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Lo studio della redazione (RG)

La FG, pur evidenziando elementi importanti della tradizione, aveva lasciato irrisolto il problema del passaggio dalla tradizione orale alla forma scritta del "vangelo".
Inoltre la FG corre il rischio di ridurre i vangeli a delle "raccolte" piuttosto artificiali, e gli evangelisti a dei semplici compilatori e trasmettitori. Non si interessa della composizione letteraria dei vangeli, a cui attribuisce soltanto un valore di cornice.
La reazione a questa lacuna non si fa attendere. Infatti, subito dopo la seconda guerra mondiale, si fa strada la Redaktiongeschichte (RG), ovvero lo "studio critico della redazione".
Il nuovo metodo è attento al contributo personale dell'e-vangelista nell'opera di redazione, al suo orientamento teologico. La RG restituisce agli evangelisti la dignità di autori e di teologi.

Tra i pionieri della RG ricordiamo:

* G. Bornkamm per gli studi su Matteo (1948-59).

* H. Conzelmann per Luca (Die Mitte der Zeit. Studien zur Theologie des Lukas, Tùbingen 1954).

* W. Marxen per lo studio di Marco (Der Evangelist Markus. Studien zur Redaktionsgeschichte des Evangeliums, Gottingen: 1956; 21959).

* W. Trllling, per la teologia di Matteo: Das wahre Israel. Studien zur Theologie des Matthàus-Evangeliums, Mùnchen 31964; it.: Il vero Israele. Studi sulla teologia del vangelo di Matteo, Casale Monferrato: Piemme, 1992.

La RG degli inizi presentava ancora un'impostazione di tipo diacronico.
Si preoccupava soprattutto di isolare gli elementi redazionali da quelli tradizionali. Ma progressivamente l'attenzione si è volta sempre più allo studio dell'insieme, come una totalità che trova senso nella struttura dei vari elementi, privilegiando l'approccio sincronico.
In effetti il processo di redazione è caratterizzato da due aspetti irrinunciabili: fedeltà alla tradizione e prospettiva peculiare di ciascun evangelista. La presenza del materiale comune attesta il legame vincolante con la tradizione. D'altro lato, gli evangelisti non sono semplicemente raccoglitori di tradizioni, ma dei veri autori.

La DV afferma che essi scrissero i Vangeli:

* scegliendo alcune cose
* redigendo una sintesi di altre
* avendo presente la situazione delle chiese
* conservando il carattere di predicazione

Non c'è dubbio che i Vangeli esprimono un lavoro redazionale che va dalle omissioni alle aggiunte, agli spostamenti, ai ritocchi, alle riletture e interpretazioni teologiche.
L'attività redazionale dell'evangelista si esprime già nella "scelta" di ciò che egli prende dalla tradizione. Infatti non è certo casuale il prendere alcune cose e lasciarne altre. Ancor più emerge dal materiale proprio, soltanto di Marco o Matteo o Luca. Ma chiaramente è dall'insieme della composizione letteraria che possiamo cogliere l'intento teologico di ciascun evangelista.
Seguendo il corso del metodo storico critico si osservano tre modi principali di affrontare il rapporto Tradizione-Redazione (Segalla, Evangelo, pp. 22-26):

1. - redazione come raccolta delle tradizioni
Gli evangelisti hanno creato solo la cornice entro cui collocare il quadro già fatto! E' una posizione tipica della FG. E' rimasta famosa l'espressione di K. L. Schmidt:

“non si ha nessuna storia di Gesù nel senso di una storia che si evolve, nessun quadro cronologico della sua storia, ma soltanto racconti singoli, pericopi collocate all'interno di un'opera che fa loro da cornice"
(Der Rahmen der Geschichte Jesu.
Literarkritische Untersuchung zur altes-ten Jesusüberliefe­rung, Darmstadt: Wiss. Buchgesellschaft, 1919; 21969, 317).

2. - redazione come interpretazione della tradi-zione
Bornkamm è l'iniziatore riconosciuto del vero e proprio metodo redazionale. Esprime un orientamento moderato, ben espresso dal titolo stesso del libro: Tradizione e interpretazione nel Vangelo di Matteo (G. Bornkamm - G. Barth - H. J. Held, Uberlieferung und Ausiegung Im Matthäusevangelium, Neukirchen 1960; tr. ingl., Tradition und lnterpretation in Matthew, London 1963).

3. - redazione come opera originale dell'evange-lista
Marxen e Conzelmann evidenziano invece la discontinuità con la tradizione, esaltano il ruolo di autore, la creatività, l'attività innovativa dell'evangelista.

 


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