Elenco poeti 

Ottone Bacaredda
Francesco Carta

Ignazio Cogotti

 Poesie da ascoltare - MP3 

Franca Cornalias
Teresa Mundula Crespellani

Federicu Lai
Ignazio Lecca
Zoraide Sanfilippo Utzeri

Ettore Sanna

Sardegna Sposi vi propone la raccolta della produzione della poesia in lingua sarda, in tema di matrimonio, famiglia, amore.

La passione per la poesia, è diffusa, in tutta la Sardegna, e la s’incontra dappertutto, specie nel parlato quotidiano spontaneo in limba.

E’ facile in Sardegna, incontrare o assistere a chiacchiere, che posseggono la musicalità profonda della poesia, quella che ti colpisce dentro, quella che t’interrompe il passo, quella che piace per la semplicità, intensità e originalità delle cose quotidiane, per la ricchezza dell’espressione, che in una sola parola o frase, racchiude l’intensità dell’amore, la fatica del lavoro, l’impegno sociale e la satira costruttiva.

L’appagamento che si ha nel godere della poesia sarda, contrasta con la sua traduzione, che non riesce a rendere pienamente i concetti, a differenza di traduzioni dall’italiano al sardo che riesce a mantenere, l’armonia formale ed intatta la sostanza, dell’opera originale.

Ci proponiamo, per dare l’evidenza a chi scrive poesie in limba sarda, in tutte le sue varianti ed espressioni, e a chi si diletta nel tradurre da altre lingue, al sardo.

È importante anche l’interpretazione della poesia, e delle più belle, vogliamo che sia presente, anche la versione recitata, in formato mp3.

L’appello è rivolto a tutti i poeti o parenti di poeti, che vogliono pubblicare le loro opere, gli editori che vogliono presentare un libro, gli attori o interpreti, che vogliono recitare le poesie.

Tutti coloro che vogliono contribuire al progetto “Sa Poesia Sarda”, possono inviare il loro materiale, all’indirizzo e-mail: sapoesia@sardegnasposi.com     

o alla CASELLA POSTALE:   SardiniaNETWORK  - 09012  CAPOTERRA – CA.

Il materiale sarà inserito nel sito, e sarà a disposizione di tutti.

Sardegna Sposi lancia il concorso “Vota Sa Poesia d’Amore”

I lettori avranno la possibilità di votare la poesia più bella.

Ottone Bacaredda (1849-1921)

Ottone Bacaredda nato a Cagliari nel 1849, figlio d’arte poiché il padre Efisio scrisse: Cagliari ai miei tempi, un’opera che raccontava la Cagliari dell’ottocento.

Studiò a Cagliari conseguendo la laurea in giurisprudenza, per poi intraprendere la carriera universitaria come professore.

Si dedicò alla politica attiva, diventando deputato al Parlamento della Repubblica, e per molti anni fu sindaco di Cagliari. Lasciò nei cagliaritani un ricordo indelebile, diventando quasi un personaggio leggendario.

Oltre alla figura politica, emerge quella dello scrittore e del poeta, con la quale Bacaredda, raggiunse la notorietà nazionale con opere come il romanzo “Casa Corniola” e “L’ottantanove cagliaritano”.

La produzione poetica del Bacaredda fu in lingua italiana e in limba sarda.

Le poesie “A Lugori”  e  Sa rivoluzioni”, è ciò che c’è pervenuto della produzione poetica in sardo, la prima è una bella poesia d’amore, la seconda è una feroce satira in cui ridicolizza un modo di fare precipitoso e irrazionale, che porta a realizzare, eventi privi di contretti ideali.

A  LUGORI

1

Happu  ingiriau  su  mundu  cant’  est  mannu

E’ nc’ happu bistu cosas de fai spantu

Happu  suffertu  dognia  sort’  è  dannu,

Conosciu  it’ est  s’ arrisu, it’ est  su  prantu ;

Prus  feroci  ses  tui,  bella  Lugori.

 

2

Is  ogus   tuus,  alluttus  che  su  fogu,

Sa  bucca  tua,  prus  frisca  de  una  rosa,

In  su  coru  m’ hant  fattu  cussu  giogu

Chi  no  assimbilat  a  nisciuna  cosa,

Chi  spizzulat  e  poburu  e  signori,

E  chi  ddi  nanta,  sino  sbagliu,  amori.

 

3

Tui  sola  biu,  Lugori,  in  dognia  parti,

Stella   lucenti  in  notti  de  beranu;

Sempri  ti  sigu, e  no  conosciu  s’ arti

Mancu  de  lompi  a  ti  stringi  sa  manu…

Comenti  su  profumu  de  unu  flori,

t’intendu  e  non   ti  toccu, o  mia  Lugori.

 

4

E  seu  feliçi  de  ti  contemplai

che  una  Nostrassignora  in  processioni,

e  suffru  e  timu  de  non  m’ammacchiai

a  biri  che  no  intendis  arrexoni,

ma  po  ti  fai  comprendi  it’ est  amori

T’hem’ a  bolli  basai,  bella  Lugori.

 

A  LUGORI   

  1

Ho girato il mondo quant’esso è grande

e ci ho visto cose da far meraviglia,

ho sofferto ogni sorta di guai

e so bene cosa è il riso e cosa è il pianto;

ma di tutto sei più dura tu, bella Lugori.

   

2

I tuoi occhi fiammeggianti,

la tua bocca più fresca di una rosa

mi hanno fatto in cuore quello scherzo

che non rassomiglia a nessun’altra delle cose che ti possano capitare,

che pizzica sia il povero che il signore

e che, se non sbaglio, si chiama amore.

 

3

Dovunque non vedo che te, Lugori,

stella lucente in una notte di primavera,

ti sogno sempre, ma non so neppure

come si fa a stringerti la mano…

Io ti aspiro come il profumo di un fiore,

sei nell’aria eppure non ti tocco, o mia Lugori.  

4

E sono felice di contemplarti

come una madonna in processione

e soffro e temo di impazzire

poiché mi accorgo che non riesco a convincerti,

anche se per farti capire cos’è l’amore

vorrei baciarti, bella Lugori.

 


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