Immaginando un'intervista a gente cristiana di media formazione potremmo raccogliere varie risposte, giuste solo in parte:
* i vangeli sono la buona notizia portata da Gesù, il suo messaggio, il suo insegnamento
* sono il racconto di ciò che Gesù ha fatto, dei suoi miracoli, della sua passione e risurrezione, in breve: la sua vita
* i vangeli sono anche l'esperienza dei discepoli e delle discepole di Gesù, il cammino di fede di coloro che lo hanno seguito; in altre parole, l'esperienza della chiesa primitiva.
Una risposta completa deve tenere tutto questo insieme poiché i vangeli sono propriamente memoria e annuncio di ciò che Gesù ha fatto e insegnato, della sua vita, morte e risurrezione. In quanto memoria, si rifanno al passato e parlano di Lui e dei suoi primi seguaci; in quanto annuncio, sono speranza e appello per la nostra vita; parlano di noi.
Il Concilio Vaticano II li definisce testimonianza perenne e divina del mistero di salvezza rivelato e attuato dal Verbo fatto carne (DV, 17). E aggiunge che:
"tra tutte le Scritture, anche del Nuovo Testamento, i vangeli meritatamente eccellono, in quanto sono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore" (DV, 18).
Giustamente la chiesa riconosce ai vangeli un posto di eminenza; sono il cuore di tutte le Scritture perché più di tutte testimoniano Cristo, il Verbo incarnato. Essi sono le uniche fonti attendibili circa la storia e la dottrina di Gesù e testimoniano ciò che la Chiesa, alla luce della Risurrezione e sotto la guida dello Spirito, ha inizialmente compreso e via via approfondito riguardo alla vita e all'insegnamento di Gesù, riguardo al "vangelo" da lui annunciato e compiuto.
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