Osservando come la chiesa primitiva ha concretamente utilizzato il termine "vangelo" possiamo ricavare tre elementi importanti:
1. il riferimento alla persona e al messaggio di Gesù quale conipimento delle promesse messianiche;
2. la forma orale del vangelo: prima di essere stato scritto esso è stato una predicazione a viva voce;
3. la designazione dei quattro libretti canonici come "vangeli" dice che la Chiesa ha percepito una stretta relazione tra questi scritti e la predicazione di Cristo e degli Apostoli.
Anche all'ultimo stadio di sviluppo, la forma scritta, si mantiene il carattere di "predicazione".
Nati dal vangelo, i vangeli sono intrinsecamente finalizzati all'evangelizzazione. Sono stati scritti per essere a loro volta proclamati: affinché il lieto annuncio raggiunga le dimensioni del mondo e faccia fiorire la fede e la salvezza.
Per un approfondimento vedi:
V. Fusco, "Vangeli", in: Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Milano: EP, 1989, 1610-1620; "1 Vangeli: genereletterario e struttura fondamentale" in: Logos 5,7 1-85.
X. Léon-Dufour, I Vangeli e la Storia di Gesù, Milano: Edizioni Paoline , 5 1986 .
C. H. Talbert, What is a Gospel? The Genre of the Canonical Gospels, Philadelphia: Fortress, 1977.
P. Stuhlmacher, Das paulinische Evangelium. I. Vorgeschichte, Gòttingen 1968.
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