurre il consumo di combustibile. Per riscaldare una casa di media grandezza, sono necessari 1.200 m3 di gas l'anno. Se queste case fossero costruite con criteri progettuali innovativi, i consumi si potrebbero ridurre a meno di 100 m3 l'anno.

    Un solo esempio globale, infine, che mette in mostra la rilevanza del problema per tutti i paesi del mondo, siano essi sviluppati o meno: si prevede che nell'arco di 20 anni la Cina raggiungerà gli standard europei per quanto riguarda il rapporto automobili ed abitanti. Con le tecnologie attuali, per produrre i 400 milioni di veicoli destinati a soddisfare la domanda cinese, potrebbe essere necessario raddoppiare l'attuale consumo di ferro mondiale.

     

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