Presentazione: Moni Ovadia con lo spettacolo “La bottiglia vuota” inaugurerà venerdì 5 aprile alle ore 21 presso il cinema teatro comunale di Predazzo, la terza edizione della rassegna “Altri scenari” organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di Predazzo. Moni Ovadia sarà accompagnato dal fisarmonicista zingaro Albert Florian Mihai. Il mattino seguente Moni incontrerà i ragazzi dell’ITC di Predazzo.
La rassegna, cui hanno collaborato il gruppo teatrale Arjuna e il Gaviale di Dro, proseguirà venerdì 12 aprile con “La prima stella della sera” un testo di Susanna Gabos per la regia di Nicola Benussi, incentrato sulla figura di Josef Mayr Nusser, l’altoatesino che morì per essersi rifiutato di giurare fedeltà a Hitler e alle SS. Una figura che, assieme a Franz Jaegestaetter, sta facendo discutere in questi mesi il mondo altoatesino, e non solo. Lo spettacolo è della compagnia TeatroBlu di Bolzano.
Terzo appuntamento martedì 23 aprile sempre alle ore 21 con uno spassosissimo monologo mimico di Paolo Nani, attore e mimo danese di origine italiana, dal titolo “La lettera”. Si tratta di una storia di pochi minuti ripetuta secondo stili diversi. Una sorta di “esercizi di stile” alla Queneau. Un’ora garantita di “ginnastica della risata”.
Chiuderà la rassegna Stefano Iotti con “Il grande racconto”, del Teatro delle Briciole in programma giovedì 9 maggio. Un testo di Bruno Stori, che cura anche la regia, con la consulenza artistica di Marco Baliani, tratto da una narrazione di Tonino Guerra.

Dal 5 aprile al 9 maggio 2002
Altri scenari

Info: Biblioteca Comunale Predazzo
Via Degasperi, 12 – 38037 Predazzo (TN)
Tel. 0462 501830 fax 0462 500108
e-mail: predazzo@biblio.infotn.it
Ingresso Euro 8. Sono previsti abbonamenti ai 4 spettacoli al costo di 23 Euro (ridotti 18 Euro).

Presentazione:
La terza edizione di Altri Scenari, riprende quest’anno il filone del Teatro delle storie, un
teatro di narrazione e quindi teatro della parola, con una divertente divagazione nel linguaggio mimico, nella narrazione del corpo. Un teatro apparentemente “povero”, in realtà di grande forza evocativa ed estremamente coinvolgente. Monologhi che raccontano semplicemente storie, come quelle di Moni Ovadia (che abbiamo già conosciuto a Predazzo nel corso della manifestazione sulla cultura ebraica) e che aprirà la rassegna con aneddoti, storielle e canzoni tratte dal patrimonio dell’ebraismo orientale, offrendoci, in chiave semi-seria com’è solito fare, un gustoso quadro del mondo khassidico (quello degli ebrei ortodossi d’ispirazione mistica). Moni sarà sostenuto da un fisarmonicista zingaro e per la prima volta si accompagnerà con la chitarra. Storie vere, come quella di Josef Mayr Nusser, l’altoaesino che si rifiutò di prestare giuramento a Hitler e alle SS e per questo morì. Una riflessione sugli orrori del nazismo, sulla tragedia delle opzioni, proposta da TeatroBlu, ma soprattutto un grido della coscienza, spietata e crudele. Storie in due minuti come “La lettera” di Paolo Nani, danese d’origine italiana, al tempo stesso clown, acrobata e mimo, in un sorprendente e spassosissimo “monologo mimico”, un’ora di ginnastica della risata ispirata agli “Esercizi di stile” di Queneau che viene replicata da 20 anni in tutta Europa. E infine “il grande racconto”, la storia di tutte le storie, l’Odissea raccontata da Tonino Guerra, un testo scritto e diretto da Bruno Stori con la collaborazione di Marco Baliani. Un racconto che scalda per risate ed umanità, per semplicità, per poesia e magia. Moni Ovadia terrà anche un incontro, una sorta di conferenza con gli studenti dell’ITC di Predazzo cui saranno proposti anche gli altri tre spettacoli. .

Altri scenari 2002 : Programma (prossime date)
Venerdì 12 aprile, ore 21.00
Compagnia TeatroBlu - Bolzano
La prima stella della sera
drammaturgia di Susanna Gabos, regia di Nicola Benussi. Con Eloisa Guidarelli, Romina Lazzeri, Nicola Benussi.
Note: “La prima stella della sera” è uno spettacolo sulla figura di Josef Mayr Nusser. Il 4 ottobre 1944 Mayr Nusser si rifiutò di prestare giuramento alle SS dalle quali era stato richiamato assieme ad altri sudtirolesi. Per lui rifiutare il giuramento significava opporsi ad un regime che considerava ateo, e ad una milizia che non esitava ad eseguire ordini criminosi nella cieca obbedienza ad Adolf Hitler. Imprigionato e processato Mayr Nusser fu destinato al reparto punitivo del lager di Dachau, ma non vi arrivò mai perché mori durante il viaggio di fame e di stenti.
Dopo anni di oblio la vicenda e la storia umana di Josef Mayr Nusser comincia ad emergere alla coscienza della nostra terra sia a livello storico che collettivo e personale. La riflessione storica parte dalla situazione del sudtirolo in quel periodo per allargarsi agli anni bui del nazismo, delle opzioni.
Perché Josef Mayr Nusser rifiuta di giurare a Hitler? Potrebbe starsene zitto e mescolarsi agli altri, nessuno verrebbe a chiedergli conto di quel giuramento coatto. Non sceglie certo di morire, vorrebbe tornarsene a casa al suo bambino, al suo lavoro, alla sua vita. Non sceglie certo di morire, ma solo di ascoltare la voce sommessa della sua coscienza.
Vorrebbe tornare a casa invece viene processato e condannato per sovversione. Non sceglie di morire, ascolta solo la sua coscienza, e per questo muore. Ha fatto bene? Ha sbagliato? Sapremmo farlo anche noi? No, la domanda giusta è: abbiamo noi degli ideali così forti? Dei valori così assoluti da poterci chiedere la vita? O non siamo forse immersi in un relativismo ideologico che soffoca ogni slancio ideale perché in esso tutto è lecito o almeno giustificabile?
Un testo crudo, sincopato, un montaggio da film action, una scenografia scarna: pochi oggetti, un video, una rete metallica che diventa prigione o barriera etnica, i suoni angoscianti e le luci come flash conferiscono allo spettacolo una sorprendente leggerezza e un ritmo incalzante, come la vita di Nusser verso la morte. Finchè la prima stella della sera si spegne per sempre.
Martedì 23 aprile, ore 21.00
Paolo Nani Teater – Vordingborg (Danimarca)
The letter – La lettera
di e con Paolo Nani. Regia di Nullo Facchini.
Note: Il tema de “La lettera” è molto semplice. Un uomo entra in scena, si siede al tavolo e beve un sorso di vino che però sputa. Contempla la foto della nonna e scrive una lettera, L’imbuca, l’afframca e sta per uscire quando gli sorge il dubbio che nella penna non ci sia l’inchiostro. Controlla e constata che non ha scritto niente. Deluso, esce.
Il lavoro è ispirato al libro dello scrittore francese Raymond Queneau “Esercizi di stile”, scritto nel 1947 e tradotto in italiano da Umberto Eco. Una breve storia viene raccontata 100 volte in altrettanti stili letterari. In “La lettera” la storia si ripete per 15 volte in altrettante varianti di stile: all’indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo, western, etc.
E’ uno studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, portati all’estremo della precisione e dell’efficacia comica in uno spettacolo in continua evoluzione che viene replicato da 20 anni. La lettera ha ricevuto il primo premio all’”United Slapstick ‘94/The European Comedy Award” tenutosi a Francoforte. Paolo Nani, di origine italiana, vive e lavora da più di vent’anni in Danimarca dove ha sviluppato l’arte del mimo appresa in Italia.
“Paolo Nani è un virtuoso nella sua arte, al tempo stesso clown, acrobata e mimo. Ci si attende sempre una nuova sorpresa…”
(Frankfurther Rundschau)

“Un tributo alla clownerie, Arte e fantasia che ci permette di vedere l’invisibile. Paolo Nani… un vero artista” (Politiken – Copenhagen)

“il semplice è spesso riconosciuto come il geniale. Il suo virtuoso monologo mimico ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta, di fronte a tale esplorazione delle affascinanti possibilità e ricchezze del linguaggio corporale…” (Svenska Dagbladet – Stoccolma)

“Il pubblico non voleva assolutamente lasciare andare Paolo Nani. L’attore ci ha propinato un’ora di ginnastica della risata che ha portato qualcuno fra il pubblico direttamente a un attacco di crampi…” (Arhus Stiftstidente – DK)
Giovedì 9 maggio, ore 21.00
Teatro delle Briciole - Parma
Il grande racconto
con Stefano Jotti, testo e regia di Bruno Stori. Collaborazione artistica di Marco Baliani. Da una narrazione di Tonino Guerra.
Note: Tonino Guerra ci ha lasciato un piccolo tesoro: la sua voce custodita in una cassetta della durata di un’ora. In quest’ora racconta a modo suo, per quanto si ricorda, l’Odissea. Tonino ha fornito anche un’efficace struttura drammaturgia: il racconto che lui fa del poema lo ha sentito a sua volta raccontare da un vecchio alla stazione di Bagnacavallo mentre aspettava il treno per tornare a casa.
Ascoltare il vecchio lo incanta: Tonino perde il treno e per tornare alla sua Itaca dovrà affrontare il periglio di altri treni, orari, coincidenze, corriere, e una lunga camminata. Una vera e propria Odissea.
La trasposizione teatrale de “Il grande racconto” è costruita sulla figura di un personaggio, Rico, già incontrato in “Racconto orientale”, lo spettacolo che il Teatro delle Briciole ha dedicato a Tonino Guerra nel 1990: era lo sciocco, anzi lo scemo, il bambino nel corpo dell’adulto, semplice ma inafferrabile, follemente lucido ma imprevedibile. Rico, tra il ricordo delle parole del signore alla stazione e le sue riflessioni personali, racconta, e mentre racconta si eccita, si spaventa, si illanguidisce, tiene per “Lulisse”, come lo chiama lui, ma lo sgrida anche. “…Mo che cosa c’è andato a fare da Polifemo? Poteva mica andare a casa sua che c’erano dei guai anche là?…”
(Bruno Stori)

“Si sta bene qui a mangiare una mela, bere un bicchier d’acqua e raccontarsi queste storie: di tutte le cose questa è quella che più mi sta a cuore”. E’ il congedo di Rico, l’ultima battuta dello spettacolo. E lo spettatore sente quanto sia vera, portandosi via il ricordo vivo di quell’incontro così autentico e il desiderio di averne ancora.

“Un’ora che scalda per risate ed umanità, per poesia e verità, per semplicità e magia. Una chicca che aspettavamo di nuovo nei teatri e cui vorremmo partecipaste in molti. Uno spettacolo perfettamente calibrato, gustoso, pieno.” (Michele Palazzetti)