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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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 Frenis Zero  Publisher

       "LO SCHERMO EMPATICO" 

 

 

 

 Recensioni di Ruggero Eugeni e di Fiorenzo Conti

 


Queste due recensioni sono state pubblicate su L'Indice dei Libri del Mese di aprile 2016. Si ringrazia la redazione della rivista per aver accordato a Frenis Zero il permesso di riprodurle al suo interno.

Ruggero Eugeni è docente di Semiotica dei Media presso la facoltà di Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano).

Fiorenzo Conti è ordinario di Fisiologia Umana all'Università Politecnica delle Marche e presidente della Società Italiana di Neuroscienze.

Vittorio Gallese e Michele Guerra

LO SCHERMO EMPATICO

Cinema e neuroscienze

pp. 318, € 25,

Cortina, Milano 2015

 

            

 

 

  

   

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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EDIZIONI FRENIS ZERO

 

Ultima uscita/New issue:

 

Psychoanalysis, Collective Traumas and Memory Places (English Edition)

Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione di:               R.D.Hinshelwood                                      Writings by/scritti di: J. Altounian       W. Bohleber  J. Deutsch                        H. Halberstadt-Freud  Y. Gampel           N. Janigro   R.K. Papadopoulos            M. Ritter  S. Varvin  H.-J. Wirth

 Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collection/Collana: Mediterranean Id-entities

Anno/Year: 2015

Pagine/Pages: 330

ISBN:978-88-97479-09-3

 

 

"L'uomo dietro al lettino" di Gabriele Cassullo

 Prefaced by/prefazione di: Jeremy Holmes                                                         Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collection/Collana: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2015

Pagine/Pages: 350

ISBN:978-88-97479-07-9

Prezzo/Price: € 29,00

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(per Edizione rilegata- Hardcover clicca qui)

 

"Neuroscience and Psychoanalysis" (English Edition)

Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione di: Georg Northoff                                            Writings by/scritti di: D. Mann               A. N. Schore R. Stickgold                   B.A. Van Der Kolk  G. Vaslamatzis  M.P. Walker                                                 Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collection/Collana: Psicoanalisi e neuroscienze

Anno/Year: 2014

Pagine/Pages: 300

ISBN:978-88-97479-06-2

Prezzo/Price: € 49,00

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Vera Schmidt, "Scritti su psicoanalisi infantile ed educazione"

Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione di: Alberto Angelini                                             Introduced by/introduzione di: Vlasta Polojaz                                                   Afterword by/post-fazione di: Rita Corsa

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2014

Pagine/Pages: 248

ISBN:978-88-97479-05-5

Prezzo/Price: € 29,00

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Resnik, S. et al.  (a cura di Monica Ferri), "L'ascolto dei sensi e dei luoghi nella relazione terapeutica" 

Writings by:A. Ambrosini, A. Bimbi,  M. Ferri,               G. Gabbriellini,  A. Luperini, S. Resnik,                      S. Rodighiero,  R. Tancredi,  A. Taquini Resnik,       G. Trippi

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della Psicoanalisi

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 156

ISBN:978-88-97479-04-8 

Prezzo/Price: € 37,00

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Silvio G. Cusin, "Sessualità e conoscenza" 

A cura di/Edited by:  A. Cusin & G. Leo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 476

ISBN:  978-88-97479-03-1

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura di G. Leo e G. Riefolo (Editors)

 

A cura di/Edited by:  G. Leo & G. Riefolo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 426

ISBN: 978-88-903710-9-7

 Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., "Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor) 

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Cordoglio e pregiudizio

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 136

ISBN: 978-88-903710-7-3

Prezzo/Price: € 23,00

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AA.VV., "Lo spazio  velato.   Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 382

ISBN: 978-88-903710-6-6

Prezzo/Price: € 39,00

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AA.VV., Psychoanalysis and its Borders, a cura di G. Leo (Editor)


Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jimenez, O.F. Kernberg,  S. Resnik.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 348

ISBN: 978-88-974790-2-4

Prezzo/Price: € 19,00

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AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A. Cusin e G. Leo
Psicoanalisi e luoghi della negazione

Writings by:J. Altounian, S. Amati Sas, M.  e M. Avakian, W.  A. Cusin,  N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini  Scalmati,  G.  Schneider,  M. Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2011 

Pagine/Pages: 400

ISBN: 978-88-903710-4-2

Prezzo/Price: € 38,00

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"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

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"Psicologia dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 41,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Edizione: 2a

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011

Prezzo/Price: € 34,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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In un film piuttosto divertente di alcuni anni fa il Dr. Michael Hfuhruhurr, un eminente neurochirurgo, si innamora perdutamente di un cervello appartenuto alla dolce signora Anne Uumellmahaye, fino a decidere di trapiantarlo sulla perfida moglie Dolores. Ho perso la testa per un cervello (The Man with Two Brains, Rob Reiner, 1983) costituisce una buona metafora di quanto sta accadendo in una parte degli studi sul cinema: questi stanno effettivamente cercando di innestare alcuni risultati delle neuroscienze contemporanee sul corpo un po’ invecchiato della teoria del film.

Si tratta in parte di un fenomeno sintonizzato con il più ampio contesto delle humanities: il successo incontrato negli ultimi venti anni circa dalle tecniche di brain imaging ha portato come è noto a un fiorire di neuro-discipline, dalla neuroestetica alla neuroetica. Nel caso degli studi cinematografici tuttavia l’incontro tra neuroscienze e teoria va oltre la moda del momento e si innesta su tre fenomeni di più ampio raggio. In primo luogo, esiste una solida tradizione di confronto tra teoria del cinema e studi sulla mente risalente agli studi di Hugo Münsterberg all’inizio del Novecento e successivamente alla lezione della filmologia franco-italiana degli anni quaranta e cinquanta. In secondo luogo, l’avvento delle neuroscienze si collega a una più ampia tendenza alla “naturalizzazione” della teoria del film che nasce alla metà degli anni ottanta del Novecento in area anglosassone con la contestazione dell’approccio semiotico-psicanalitico di matrice francese. In terzo luogo l’attenzione neuroscientifica si salda con l’emergere o il riemergere nella teoria del film contemporanea di un consistente filone fenomenologico.

Il volume di Gallese e Guerra si situa in quest’ultima area e costituisce forse il più compiuto tentativo di collegamento tra fenomenologia del film e neuroscienze attualmente presente nella teoria del cinema.

Il libro nasce dall’incontro tra un neurobiologo (Gallese) e un giovane studioso di cinema (Guerra), pienamente rispettosi l’uno delle competenze dell’altro. Per un verso dunque molti luoghi e autori significativi della teoria del cinema subiscono una proficua rilettura - dai teorici americani degli anni dieci, ben conosciuti da Guerra (Münsterberg, Freeburg) a quelli russi del montaggio (Kulešov, Ejzenstejn), fino ai più recenti fenomenologi del film (Sobchack, Marks). Per altro verso, il volume si basa su una conoscenza approfondita e di prima mano dei più recenti risultati delle neuroscienze, con particolare attenzione alla “scuola di Parma” (cui Gallese appartiene) e alle scoperte legate ai neuroni specchio. Infine, non è da trascurare il fatto che i due autori siano anche accaniti cinefili, e che l’argomentazione si appoggi costantemente su illuminanti esempi cinematografici - da Herzog a Kubrick, da Hitchock a Siodmak, da Demme a Bergman.

L’idea centrale del volume è che la nostra esperienza del mondo è incarnata, relazionale, multisensoriale e pragmatico-motoria. I quattro termini sono reciprocamente legati: non mi limito a “guardare” il bicchiere che è di fronte a me, ma “immagino” il tipo di interazioni che posso intrattenere con esso mediante il mio corpo (posso prenderlo, portarlo alle labbra, ecc.) e le sensazioni non puramente visuali che ne derivano (per esempio quelle tattili), ancor prima di agire; oppure, se qualcun altro sta portando il bicchiere alle labbra, “vivo” l’azione come se la eseguissi io. In altri termini noi adoperiamo una serie di risorse psicologiche e neurali sia per interagire praticamente con il mondo sia per “comprendere” quanto accade intorno a noi: gli autori parlano a questo proposito di “simulazione incarnata” e, nel caso della relazione intersoggettiva, di “consonanza intenzionale”.

Nel caso specifico dell’esperienza cinematografica, intervengono due aspetti qualificanti. In primo luogo, se l’esperienza diretta del mondo è definibile zuhanden (con termine heideggeriano: il mondo è direttamente soggetto alla presa del soggetto), quella di una qualunque narrazione è vorhanden: il mondo è in questo caso rappresentato “davanti” a lui. L’idea degli autori è che i meccanismi di simulazione incarnata che operano nel primo caso non vengono affatto meno nel secondo - anzi semmai si rafforzano; solamente, essi sono ora riferiti alle coordinate di un universo “altro” rispetto a quello ordinario. Gli autori parlano a questo proposito di una simulazione liberata.

La simulazione liberata si applica a ogni tipo di narrazione, sia essa orale, scritta, visiva o audiovisiva; nel caso del cinema subentra tuttavia una seconda particolarità: lo spettatore si trova di fronte al movimento precostituito di una serie di “corpi”, e dunque entra in un regime di consonanza intenzionale più o meno intensa con essi. Egli vede muoversi infatti davanti ai suoi occhi i corpi degli attori, ma anche quello della macchina da presa (espresso attraverso la dislocazione del punto di vista), e infine quello del film nel suo complesso con i suoi flussi sensibili e i suoi salti di montaggio. E in ciascuno di questi casi lo spettatore coglie qualità e intenzionalità specifiche dei movimenti, in quanto li riferisce alla propria esperienza in prima persona della motricità intenzionale.

Sulla base di queste idee Gallese e Guerra analizzano alcuni nodi dell’esperienza di visione del film. Vengono anzitutto presi in considerazione i movimenti di macchina “soggettivi”, che cioè incarnano (o sembrano incarnare) il movimento di personaggi del film adottandone il punto di vista e l’andamento motorio. In secondo luogo, vengono analizzati gli stacchi di montaggio come possibili attivatori di continuità o discontinuità. Su questi due argomenti gli autori riportano alcuni importanti esperimenti condotti con il metodo dello scanning elettroencefalografico (EEG) ad alta densità del cervello degli spettatori. Il libro si dedica quindi alla qualità “tattile” dello sguardo dello spettatore cinematografico, che sembra talvolta sfiorare o toccare oggetti, corpi e volti sullo schermo - e, ci dicono Gallese e Guerra, lo fa davvero, stante la costitutiva integrazione tra vista e tatto che si produce a livello neurale -. L’ultimo capitolo è infine dedicato alle trasformazioni dell’esperienza cinematografica e audiovisiva nella contemporanea situazione “post-cinematografica”: una condizione che valorizza fortemente le interazioni incarnate dello spettatore sia con i mondi finzionali (gli sguardi in prima persona delle action cameras, i nuovi esperimenti di realtà virtuale) sia con gli stessi dispositivi mediali (gli schermi touch, le consolles di videogiochi basate sull’interazione gestuale).

Queste ultime considerazioni ci sembrano portare alla luce una questione che attraversa di fatto l’intero volume. Non c’è dubbio che il cinema nasce e si sviluppa lavorando su e con le risorse e le condizioni fisiologiche e psicologiche del proprio spettatore: un cinema per (poniamo) la Trypedalia cystophora (una cubomedusa larga 10 millimetri e dotata di 24 occhi) costituirebbe un dispositivo fisico e simbolico un po’ differente. Rimane tuttavia da chiarire se e quanto l’esperienza del cinema a sua volta modifichi e plasmi tali condizioni. Quanto, in altri termini, “abbiamo imparato” ad assistere a uno spettacolo di immagini in movimento maturando abilità specifiche negli ultimi cento anni circa di evoluzione della nostra specie; e quanto tali abilità, pazientemente sedimentate, vengano oggi sfidate e riplasmate dalle nuove esperienze post-cinematografiche.

 

 

 

 

CONTAMINAZIONI FISIOLOGICHE : VERSO LA NEUROCINEMATOGRAFIA

di Fiorenzo Conti

C’è una lunga ed affascinante storia sulle relazioni tra fisiologia (e più tardi neurofisiologia e neuroscienze) e cinema. E’ una storia che risale al 1867, quando il fisiologo francese Etienne-Jules Marey inizia a studiare la locomozione e inventa strumenti per visualizzare in dettaglio le sequenze motorie e a definire le posizioni di una figura nello spazio in rapporto al tempo; questi strumenti si rivelano però insufficienti. S’avvicina così ai "giochi filosofici" (zootropi, fenachistoscopi, stroboscopi) con i quali si creava l’illusione del movimento; studia la fotografia, segue i lavori del fotografo Muybridge e costruisce strumenti e "dispositivi" (vere scenografie). La rivoluzione si compie quando Marey realizza i primi cronofotografi a placca fissa, con i quali ottiene fino a 100 immagini/sec, seguiti (negli anni 1888-1893) da quelli a pellicola mobile (vere cineprese) e dal cronofotografo analizzatore-proiettore reversibile.

 Nella Station Physiologique, Marey crea i suoi celebri "dispositivi", per esempio gli sfondi neri contro i quali uomini in tuta nera con linee bianche lungo gli arti e punti bianchi alle articolazioni effettuano movimenti, offrendo un modo nuovo di vedere e quantificare il movimento che ispirerà molti futuri studi di cinematica. Oggi, correttamente, molti attribuiscono a Marey un ruolo primario nell’invenzione della cinematografia, che era di fatto già stata inventata ben prima del 22 marzo 1895, data della prima proiezione dei Lumière.

Molto presto ci si comincia poi a chiedere quali siano gli effetti che il cinema ha sulla mente e sul corpo degli spettatori e nel 1907 Haines pubblica sulla rivista Moving Picture World un articolo fondato sull’idea che se si vuole veramente migliorare l’esperienza filmica, prima ancora che lavorare sulla narrazione, occorre capire a fondo “our physiological capacity for receiving impressions”. La storia diventa via via più complessa: ci si chiede poi quale sia la via per generare più stimoli ed emozioni nello spettatore e si giunge ad un’interessante separazione tra il modo di filmare il corpo del cinema americano (più basato sull’espressione del viso) e di quello europeo (più incentrato sul movimento del corpo). Inoltre, si formulano ipotesi, molte delle quali resteranno senza verifica sperimentale o cadranno nel dimenticatoio. Una però va ricordata, per il suo sapore quasi profetico: nel 1924, Ejzenštejn infatti scriveva: “siccome la percezione emozionale si ottiene tramite la riproduzione motoria dei movimenti dell’agente da parte del percipiente, soltanto un movimento che obbedisca agli stessi procedimenti secondo i quali si svolge normalmente in natura, può provocare una tale riproduzione”.

 

Quest’affermazione richiama immediatamente la funzione del meccanismo a “specchio” (basato sui neuroni specchio) descritto dai fisiologi parmensi e adattato da molti, purtroppo in maniera a volte superficiale, ai campi più diversi. Il legame tra cinema e meccanismo “a specchio” chiude (per ora) la lunga storia delle relazioni tra cinema e fisiologia/neuroscienze e questo passaggio non poteva che derivare dalla fruttuosa relazione tra uno dei fisiologi che hanno scoperto i neuroni specchio (Vittorio Gallese) e uno storico del cinema (Michele Guerra, anch’egli Professore a Parma). In un bel volume, i due autori propongono un’opera che, per la bella scrittura e per l’avvincente sviluppo delle argomentazioni, riesce a tenere il lettore incollato (quasi “incarnato”) alle pagine fino a che non ha raggiunto la fine. Va sottolineato, ed è un pregio non da poco per un libro scritto a quattro mani, come gli Autori siano stati capaci di integrare perfettamente le loro competenze sia nell’elaborazione sia nella scrittura.

L’ipotesi di Gallese e Guerra è basata sull’applicazione all’interazione tra film e spettatore del concetto di “simulazione incarnata”, ovvero della possibilità di stabilire, tramite il meccanismo “a specchio” relazioni con le azioni, le sensazioni e le emozioni di altri. Applicato al mistero del cinema, questo significa che, al di la dell’interpretazione logica del contenuto e delle sue implicazioni, c’è qualcos’altro che ci lega al “grande schermo”. Questo qualcos’altro, semplificando non poco, è che sul piano sensoriale, motorio e, soprattutto, emozionale quando guardiamo un film noi comprendiamo e sentiamo nella nostra carne ciò che vediamo e ascoltiamo. E questo è legato appunto al fatto che il cervello non solo “comprende” le azioni, le sensazioni e le emozioni degli attori, ma le “vive” come se occorressero al corpo al quale appartiene. L’ipotesi viene spiegata senza troppi tecnicismi, ma con ampia dovizia di ragionamenti e riferimenti a film classici e alla letteratura neuroscientifica ed è suffragata dai risultati dei primi specifici studi sperimentali (che sono ben descritti nel Capitolo 3). Nel capitolo finale, Gallese e Guerra si avventurano nello stimolante tentativo di sottoporre la loro ipotesi ai cambiamenti dei supporti che ci permettono di vedere un film (dal grande schermo al “piccolo schermo”, cioè allo schermo di smartphone o iPod) e, con grande sollievo dei numerosi cinefili che mi auguro leggeranno questo piacevole libro, propongono che i meccanismi che valgono per il grande schermo valgono, con i dovuti aggiustamenti, anche per il piccolo schermo, suggerendo che il mistero del cinema molto probabilmente rimarrà immutato ancora per molto.

In conclusione, un tema affascinante trattato da due autorità nei loro rispettivi campi che non mancherà di stimolare, e far ulteriormente progredire, l’incredibile storia dei rapporti tra cinema e funzioni cerebrali.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
   

 

 

 

   
 
 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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