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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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 Frenis Zero  Publisher

       Prefazione di Robert D. Hinshelwood al libro "Psychoanalysis, collective traumas, and memory places"

 

 

 

  GIORNATA DELLA MEMORIA 2015

 



 

            

 

 

  

   

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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EDIZIONI FRENIS ZERO

 

Ultima uscita/New issue:

"Neuroscience and Psychoanalysis" (English Edition)

Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione di: Georg Northoff                                            Writings by/scritti di: D. Mann               A. N. Schore R. Stickgold                   B.A. Van Der Kolk  G. Vaslamatzis  M.P. Walker                                                 Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collection/Collana: Psicoanalisi e neuroscienze

Anno/Year: 2014

Pagine/Pages: 300

ISBN:978-88-97479-06-2

Prezzo/Price: € 49,00

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Vera Schmidt, "Scritti su psicoanalisi infantile ed educazione"

Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione di: Alberto Angelini                                             Introduced by/introduzione di: Vlasta Polojaz                                                   Afterword by/post-fazione di: Rita Corsa

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2014

Pagine/Pages: 248

ISBN:978-88-97479-05-5

Prezzo/Price: € 29,00

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Resnik, S. et al.  (a cura di Monica Ferri), "L'ascolto dei sensi e dei luoghi nella relazione terapeutica" 

Writings by:A. Ambrosini, A. Bimbi,  M. Ferri,               G. Gabbriellini,  A. Luperini, S. Resnik,                      S. Rodighiero,  R. Tancredi,  A. Taquini Resnik,       G. Trippi

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della Psicoanalisi

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 156

ISBN:978-88-97479-04-8 

Prezzo/Price: € 37,00

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Silvio G. Cusin, "Sessualità e conoscenza" 

A cura di/Edited by:  A. Cusin & G. Leo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 476

ISBN:  978-88-97479-03-1

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura di G. Leo e G. Riefolo (Editors)

 

A cura di/Edited by:  G. Leo & G. Riefolo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 426

ISBN: 978-88-903710-9-7

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor) 

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Cordoglio e pregiudizio

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 136

ISBN: 978-88-903710-7-3

Prezzo/Price: € 23,00

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AA.VV., "Lo spazio  velato.   Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 382

ISBN: 978-88-903710-6-6

Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., Psychoanalysis and its Borders, a cura di G. Leo (Editor)


Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jimenez, O.F. Kernberg,  S. Resnik.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 348

ISBN: 978-88-974790-2-4

Prezzo/Price: € 19,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A. Cusin e G. Leo
Psicoanalisi e luoghi della negazione

Writings by:J. Altounian, S. Amati Sas, M.  e M. Avakian, W.  A. Cusin,  N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini  Scalmati,  G.  Schneider,  M. Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2011 

Pagine/Pages: 400

ISBN: 978-88-903710-4-2

Prezzo/Price: € 38,00

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"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

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"Psicologia dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 41,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Edizione: 2a

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011

Prezzo/Price: € 34,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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 Decisi di visitare Auschwitz non tanto presto. Ero stato in Polonia, ed a Cracovia, in svariate occasioni. Anche mio nipote all'età di 16 anni era stato in gita scolastica in quel famoso campo di concentramento. Perché io ancora no?

Lo visitai nell'autunno del 2013 in compagnia di un amico polacco, Wladek, che a sua volta lo aveva visitato in passato ma 25-30 anni prima. Camminammo per il sito principale in compagnia della guida, in un gruppo di persone colte. In realtà, due siti entrambi terrificanti, di cui il secondo era stato costruito appositamente dai prigionieri di guerra, con grandi capanni da giardino come casa, camere a gas efficienti per un lavoro sistematico. E, con mia sorpresa, la quiete, la spaziosità di questo posto non mi lasciarono alcuna sensazione nell'immediato. Gli orrori che vi si erano lì consumati erano  troppo alieni per esser collegati a questo spazio ordinario pianeggiante, con i suoi pochi edifici dall'aria inquietante disposti in file ordinate. La mia immaginazione era letteralmente annientata e ci vollero circa due settimane, una volta tornato a casa, perché la ricchezza della vita venisse gradualmente dissolta dai pochi pensieri che avevano cominciato ad emergere riguardo all'orrore che era accaduto una volta nel campo.

Furono piccole cose che aprirono buchi nella mia coscienza. Piccoli frammenti di ossa si trovano ancora nei campi circostanti, poiché i residui organici delle camere a gas vennero usati come fertilizzanti nelle fattorie. La ferrovia giungeva nel grande piazzale posto tra il campo maschile e quello femminile, ad ogni carico che arrivava la fila di prigionieri  scendeva dai vagoni e  si trascinava dritto verso la lontana meta finale (dove silenziosamente aspettavano le camere a gas), pensando di esser sopravvissuti al viaggio, e che il futuro poteva essere solo migliore.Un medico del campo stava a fianco della fila che avanzava trascinando i piedi, selezionando coloro che avevano un aspetto più adatto a sopravvivere alle traversie, che cioè avrebbero potuto rimpiazzare quei lavoratori del campo che sarebbero morti di fame, o peggio, quelli che erano già morti, giunti con l'ultimo treno. Il prato vicino alla grande casa dei Comandanti (per contrasto) dove era stato impiccato pubblicamente dopo il processo di Norimberga. Il famoso slogan, decorato in modo piuttosto ingenuo, "Arbeit Macht Frei". Le celle per le punizioni più leggere, grandi quanto gabbie per conigli, sotto le scale in cui i prigionieri politici venivano lasciati soli a morire di fame e di sete. Questo genere di cose furono più pressanti quando la mia mente iniziò a dirigersi alle immagini familiari dei mucchi di scarpe, della montagna di capelli umani che aspettavano di essere utilizzati per fabbricare cuscini e di essere tessuti in coperte; questi erano troppo anonimi per raccontare una storia. Ricordo che guardai le scarpe col desiderio che formassero delle paia, ma esse non avevano più quel  significato, non significavano delle persone. Comunque, è vero che ce n'era un paio, come vidi, penso fossero scarpe da ricevimento, forse per una festa da ballo, e posso ancora sentire la dolorosa ironia racchiusa nel caso di qualche  ragazza che sperava di arrivare in un posto in cui poter ancora passare delle serate divertenti. 

Penso che fosse questa obliterazione dell'umano ciò che questi cimeli del campo rappresentavano e ciò che metteva i miei stessi sentimenti umani per un certo tempo in uno stato di sospensione. Mi sembrava che ciò costituisse il vero esito della mia visita, il vero motivo alla base di un monumento, di un museo. Non è l'orrore, è la capacità dell'orrore di rendere una persona qualsiasi insensibile ad esso. Può essere una confessione scioccante il fatto che io potessi diventare  indifferente alla realtà lì, e che avevo bisogno di distanza nello spazio e nel tempo per trovare uno spazio in cui l'orrore potesse essere riconosciuto, e lentamente esaminato nei suoi particolari. Forse non è sorprendente che reazioni di una persona siano scioccanti da confessare. Ma è importante tuttavia riconoscere quella mancanza di risposta. Gli orrori si possono vedere meglio da una certa distanza; la prossimità può mettere fuori gioco la nostra umanità. Mentre camminavo per il campo col mio amico, la domanda che mi ponevo era pratica: "Come tutto ciò può essere stato pianificato e realizzato da coloro che ne sono stati i responsabili? Come hanno potuto lavorarvi giorno dopo giorno, tenendo i prigionieri in condizioni così disumane?". Qualcosa era scattato nelle loro menti, lo stesso che era accaduto nella mia. "Come mai tutto ciò era diventato ordinario e quotidiano?". Deve essere diventato proprio un lavoro per la maggior parte delle SS, e anche per i prigionieri più fidati che le SS reclutavano per tenere in ordine il posto e per essere per il resto servili. Era un meccanismo che scattava nello spegnere l'umanità di ognuno verso gli altri, verso certe categorie degli altri.

Ho scelto di portare dei commenti, per la prefazione di questo libro, su qualche riflessione e su qualche sentimento di sofferenza personale, e forse anche di vergogna. Voglio fare i miei complimenti a questi eminenti autori che vi hanno contribuito, per il valore del loro pensiero e della loro esperienza. E' giusto, come ha fatto Giuseppe Leo, raccogliere questi importanti capitoli sulla disumanità collettiva, sul trauma collettivo. Queste storie non si dovrebbero dimenticare. Dovrebbero essere condannate, dovrebbero essere comprese. Dovrebbero essere condannate e capite. Su di esse si deve soffermare il pensiero, sempre di più. Il mio modesto punto di vista consiste nel cercare di riconoscere che tutte le memorie, e tutto il comprendere costituiscono aspetti estremamente raffinati della nostra umanità. E che tale grado di raffinatezza deriva dalla distanza. Se sono stato troppo vicino all'orrore, ho spento dentro di me qualcosa: le SS, magari per mesi interi, devono aver spento qualcosa anche loro dentro tante persone. Conosciamo continuamente esempi di 'disumanità dell'uomo verso un altro uomo'; ebbene, tale disumanità è essa stessa parte della nostra umanità.

Una lezione che ho appresso ad Auschwitz è che per tutti noi la capacità di mantenere la nostra umanità nei confronti delle altre persone è fragile,  forse uno degli aspetti più fragili della nostra umanità. Nello scorrere questi capitoli che con tanto impegno riescono a farci comprendere cose così terribili, potevo avvertire la spinta, la tentazione a scivolare nella mia distanza di sicurezza. Lettori, siate cauti nella lettura, non usate la stessa prudenza nello scivolare così facilmente in quel modo distanziato di essere a cui ho finito per soccombere io stesso, e che credo le SS devono avere realizzato.        

 

 

 

 

 

 

 

Robert D. Hinshelwood

Londra, 27 gennaio 2015

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
   

 

 

 

   
 
 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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