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Cultura


Le pagine dell'arte cinese

Arte tra Cina ed Europa

LA MODA CINESE E LE "CINESERIE" IN EUROPA NEI SECOLI XVII E XVIII.

di Guido Magnoni

 

  • 1. La formazione della moda. La Francia di Luigi XIV.
  • 2. La diffusione della moda in Europa. Il periodo barocco, 1670-1715.
  • 3. L'esplosione del gusto delle cineserie. La moda in Europa dal periodo rococò fino al tardo Settecento.
  • 4. La produzione cinese di oggetti per l'esportazione.
  • 5. La moda cinese e le "cineserie" in Italia.
  • 6. Epilogo.

     

    4. LA PRODUZIONE CINESE DI OGGETTI PER L'ESPORTAZIONE.

    Il gusto per gli oggetti cinesi, per le cineserie e la moda ad essi collegata, che sorse alla fine del XVII secolo in Europa e che durò con picchi di vera e propria mania fino a tutto il terzo quarto del XVIII secolo, determinò in Cina la produzione di oggetti destinati esclusivamente all'esportazione, fortemente influenzati dal gusto europeo per la cineseria, piuttosto che derivati direttamente dal repertorio cinese classico.
    Praticamente tutti i settori delle arti dette minori, quali porcellane, lacche, mobili per arredamento, dipinti su vetro, smalti dipinti, argenteria, tessuti in seta, ecc. subirono l'influenza della domanda europea e si adattarono ad essa nella produzione.
    Le richieste dei mercanti, di adattare i prodotti locali per renderli vendibili sui mercati europei, si incontrarono facilmente col desiderio dei cinesi di accontentare gli occhi dei compratori e, cosa più importante, realizzare forti guadagni, senza badare troppo alla qualità dei prodotti.
    Certo ai cinesi dovettero sembrare ben strani questi uomini, piuttosto rozzi, incapaci di comunicare, litigiosi ed ubriaconi che arrivavano con gran premura a Canton ed ordinavano oggetti che nessun cinese colto, ma nemmeno del popolo, avrebbe minimamente degnato di una piccola attenzione, perché così lontani dai raffinati canoni di perfezione formale e materiale richiesti dal mercato interno. Per non parlare poi dei pezzi migliori, quelli destinati all'imperatore, alla corte ed ai funzionari di altissimo lignaggio, tutti di una qualità che nemmeno lontanamente poteva essere paragonata, agli occhi dei cinesi, con gli oggetti di cui si accontentavano gli europei.
    L'incomprensione reciproca e l'avidità dei mercanti, dell'una e dell'altra parte, portarono nel lungo periodo ad un decadimento qualitativo della produzione cinese ridottasi quasi ad una sorta di manifattura di oggetti per turisti.
    Gli europei si resero molto presto conto che, gli oggetti giunti nel tardo periodo Ming od ancora nella prima parte del regno dell'Imperatore Kang Xi (1662-1722), erano di non facile diffusione di massa perché molto legati a tradizioni iconografiche sconosciute in Europa; questi oggetti potevano avere un mercato composto solamente da colti ed eruditi collezionisti, da appassionati sinofili, oppure da regnanti e principi.
    Per ampliare le vendite, ed i guadagni, fu necessario il passaggio dal mercato del produttore, di dominio cinese nelle forme e nei decori, al mercato del venditore sottoposto alle esigenze ed alle richieste dei mercanti europei.
    L'adeguamento al gusto europeo fu una componente fondamentale dello sviluppo della 'cineseria' in Europa e, allo stesso tempo, dello stimolo per una più ampia domanda di oggetti cinesi, che permise così di aumentare il mercato diffondendo l'offerta, oltre che ai livelli più ricchi della società, anche ai ceti medio-alti della popolazione che risposero con entusiasmo.
    A questo scopo furono forniti ai produttori cinesi, campioni di decorazioni, ed anche di forme, in puro stile cineseria europeo, da riprodurre nelle porcellane, nelle lacche e negli altri prodotti da esportare in Europa. I campioni erano spesso rappresentati da stampe od incisioni, ma furono anche utilizzati oggetti reali, come ceramiche di Faenza, argenteria, peltro, ecc., tutti realizzati in Europa secondo il gusto della cineseria.
    Non si trattò quindi di adeguare le produzioni a causa di sensibili differenze di gusto ma, più semplicemente, di adattare l'iconografia cinese all'idea ed al 'mito' della Cina che si era formato in Europa, realizzando soggetti cinesi 'europeizzati' nel gusto.
    Merito di questa evoluzione fu degli olandesi che commissionarono un sempre maggior numero di nuovi decori da applicare, in particolare, alle porcellane bianche e blu. I cinesi non ebbero alcun tipo di problema nell'adattarsi alle richieste occidentali; già da molti secoli, ancora quando l'unico commercio fiorente era con i paesi arabi, riproducevano iconografie sassanidi od ottomane per quei mercati. Anche l'incremento della domanda non fu causa di particolari adattamenti nella produzione. Essa rappresentava comunque solamente una frazione dell'intera produzione nazionale, fossero le lacche del Fujian o di Nanjing (Nanchino), le sete del Jiangsu o del Zhejiang oppure le porcellane.
    Per le porcellane, particolarmente, deve essere ricordato il centro di produzione che ha maggiormente influenzato la produzione mondiale di tutti i tempi; Jing De Zhen.
    La città di Jing De Zhen si specializzò nella produzione di porcellane, per il mercato interno e per l'esportazione, sin dall'epoca Tang e sono documentate esportazioni nel Sud Est asiatico sin dal IX secolo. Durante i periodi Yuan, Song e Ming la fama di Jing De Zhen superò di gran lunga quella di qualsiasi altro centro di produzione. La città divenne il centro più importante e le fabbriche imperiali ivi costituite produssero alcuni dei migliori oggetti mai esistiti.
    Con la caduta della dinastia Ming la produzione subì un deciso calo qualitativo e quantitativo. Fu con l'Imperatore Kang Xi che, nel 1683, furono riaperte le fabbriche imperiali e nuovo impulso fu dato alla produzione. Da questa data, lungo tutto il periodo dei regni di Kang Xi, Yung Chen e Qian Long, furono prodotti oggetti di qualità inarrivabile.
    Nel 1734 fu fatto il passo più importante per trasformare l'uso finora accidentale ed occasionale di oggetti e soggetti europei sulle porcellane, ancora essenzialmente di gusto cinese, in un uso sistematico delle qualità tecniche e produttive cinesi per realizzare porcellane destinate all'Europa, modellate e specificate nella qualità, quantità e decorazione.
    La Compagnia delle Indie Orientali olandesi, delusa dall'insuccesso dei disegnatori e modellisti di Delft nel creare suggerimenti soddisfacenti per modelli da produrre in Cina, nell'agosto 1734 incaricò un pittore, modellista e maestro disegnatore, Cornelius Pronk, di recarsi a Canton per fare i modelli ed i disegni, di soddisfazione della Compagnia, da applicare alle porcellane che venivano importate. Si trattò di un passo logico per la Compagnia, preso per cercare di rendere più popolare in Europa la già enorme quantità di importazioni di porcellane cinesi, e per aumentare la propria quota nel crescente mercato.
    Cornelius Pronk firmò un contratto triennale e preparò modelli e disegni basandosi sulla sua immaginazione e sul proprio concetto di cineseria, mentre questa diveniva lo stile decorativo guida in Europa.
    Gli artigiani cinesi mantennero un alto grado di accuratezza nel copiare i modelli di Pronk ma ad un costo molto più alto di quanto fosse atteso; conseguentemente le quantità ordinate furono deludentemente piccole. Il costo fu così sproporzionato rispetto al successo commerciale sperabile.
    Ma un fattore più serio nel distruggere la fattibilità dell'intero progetto fu dato dal fatto che le altre Compagnie delle Indie Orientali si resero conto che, per mantenere il mercato, dovevano entrare in competizione con gli olandesi.
    Dovette essere sufficiente un solo viaggio degli olandesi per convincere i concorrenti che senza qualche sforzo da parte loro, gli olandesi sarebbero stati in grado di fornire un interessante, per quanto costosa, varietà di porcellane speciali non disponibili altrove. La risposta fu rapida e decisiva.
    Esisteva già da tempo in Europa una vasta produzione di incisioni per libri e per stampe da vendersi separatamente. Fu a questa che i concorrenti degli olandesi si volsero, selezionando un campionario sicuramente già popolare, e facendolo copiare su porcellana in Cina. Il costo di questa operazione fu virtualmente pari a zero e, cosa più importante, la popolarità di ogni originale poteva essere facilmente valutata dalla quantità di vendite nella sua forma stampata, evitando così esperimenti costosi che potevano dimostrarsi meno vendibili. Già pochi anni dopo l'avvio dell'avventura di Pronk, sicuramente prima del 1740, gli olandesi si resero conto dell'impossibilità di competere contro l'idea di utilizzare soggetti popolari già testati in Europa. Il contratto quindi non fu rinnovato né fu più tentato di sviluppare disegni originali in Cina.
    In poco più di dieci anni, dal 1735 al 1745 centinaia di soggetti furono riprodotti su porcellana: scene mitologiche, storiche, politiche, commerciali, topografiche, religiose, letterarie, pittoresche, domestiche e personali furono realizzate in produzioni di massa. 11
    Dopo questo breve tentativo di sviluppare una produzione con motivi e decori realizzati direttamente in Cina, non è più possibile rintracciare nella produzione cinese alcuna traccia di motivi che non siano collegabili direttamente a stampe o porcellane (di Meissen, Sèvres, ecc.) inviate dall'Europa .
    Così estranei dovettero apparire questi motivi ai cinesi che, quando cessarono di essere ordinati dall'Europa, la produzione locale tornò immediatamente ai motivi classici, ed i concetti decorativi stranieri furono presto dimenticati.

    nota 11: Come accennato in precedenza, a partire dagli anni Venti del XVIII secolo, la produzione di oggetti per l'Europa era effettuata sulla base di modelli iconografici che gli europei traevano dal vasto repertorio delle 'cineserie' realizzate nelle fabbriche di Meissen, Doccia o Sèvres per le porcellane, a Venezia o a Les Gobelins per le lacche, come da disegni di Huet, Boucher, Pillement o Watteau. Anche avvenimenti storici o politici, quali la commemorazione del trattato di Fredeiksborg, il movimento giacobita, oppure il varo di una nave nel porto di Copenhagen furono utilizzati per le decorazioni richieste dagli europei. Anche le forme, specialmente nella porcellana, subirono influenze europee, come nel caso delle produzioni di figure oppure di piatti e vasi secondo l'utilizzo europeo.
    Praticamente ogni tipo di prodotto decorabile, fu sotto l'influenza del gusto europeo al quale dovette adattarsi per risultare vendibile.


    © del testo Guido Magnoni




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