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Marketing - Logistica - Benchmarking -
Dfe - Eco-efficienza
Teoria
Sistema
dei Prezzi - Sviluppo Sostenibile
IL DESIGN FOR ENVIRONMENT
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Il design for environment (altrimenti chiamato design ambientale o, per brevità,
dfe) è uno strumento prezioso per perseguire l'eco-efficienza.
Come già il nome lo richiama, accoglie tutti i principi del design "classico" (è da ricordare che con questo termine si intende l'elemento unificatore di tutti gli elementi di un bene: funzionalità, caratteristiche tecniche,
materiali,...). Allo stesso tempo ha richiesto però la formulazione ad hoc di una serie di dettami per poter meglio rispondere alle molteplici problematiche ed opportunità che l'incontro con la variabile ambientale è in grado di far scaturire.
Con la sua introduzione, infatti, una società intende ridurre gli interventi a valle del processo produttivo e di anticipare (e risolvere per quanto possibile) in fase di progettazione tutti i
possibili vincoli ambientali che possono insorgere.
La ragione è molto semplice quanto importante: cresce sempre più l'attenzione alla tutela dell'ambiente e dunque aumentano sia le norme tese a proteggerlo che la competizione tra le imprese. Sono soprattutto le prime
- quantomeno in questa fase - che incidono fortemente sui costi aziendali (anche in termini di adempimenti burocratici e di controlli a cui sottostare).
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Ogni azienda può decidere di soddisfare tali adempimenti o nel corso del processo produttivo e a valle dello stesso oppure direttamente in fase di progettazione.
Quest'ultima scelta comporta notevoli vantaggi tra cui:
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riduzione
considerevole dei costi nelle fasi successive;
-
possibilità
nel corso dell'applicazione del dfe di individuare nuove
caratteristiche o funzionalità sino a quel momento non valorizzate;
-
ridisegno
dei processi che consente un'ulteriore ottimizzazione
dell'organizzazione aziendale;
-
ricadute
positive in termini di immagine;
-
possibile
l'acquisizione di un vantaggio competitivo;
-
è
possibile avere dei benefici anche in termini di prezzo, ovvero l'opportunità
di applicare un differenziale positivo di prezzo che eccede quello medio di mercato proprio in virtù delle caratteristiche del processo
produttivo e delle caratteristiche del prodotto;
-
ampliamento
del know-how aziendale.
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Esistono,
come è logico prevedere, degli svantaggi del design for environment:
-
l'inevitabile
crescita dei costi nelle fasi iniziali del passaggio dall'attuale
modalità produttiva ad una maggiormente eco-compatibile. In un
sistema economico in cui la concorrenza è molto forte e dunque il
prezzo svolge una funzione fondamentale, gli investimenti devono
essere studiati con ancora più accuratezza e lungimiranza;
-
i
tempi utili per far si che questo riassetto porti appieno i suoi
frutti, possono essere medio-lunghi (benché i primi vantaggi -
immagine, primi benefici in termini di costo,... - si possono
manifestare anche nel breve periodo);
-
da
un altro punto di vista queste modificazioni richiedono il ridisegno
dei processi produttivi ed organizzativi. Sarà necessario dunque
prevedere dei tempi in cui attuare questi cambiamenti;
-
inevitabile
anche un adeguamento delle conoscenze e competenze del personale;
-
le
capacità che non possono essere formate o individuate internamente
dovranno essere acquisite all'esterno con tutti i costi e le
difficoltà che ne conseguono;
-
si
potrebbe rivelare inevitabile un intervento anche profondo
sull'organigramma oltre che in termini di modificazione della
composizione del personale anche un ridisegno delle funzioni e delle
aree aziendali.
Come
già sottolineato però i processi competitivi e l'ulteriore introduzione
di provvedimenti legislativi sempre più severi, specie se accompagnati da
un intervento sulla significatività dei prezzi, renderanno nei prossimi
anni sempre più operativamente e strategicamente conveniente optare per
un approccio di tipo eco-efficiente e dunque aderire ai principi del
dfe.
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Da
un punto di vista maggiormente tecnico, l'adozione del design for
enviroment può incidere a livello di processi produttivi, di prodotto o
di entrambi.
Il
design ambientale può incidere sui processi
produttivi.
In
questo caso oggetto dell'analisi e dell'intervento sono le modalità e le
routine organizzative che consentono di ottenere gli output propri di ogni
azienda.
E'
necessario innanzitutto conoscere a fondo gli attuali processi
produttivi;
scomporli
in unità elementari;
individuare
gli elementi su cui si può agire per elevare le performances
ambientali:
senza
rivedere le procedure o qualsiasi altro aspetto dei processi
produttivi (ad esempio la sostituzione di un prodotto chimico
- con un secondo maggiormente eco-compatibile - che non richiede
interventi sulle modalità produttive e sugli impianti). E' chiaro che
in questo caso l'azienda sostiene un costo limitato (acquisto
di un nuovo input che non produce effetti sugli altri), si tratta
dunque di scelte da porre in essere senza alcun ripensamento o dubbio
data la pressoché totale mancanza di controindicazioni a fronte di
tutti i benefici di cui può godere;
rivedendo
le procedure ( ad esempio ci si accorge che disponendo in modo
diverso i vari componenti si riduce gli imballi da utilizzare).
L'intervento può essere più costoso e lungo rispetto al precedente
poiché devono essere riviste le routine organizzative e si può
rivelare necessario, in caso di modifiche sostanziali, procedere ad un
aggiornamento del personale.
agendo
su elementi che producono effetti su altri (ad esempio la
sostituzione di un impianto con uno tecnologicamente ed ecologicamente
più avanzato o il ricorso ad un nuovo prodotto chimico che richiede
però interventi anche su altri elementi del processo produttivo). In
questa situazione è necessario valutare a fondo le ricadute che la
decisone ha sull'intero processo produttivo senza sottovalutare alcun
aspetto.
Questo
implica che si proceda ad una fase di pianificazione e studio prima
della sostituzione che già di per sè fa aumentare i costi in modo
significativo. Vanno aggiunti poi tutti gli interventi necessari per
dar luogo ad una piena integrazione dei nuovi accorgimenti (o
elementi) con i costi che ne conseguono.
Da
un altro punto di vista è però chiaro che potenzialmente sono
proprio questi ultimi gli interventi che possono procurare i maggiori
benefici specie nel lungo termine.
individuare
le possibili alternative e procede alla selezione di quella ritenuta
più efficiente ed efficace;
Pianificare
(come già in parte è stato detto) gli interventi necessari per
attuarla;
Verificare,
sia nel corso della esecuzione dell'integrazione che in un momento
successivo, la validità della scelta garantendo così un feedback
estremamente
utile per il management.
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Il
dfe può richiedere interventi anche a livello
di prodotto.
Si
può agire anche sul prodotto e dunque sugli input che ne sono all'origine
(ad esempio utilizzo di un diverso materiale plastico o di un nuovo
componente).
Come
nel caso dei processi produttivi l'adozione del design for enviroment può
richiedere interventi di diversa portata (si veda il punto
3) con i relativi costi che ognuno è in grado di far sorgere.
Da
evidenziare infine che non è sempre possibile ragionare in termini
separati (dfe su processi e dfe su prodotti) poiché spesso, data la
stretta relazione tra i due elementi (e le ricadute in termini di qualità
che si possono originare), si producono delle influenze reciproche: un
intervento fatto a livello di prodotto può richiederne altri a livello di
processo e viceversa.
Vale
la pena però di ricordare che questo non è detto che si traduca solo in
ulteriori costi ma si può tradurre anche in ulteriori sinergie e
modalità per migliorare le performances ambientali ed economiche
dell'impresa (e dunque la sua eco-efficienza).
Tutto
ciò sottolinea ulteriormente la necessità e l'opportunità di valutare
correttamente gli interventi e le applicazioni del design for environment
che essendo uno strumento potente deve essere utilizzato in modo accorto.
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