Sono state le sale del Castello Arabo Normanno di Castellammare del Golfo, ad ospitare quest'anno dall'11 al 22 Agosto, la mostra che la "Società Operaia di Mutuo Soccorso" in collaborazione con il Comune di Castellammare, dopo il successo riscosso nel 2000 dalla precedente mostra, "Appena Ieri - Lavoro Arte e Mestieri nella fotografia", ha deciso di proporre al numeroso pubblico presente nel periodo estivo nella nostra cittadina. Vista da circa 6.000 visitatori, la mostra ha registrato notevole interesse da parte degli organi di stampa locali e nazionali e dal sistema dei media.
Curata dall'Architetto Camillo Galante e da Vito Bucellato la mostra dal titolo: "Con i piedi nell'acqua e la testa tra le nuvole .... o dell'oblio del mare", ha proposto un percorso di conoscenza sui rapporti storici tra la cittadina del golfo ed il mare attraverso; foto storiche, stampe, cartografie e pannelli esplicativi, tesi ad illustrare aspetti, attività, trasformazioni, rappresentanti i tre passaggi significativi, da emporio a caricatore a porto per l'esportazione dei vini, e infine contributi di studiosi ed amanti del mare della cittadina che hanno suggerito, riutilizzi possibili. Alla mostra è stato affiancato un libro di oltre 100 pagine che i materiali della mostra ha raccolto ed integrato, con pregevoli contributi del, Prof. Ignazio Concordia, della Prof.sa Mirella Rizzo e dello stesso Architetto Camillo Galante per la parte storica, del Prof. Pietro Buccellato e del Dott. Andrea Ballerini per la parte letteraria, e del Dott. Sebastiano Tusa, del Prof. Guido Camarda, del Dott. Luciano Cessari e dei Dott. Giovanni D'Anna, Fabio Badalamenti e Carlo Pipitone, per la parte scientifico - propositiva.
La considerazione iniziale da cui partivano gli autori è, che Castellammare nei suoi attuali abitanti sembra aver smarrito la coscienza di se: "La coscienza, per intenderci, che ragione fondante della città, così come per altri luoghi è stata la fertilità della terra, la presenza dell'acqua per irrigare i campi, o ancora le possibilità di difesa date da un'alta rupe, qui storicamente è stata la presenza del mare e la possibilità di utilizzarlo come risorsa. Già le origini, antico porto di Segesta, per quanto a noi note, richiamano all'uso del mare come via di comunicazione, ed alla necessità già nell'antichità di poter disporre di terminali attrezzati, (i porti i magazzini, i servizi a terra), per il funzionamento di tale via di comunicazione. Nei secoli successivi il rafforzarsi della funzione, dato dalla presenza del caricatore, ha determinato le vicende, le guerre, gli assedi, le distruzioni e le successive riedificazioni di quanto gli uomini si sforzavano di costruire. E ancora, in tempi a noi più prossimi, nella seconda metà dell' ottocento, le possibilità date dal commercio dei vini hanno finito per segnare la crescita urbana e permesso l'innesto nella popolazione locale di nuova linfa e cultura, e nel contempo il trapiantarsi, non da emigranti ma da protagonisti, di nuclei della popolazione locale, nei centri vivi del commercio del tempo quali: Marsiglia, Tunisi, Roma, Trieste."
Dopo si è avuto il progressivo decadere della funzione, l' oblio del mare del sottotitolo della mostra, la perdita di senso, e il disarmonico innestarsi di culture non sorrette da ragioni di sviluppo che hanno determinato, qui come altrove in genere nel meridione, crescita urbana senza sviluppo, passivo e lento adeguarsi della realtà locale a modelli di vita, dell'abitare, sociale, ed infine dell'essere, determinati semplicemente dalla logica del consumo, così come trasmessi dal centro alla periferia.
Sarà possibile ora nel nuovo millennio far riacquisire alla comunità locale, la consapevolezza dell'essere Castellammare una città di mare, una città con "i piedi nell'acqua"?
Sarà possibile che l'essere con la "testa tra le nuvole" che qui, è oblio del mare e delle proprie radici, passività, inerzia e rassegnazione, non assuma piuttosto la positività del ritornare bambini e come bambini aperti alla scoperta dei mille perché della vita si colgano nuovi motivi, spunti e ragioni per ulteriori e più duraturi periodi di crescita e di sviluppo?
Ambiente, cultura e natura presenti in abbondanza, nelle forme di siti, strutture e uomini, possono costituire il motore dello sviluppo, ma perché ciò sia possibile è necessario che le loro ragioni siano ragioni dei castellammaresi, elementi della coscienza per uomini che vivono con consapevolezza la contemporaneità.
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