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Ceti medi e nazionalismo tra assistenza
e propaganda
Dal
testo Nella grande guerra di Castronovo Si formarono in questo periodo (1915-16) varie
associazioni di categoria, in particolare di ceto medio, di piccola e media
borghesia ritenuta molto attiva, una protagonista. Professionisti: medici,
ingegneri, giornalisti, insegnanti, artigiani, commercianti che si mobilitano
civilmente per la guerra. I giornalisti, categoria poco numerosa ma decisiva,
per la buona riuscita delle attività assistenziali e di propaganda mostrano
costantemente un notevole impegno nel sostenere lo sforzo bellico.
L'Associazione della stampa subalpina è attiva promotrice di varie
manifestazioni a fini di solidarietà (spettacoli, film, rappresentazioni
teatrali, etc.) che determinano anche occupazione e profitto a speciali
categorie di lavoratori e professionisti. Anche i vari ordini e organismi
professionali contribuiscono alle attività di assistenza, come la Lega
Industriale, singoli grandi imprenditori e le associazioni degli esercenti. Tra le molteplici sfere d'intervento dei ceti medi in sostegno della guerra a Torino come nel paese, la scuola offre un luogo privilegiato di mobilitazione assistenziale e propagandistica. Alle iniziative realizzate nei singoli istituti scolastici si aggiunge l'attività della sezione torinese dell'Unione Generale degli Insegnanti (UGI) per la guerra nazionale promossa dal senatore Scioloja ministro per la propaganda dal 1916. Serviva come assistenza civile e propagandistica patriottica. Si formarono così l'Opera Nazionale Orfani dei Contadini, l'Opera Invalidi di Guerra, l'Opera Federale di Assistenza e l'Opera Propaganda Nazionale. A Torino l'UGI non si discosta dai programmi e dalle iniziative nazionali attraverso produzione e diffusione di scritti cultural-patriottici. Resta da stabilire, se e quanto, l'UGI sia davvero in grado di mobilitare vaste fasce di insegnanti torinesi e di maestri a stretto contatto con una realtà sociale operaia, di cui ben conoscono scarsa convinzione patriottica. Certo è che col tempo tra alti e bassi di tensione a favore dell'impegno in guerra destinata ad aumentare dopo Caporetto, l'UGI, fa proprie in misura crescente anche parole d'ordine che si mescolano: al moderatismo risorgimentale (ancora vivo tra il '15 ed il '16) per connotarsi in toni antidisfattisti contro i nemici interni, contro la cultura tedesca ed affrontati in un'ottica di esaltazione del risparmio e del sacrificio per la Patria, con proposte di autoriduzione dei consumi, rifiuto dei prodotti esteri e sottoscrizione per i prestiti nazionali.
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