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Modelli di Impatto a
Bassa Velocità di Laminati in Materiale Composito |
Capitolo 4
ANALISI SPERIMENTALE
(Pagina 4/4)
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Indice
4.1 Introduzione
4.2 Apparecchiatura di prova
4.3 Strumentazione di misura
4.4 Rilevazione dati
4.5 Informazioni acquisite
4.6 Indagine microscopica
4.7 Macchina prove statiche
4.8 Materiale analizzato
4.9 Prove di indentazione
4.9.1 Prove di
indentazione dinamiche
4.9.2 Prove di indentazione
statiche
4.10 Determinazione di alfa
4.11 Determinazione di Ceq
4.9.2
Prove di indentazione statiche
| PROVINO PEEK_ST1
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Figura IV.24. Andamento temporale della forza.
Figura IV.25. Andamento temporale dell'energia.
Figura IV.26. Diagramma forza-spostamento.
RISULTATI |
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Energia
massima |
1.38
J |
Energia
residua |
0.338
J |
Spostamento
massimo |
0.374
m |
Forza
massima |
9662
N |
L'analisi distruttiva (taglio del laminato in direzione parallela
alle fibre del layer superficiale con analisi microscopica della sezione tagliata e
successivo deplaying) non ha evidenziato alcun tipo di rottura di fibre nella zona di
contatto. E' visibile un'impronta dell'impattatore, sintomo della plasticizzazione della
matrice nella zona di contatto.
| PROVINO
PEEK_ST2
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Figura IV.27. Andamento temporale della forza.
Figura IV.28. Andamento temporale dell'energia.
Figura IV.29. Diagramma forza-spostamento.
RISULTATI |
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Energia
massima |
0.27
J |
Energia
residua |
0.0715
J |
Spostamento
massimo |
0.19487
mm |
Forza
massima |
3652
N |
L'analisi distruttiva (taglio del laminato in direzione parallela
alle fibre del layer superficiale con analisi microscopica della sezione tagliata e
successivo deplaying) non ha evidenziato alcun tipo di rottura di fibre nella zona di
contatto. E' visibile un'impronta dell'impattatore, sintomo della plasticizzazione della
matrice nella zona di contatto.
4.10 Determinazione di alfa
Per la determinazione di a, che ricordiamo essere legato al
coefficiente di restituzione e, si sono utilizzati i dati ricavati dalle prove di
indentazione dinamica, le quali altro non sono che una semplice prova di rimbalzo. La
prova infatti è stata realizzata sulla macchina Drop Weight sul cui basamento è stato
opportunamente posizionato il provino da impattare. I materiali provati sono stati
diversi: PEEK-fibra di carbonio e resina epossidica-fibra di carbonio. Le diverse lamine
sono state poggiate su un piano d'acciaio opportunamente imbullonato al basamento della
macchina e a loro volta incastrate alle estremità, in modo che, una volta avvenuto
l'impatto, questi rimanga a contatto con il basamento senza così rimbalzare. Le velocità
d'impatto sono state impostate molto basse (dunque con altezze di caduta minime,
compatibilmente con le caratteristiche della macchina) per far si che il danneggiamento
entro il provino fosse sostanzialmente trascurabile. Ad una prima analisi visiva, vedendo
che sulla superficie del materiale non comparivano i classici segni di rottura
(fessurazioni lungo la circonferenza d'impatto e, a partire da queste, in direzione
radiale normale a quella delle fibre) si provato ad aumentare la velocità d'impatto senza
che però tale fenomeno si verificasse. Si è potuto vedere come l'unico effetto prodotto
dall'impatto sia stata l'impronta della punta lasciata sulla sua superficie superiore.
Ciò indica come, seppur in assenza di rottura di fibre, si sia verificata una
deformazione plastica nella matrice. Una successiva analisi al microscopio dei provini,
opportunamente sezionati, ha sembrato confermare tale supposizione. Per avere la certezza
di tale risultato si è proceduto nel distaccare tra loro i diversi strati del laminato
introducendo questi entro un forno a una temperatura di 600°C per l'epossidico e ad una
temperatura, leggermente più elevata, circa 680°C per il Peek. A tali valori di
temperatura si è così venuta a sciogliere la resina utilizzata per incollare tra loro i
diversi layers. Separati gli strati e analizzati accuratamente al microscopio si è notata
una rottura di fibre negli strati orientati a 45° nel caso dell'epossidico impattato a
velocità maggiori, dove si generava una forza di circa 10000N. Per valori di forza
inferiori non si è denotata alcuna rottura di fibre. Riguardo il peek, per tutti i valori
di forza analizzati non si sono visualizzate rotture.
Di seguito riportiamo uno schema riassuntivo delle prove effettuate e dei risultati
ottenuti:
PROVINO |
VELOCITA'
D'IMPATTO vi[m/s] |
VELOCITA'
DI RIMBALZO vo[m/s] |
e |
a |
PEEKIND 1 |
1.327392 |
0.970985 |
0.73150 |
0.20228 |
PEEKIND 2 |
1.645683 |
1.185817 |
0.72056 |
0.16980 |
PEEKIND 3 |
1.90293 |
1.38155 |
0.72601 |
0.14398 |
PEEKIND 4 |
2.123443 |
1.524208 |
0.71780 |
0.13290 |
EPOIND 1 |
1.32386 |
0.925039 |
0.69874 |
0.22756 |
EPOIND 2 |
1.63789 |
1.12712 |
0.68815 |
0.19040 |
EPOIND 3 |
1.910254 |
1.320085 |
0.69105 |
0.16173 |
EPOIND 4 |
2.136791 |
1.453843 |
0.68039 |
0.14956 |
Si può notare come mentre i valori del coefficiente di restituzione
e, per ciascun materiale si mantengano pressoché costanti, i valori di a vadano
decrescendo all'aumentare della velocità d'impatto.
Figura IV.30. Andamento di a in funzione della
velocità d'impatto.
Questo significa che tale grandezza non è esattamente una costante
come sostenuto da alcuni ricercatori [Mahfuz, 1995]. In prima approssimazione, se si vuole
pensare tale valore come costante, i dati che più si confanno al nostro caso sono quelli
che si riferiscono al valore più basso della velocità d'impatto: abbiamo così ricavato
i valori di 0.20 per il PEEK e di 0.23 per la resina epossidica.
4.11 Determinazione di Ceq
Per la determinazione di Ceq è stata effettuata una prova sperimentale in
cui una barretta del laminato composito in studio (con la medesima diposizione dei layers)
è stato sottoposto ad una prova dinamica di vibrazione. Lapparecchiatura di prova
era così costituita:
| Morsa, a
cui è stato fissato il provino, per simulare l'incastro ad una estremità della barretta;
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| Accelerometro,
posto in prossimità dell'estremità libera del provino, tramite il quale si misura
laccelerazione e gli spostamenti subiti dalla barretta;
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| Oscilloscopio
bicanale Hewlett-Packard HP 54520A (banda passante 500 Mhz.), che permette di visualizzare
sul display landamento oscillatorio di tali spostamenti. Questi è inoltre dotato di
un lettore floppy disk nel quale possiamo registrare i dati della prova
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Figura IV.31. Oscilloscopio bicanale Hewlett-Packard.
Figura IV.32. Catena di misura: A. Morsa; B. Provino; C. Accelerometro; D.
Oscilloscopio.
Landamento
degli spostamenti ottenuti è stato il seguente:
Figura IV.33. Andamento oscillatorio degli spostamenti subiti dalla barretta.
Dall'analisi su una serie di cicli possiamo estrapolare le grandezze di
interesse:
Dt = 0.015 s Periodo
Nota la rigidezza K=43.246 N/m, tramite tali grandezze ricaveremo:
f = 66.667 Hz Frequenza
wn = 418.88 rad/s Frequenza naturale
d = 0.015 Decremento logaritmico
a = 0.628 Costante di smorzamento
Utilizzando tali valori ricaviamo come il valore dello smorzamento viscoso equivalente Ceq
sia pari a 4.7738E-04.
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| CAPITOLO 1 | CAPITOLO 2 | CAPITOLO 3 | CAPITOLO 4 | CAPITOLO 5 | CONCLUSIONI | BIBLIOGRAFIA | RINGRAZIAMENTI
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