Victor Bonvicini un racconto di Domenico Cardona

Su ] Succede nel deserto ] [ Victor Bonvicini ] Sogno rossoblu ] Pioggia d'estate ] Cioccolata ] Dedicato a Fabrizio ] Al negher ] Clasja ] Francesco Sobrini ] Memorie di uno della Reno ]

 


Bolognese nel cuore , figlio di Bolognesi emigrati tanti anni fa in Argentina. Vittorio Bonvicini, il tuo nome , ma ormai per tutti, quaggiù, Victor.

Amore per una città che non hai mai visto, se non in pochi, brevi viaggi della tua infanzia, ma che ti hanno raccontato in mille modi, tanto che ora senti di conoscerla come un Bolognese vero.

E il Dall'Ara, piccolo stadio rispetto ai catini immensi d Buenos Aires. Ma i colori rossoblù, che ti hanno vestito da bambino, sono ormai nel tuo sangue. Passione per il calcio, senza speranza per te, negato a quello sport con la palla. Ma nonostante i mille campioni argentini sei e sarai tifoso del magico Bologna. Anche se le notizie, rade , le ricevi solo da quel giornale sportivo, di un assurdo colore rosa, che arriva fino alla tua città. Mai molto tenero, quel giornale, con la tua squadra. Pagine interne, articoli stringati, se non quando perde con una delle grandi. Dall' Argentina il dramma delle retrocessioni l'hai potuto vivere in modo sfumato, irreale, poi la lenta rinascita con quel presidente che tuo padre comincia a paragonare cl mitico dall'Ara..

Un'altra passione intanto ti ha preso. Passione per i cavalli, occhi solo per l'equitazione, il cuore, tanti sacrifici per arrivare a montare un cavallo, anni di frequentazione d scuderie, di addestramenti, allenamenti, piccoli concorsi ippici dove hai imparato a vincere, e finalmente un colto di fortuna. Meritato, almeno per il tuoi impegno. Il grande Nelson Pedogni , il mito dell'equitazione argentina ti ha visto, o meglio ha visto in te qualcosa in più di una promessa, così ti ha segnalato a suo figlio Hugo.

Già Hugo Pedogni, un uomo ancora giovane , ma come schiacciato dal mito del padre. Una stessa passione per i cavalli, ma la pratica impossibilità, con quel cognome, di arrivare in alto: dal primo concorso i confronti col grande padre si sono sprecati, lo hanno frenato, demoralizzato. Un campione mancato, che si è rifatto scalando con tenacia, e sfruttando finalmente il cognome, i gradini del settore tecnico, per arrivare ora alla funzione d Selezionatore Unico della nazionale Argentina.

Con una simile presentazione, anzi un ben poco velato appoggio, Hugo non poteva continuare ad ignorarti .

Così ora , dopo una decina di concorsi con la nazionale, sei a Roma , Piazza di Siena.

Senza illusioni né speranze: riserva , con ben poche possibilità di scendere in campo fra quei pini secolari che cotornano uno dei campi di gara più prestigiosi.

Le giornate sono però frenetiche anche per te , nessuna possibilità di approfittare di questo viaggio per un salto a Bologna : troppi impegni. Un cavaliere, specie se è riserva , ha mille cose da fare , da controllare , da mettere a posto in una trasferta lontana.

Se non fosse per il clima , per il panorama di Roma che puoi ammirare , le giornate non si distinguerebbero assolutamente da quelle dei ritiri a Buenos Aires, dei concorsi ippici in Argentina, Uruguay, Brasile : lavoro, sudore , fatica. Chi ha detto che l'equitazione è uno sport nobile ? Si suda , si impreca anche qui.

Però almeno domenica prossima potrai vedere il Bologna, non dal vivo anche  se, ironia della sorte, gioca proprio qui a Roma, contro la Lazio. Sei riserva , ma hai l'obbligo non solo morale di essere presente, di trepidare per i tuoi compagni. Ma la sera potrai seguire tutte le trasmissioni sportive che vorrai: se gioca con la Lazio , anche i Bologna avrà un bel sevizio, lungo, anche se devi già prepararti a commenti partigiani , "Capitolini”.

Poi d'improvviso le giornate sono cambiate : Oscar Fuente, il secondo uomo della nazionale, si è infortunato durante la prima gara, una " a tempo" di secondaria importanza. Brutta caduta, bruttissima distorsione, gesso. Il cavallo invece è incolume , ma sconvolto. Non è stato neppure possibile fargli riprendere  per uno-due ostacoli il percorso per calmarlo, portato via dagli inservienti accolti mentre il cavaliere usciva in barella. E tu, la riserva, devi ora dimostrare di essere pronto, anche se Hugo non ha mancato anche in questa occasione di dimostrare come ti sua un sopportato qua in mezzo, uno in cui non si ha fiducia, ma serve, ora , per fare numero. La squadra deve presentarsi al completo domani.

Passi una notte agitata. Sei andato a controllare dieci volte il tuo cavallo, per cercare in lui quella sicurezza che in cuore non hai. Difficile gareggiare, a Piazza di Siena poi, sapendo di non godere la piena fiducia dei compagni.

Non dormi, ma passi in rassegna, nella mente, le gare che hai vinto, i piazzamenti. Non tanti, ma alcuni degni di essere ricordati; comunque, a parità di anni, già più di quanto abbia accumulato quel Pedogni che oggi ti ha promosso titolare, facendoti nel contempo capire che lo fa perché obbligato, fosse per lui metterebbe in campo solo due cavalieri.

Viene mattina, non ti sei riposato abbastanza, ma questi pensieri non ti hanno demoralizzato, anzi hanno fatto crescere in te una rabbia che vuoi sfogare sul campo di gara.

Brutto inizio, voler gareggiare "contro" qualcuno, anziché entrare carichi di fiducia, di consapevolezza dei propri mezzi, con la giusta concentrazione. Ma non puoi farci niente. Il tuo pubblico , il tuo unico tifoso sarà la tua rabbia.

Primo pomeriggio di una domenica romana.

Mentre decine di migliaia di tifosi staranno riempiendo il catino dell'Olimpico, anche qui a Piazza di Siena c'è il tutto esaurito, poche migliaia di appassionati, però molti vengono qui dalle più diverse parti del mondo.

E iol tuo Bologna? Non potrai essere là, ma neppure prenderti il lusso di pensaci. Devi stare concentrato, essere pronto.

Aspetti a lungo il tuo momento, sul campo di allenamento. Hai curato nei minimi particolari il tuo cavallo, Idomeneo, baio alto e grosso, il manto lucido, la criniera raccolta a treccine , la coda raccolta da un nastro e tagliata abbastanza corta, per quel suo vezzo di frustare l'aria troppo nervosamente.

Fate una bella figura , tu e lui. Due illustri sconosciuti, però. Lui con le  zampe fasciate alte, il muso altoero, le nari dilatate per il profumo del campo di gara, tu con la solita divisa , giacca rossa , pantaloni bianchi, cap nero fermato sotto la gola, ma quella bandiera Argentina, disegnata di fianco alla sella, che da anni sognavi di sfoggiare qui a Roma.

"Cavaliere n. 42 - Argentina - Victor Bonvicini, su Idomeneo nato nell'allevamento S. Patrignano"  Ti hanno chiamato, ma eri già vicino al cancelletto di ingresso da un po’.

L'applauso, di cortesia che ti accompagna è sicuramente più per le origini del tu cavallo che per te.

Entri emozionato, ma Idomeneo no, ti fa fare bella figura caracollando tranquillo fino al centro del campo, per il saluto.

Ti ha guidato lui  fin qui, ora aspetta solo il tuo segno, con le ginocchia, per iniziare.

E' un percorso duro, difficile, quello che vi aspetta. Ma cosa potevi sperare venendo a Piazza di Siena?  Ostacoli alti , larghi, con curve non agevoli da disegnare per presentasi bene in linea al successivo, dando il tempo al cavallo di osservarlo, capirlo, misurarne lo sforzo necessario. Aggredirlo, superarlo. E subito ricominciare, pensando sempre e solo al nuovo ostacolo.

Una pacca sul collo a Idomeneo Vai, facciamogli vedere".

Mentre passi per il cancelletto che fa scattare il cronometro ufficiale sproni il tuo cavallo : serve tanta velocità per superare il primo ostacolo. Tecnicamente non ti preoccupa ma è il primo, il vostro primo e qui vi giocate tutto per un'emozione, una minima emozione. Superato questo, tutto sarà un pò più facile.

E' fatta. Non hai neppure sentito lo strisciare dello zoccolo del posteriore sinistro, il solito posteriore che Idomeneo richiama con troppa lentezza a metà del volo.

Ma è andata bene, di millimetri. Proseguite curvando a destra verso l’insidiosa doppia gabbia. Il primo dei tre elementi è un "passaggio di sentiero" basso ma largo, non devi perdere velocità perché ci sarà solo lo spazio per atterrare e subito ripartire con un balzo per il secondo elemento, poi il terzo ma sai che ormai sei fuori. Di nuovo un cambio di direzione e via per gli ostacoli 3  e 4 , nulla di speciale se non per l'altezza. Ma quella non la temi : Idomeneo ha già dimostrato mille volte di saperti portare in alto , quando gli lasciano uno spazio sufficiente per caricasi. Sono altre le tue paure : il benedetto posteriore sinistro e la sua scontrosità : ombroso da rifiutare inspiegabilmente ostacoli che non gli sono ben presentati, anche se non  difficili da superare. Ecco, basta un atterraggio un po' scomposto, una curva mal eseguita e l'"oxer" che ti si para davanti può essere la fine del tuo percorso. Sai bene che dopo un rifiuto tu e lui avreste perso tutta la concentrazione, accumulando penalità umilianti.

Ma questo pensieri ti vengono e scompaiono in un attimo: un breve rettilineo, la corsa alza zolle di terra ed erba in una accelerazione rabbiosa prima dell'ostacolo d'acqua. Staccate anche troppo indietro, ma l'atterraggio è buono, pochi centimetri oltre l'acqua.

Era un problema solo di potenza , e quella non ti preoccupava.  Proseguite , fra eleganti curve e attento studio del nuovo ostacolo, per i successivi passaggi di sentiero, gabbie, croci di S. Andrea. Passate il primo muro con sicurezza, nonostante faccia paura quando vi si para davanti : sono elementi leggerissimi appoggiati l'uno sull'altro, ma l'altezza mette soggezione  e gli ultimi appoggi sembrano portarvi contro un blocco di duro cemento. Invece si trasformano in un volo incredibile. Senti, intuisci il forte applauso che si alza dalle tribune. Ma non è finita, non ti devi far distrarre dal pubblico.

Continuate così un percorso che sembra non finire mai , calpestando più volte, in rapide volute, zolle già calpestate , ma il muso alto sta cercando nuove barriere.

Quasi non te ne accorgi, ma sei verso la fine: gli ultimo due ostacoli . Non devi pensarci, è un errore. Non perdere la concentrazione proprio ora,  vai. Vai Idomeneo, portami in fondo.

Sei vicino al percorso netto , hai cercato di non pensarci, di non contare così gli ostacoli, ma ora è difficile non sperare.

La paghi sul penultimo. La croce di S. Andrea ti è fatale. Presa un attimo di traverso, vi frega.  Il solito posteriore destro incontra l'ostacolo della barra trasversale, vi striscia sopra per alcuni centimetri, poi il richiamo completa il danno. Un rumore soffocato ti dice che l'elemento di barriera è caduto. 4 penalità.

Un attimo per maledirti, per maledire la curva troppo stretta che hai scelto, poi via, libera la mente. 4 penalità ti permettono comunque un piazzamento molto in alto, ed avrai portato il tuo contributo alla squadra, quello che sognavi, molto più di quello che si aspettasse Hugo Pedogni da te. Dovrà ricredersi un pò, anche se non lo confesserà mai.

L'ultimo ostacolo, un muro rosso altissimo, è già davanti a te. Vorresti chiudere gli occhi,  essere già all'arrivo, ma non puoi abbassare lo sguardo, devi aiutare il tuo cavallo ad affrontare l'ultima prova. Fatti sentire sicuro. Vai !  Il balzo ti  sorprende per agilità e potenza. Anche Idomeneo ha sentito che siete quasi alla fine. L'atterraggio è fortunoso, devi aggrapparti con tutte le forze ala sella per non essere sbalzato via, poi la corsa riprende, con falcate sempre più larghe e tu riesci a ricomporti.

Tagliate il traguardo fra gli applausi. Il tempo è più che buono, nessuna altra penalità.

Salutate d nuovo al centro della pista  ed uscite, ansanti ma cercando di dimostrare stile e freddezza in questa ultima passerella.

Peccato, quell'unico errore ti vieta l'accesso al barrage finale, ma hai dato il tuo contributo. I compagni di nuovo ti sorridono, quando smonti. Non era mancanza di fiducia in te, ma perdere il giorno prima di una gara così importante il secondo cavaliere titolare aveva abbattuto un po' tutti.

Ma non ti fermi a parlare con loro. Ti scopri avanzare verso le scuderie, ti avvicini ad un inserviente con una radiolina in mano e gli chiedi, nel tuo italiano non più perfetto "Escusa, che ha fatto il Bologna?"..

"Ha vinto uno a zero, gol di Signori".

E adesso tu, stupido, finalmente ti sciogli in un pianto che ti consola.

Nico (Domenico Cardona)