Il Filmato
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IL FILMATO

 

           FASE LETTERARIA

          Il soggetto

    La realizzazione di un film non comincia soltanto al momento delle riprese, anzi a monte di esse sta un’attività estremamente impegnativa e determinante e cioè la fase letteraria. La prima tappa del processo lavorativo di un film è la stesura del soggetto che ha lo scopo di suscitare l’interesse dell’eventuale produttore. Il soggetto dovrà essere sintetizzato in un racconto di lunghezza variabile a seconda del tipo di argomento. Di solito va contenuto in poche cartelle, da un minimo di cinque ad un massimo di venti. Il soggetto può essere tratto da fonti diverse: si dice originale quando è stato pensato e scritto espressamente per essere realizzato cinematograficamente; si dice derivato quando è tratto da opere letterarie preesistenti o è desunto da fatti di cronaca, da episodi storici, ecc.. Il valore effettivo di un soggetto non sta tanto nel fatto di essere originale o derivato, bensì nella sua validità ai fini del livello di suggestione che saprà esercitare sugli spettatori. Il vero problema non è la fonte di ispirazione, ma seguire con onestà la propria ispirazione e tradurre in comunicazione visiva la propria poetica.

          La scaletta

          Una volta che la realizzazione del film è stata decisa, si rende necessario riscrivere il soggetto in forma oggettiva e schematica per valutare con assoluta certezza se il film c’è o no, e in conseguenza mettere in ordine negli avvenimenti. In altre parole la scaletta è uno schema della successione delle scene brevemente descritte e disposte già nell’ordine di montaggio.

          Il trattamento

          Il trattamento è la fase intermedia di lavorazione del manoscritto tra il soggetto e la sceneggiatura definitiva. E’ scritto generalmente sotto forma di novella o di racconto con molti dialoghi già sviluppati, con i caratteri dei personaggi già delineati, con la descrizione delle azioni e con l’esposizione del susseguirsi delle scene nei vari ambienti. Corrisponde ad una suddivisione in atti e quadri del teatro e si potrebbe definire la previsione del montaggio narrativo del film.

          La sceneggiatura

          La parte finale della fase letteraria prende il nome di sceneggiatura nella quale ogni fatto e ogni sentimento deve essere chiaramente visualizzato. La sceneggiatura o copione comprende la descrizione tecnica minuziosa di tutte le azioni ed i dialoghi. In essa si cerca di prevedere il futuro film in tutti i suoi particolari, scena per scena, inquadratura per inquadratura, dando l’indicazione delle azioni, dei dialoghi, dei rumori e della musica di accompagnamento. Essa rappresenta una guida importante per il regista il quale durante la lavorazione può apportarvi tutte quelle modifiche che ritiene opportune per adeguare il lavoro ad un suo personale modo di vedere o di sentire l’azione. Dal punto di vista della sua redazione formale, la sceneggiatura può scriversi in due modi diversi: all'italiana e all’americana. La sceneggiatura all’italiana viene redatta su due colonne affiancate, come se ciascun foglio fosse diviso a metà nel senso dell’altezza. La colonna di sinistra è detta parte visiva, quella di destra parte sonora. Nella parte visiva si riscontra:

La numerazione progressiva delle inquadrature nell’ordine in cui devono essere montate nel film;
Le indicazione tecniche per le riprese che sono:
  1. I campi di ripresa;
  2. I piani di ripresa;
  3. I passaggi di inquadratura;
  4. Le posizioni della macchina da presa;
  5. I movimenti della macchina da presa;
  6. L’illuminazione;
Gli attori che compaiono nell’inquadratura, i loro movimenti e l’azione da svolgere.

 

Nella parte sonora sono riportati i dialoghi ed eventualmente le indicazioni di rumori ritenuti indispensabili e della musica. Altra caratteristica di questo tipo di sceneggiatura è che ogni ambiente ha inizio su una pagina nuova anche se nella pagina precedente c’è spazio libero.

La sceneggiatura all’americana, invece, viene redatta per linee orizzontali come nella comune narrativa, con il solo accorgimento di inserire ogni battuta del dialogo, preceduta dall’indicazione del personaggio che la dice, al centro pagine. Inoltre le scene vengono scritte senza soluzione di continuità, cioè nel contesto della stessa pagina può finire una scena e cominciarne un’altra, e la numerazione progressiva è unica tra scene e inquadrature.

 

Durante la stesura della sceneggiatura, che sia essa di tipo americana o italiana,  bisogna rispettare alcune norme-guida che sono:

  1. La divisione in scene con l’uso dello stesso termine per indicare lo stesso ambiente; le indicazioni temporali e d’ambiente (interno, esterno); le condizioni di luce (giorno, notte sera); inoltre la trascrizione del testo va fatta soltanto nelle pagine dispari, mentre quelle pari sono lasciate bianche sia per consentire lo spoglio che per annotare le varianti di azione, di posizione di macchina e di dialogo, nonché per disegnare le piantine con la collocazione di oggetti e degli attori durante le riprese e per segnare il numero delle battute (ripetizioni) della stessa inquadratura, annotando le buone, gli scarti e le riserve.
  2. La descrizione delle azioni viene sempre fatta al tempo presente anche quando vi è un flash-back, cioè un ritorno al passato.
  3. I dialoghi vanno scritti nel linguaggio parlato e non in quello letterario, evitando quasi sempre le parole difficili e quelle che possono dar luogo ad equivoci. Allo scopo di rendere i dialoghi più spontanei sono ammessi anche imperfezioni grammaticali, purchè siano in uso corrente e aderenti al tipo di personaggio impersonato dall’attore. Il ricorso al dialetto può essere molto utile per umanizzare un personaggio e determinare nel pubblico quelle particolari reazioni generati stereotipi culturali.

                

FASE PRODUTTIVA

Lo spoglio della sceneggiatura

Lo spoglio della sceneggiatura è lo strumento principale a disposizione della produzione e della regia per prevedere correttamente a predisporre tempestivamente tutte le necessità occorrenti per le future riprese, dagli attori al fabbisogno di scena. Si esegue attraverso un’attenta analisi della sceneggiatura e si presenta formalmente in una serie di elenchi e di prospetti riepilogativi. Il segreto per eseguire bene lo spoglio è assai semplice e consiste nel saper leggere la sceneggiatura. Gli elementi costitutivi dello spoglio sono: elenco dei personaggi principali e secondari; elenco degli ambienti, suddivisi in esterni e interni e raggruppati per blocchi; il sequenzario; il fabbisogno-scena; il fabbisogno-costumi; il fabbisogno technico; i prospetti riepilogativi del’intero spoglio, per ogni ambiente.

  1. Elenco dei personaggi. Tutti i personaggi dovranno essere elencati e numerati progressivamente raggruppandoli in: principali, secondari, piccoli ruoli, figurazioni speciali e normali.
  2. Elenco degli ambienti. Tutti gli ambienti dovranno essere numerati progressivamente con l’indicazione delle scene che vi saranno girate. Quest’elenco è indispensabile per la stesura del piano di lavorazione in quanto il film si gira per ambienti e per posizioni di macchina. L’elenco dei luoghi che sono stati scelti per le riprese viene compilato di norma soltanto dopo i sopralluoghi e quindi in sede di lavorazione.
  3. Predisposizione del sequenzario. Il sequenzario è una scaletta della sceneggiatura e viene redatto in ordine di sequenze o di scene, secondo l’ordine progressivo e cronologico del racconto. In esso vengono descritti, in modo completo e preciso, gli ambienti, l’iilluminazione, l’azione principale e i personaggi, ciascuno con riferimento alle corrispondenti pagine della sceneggiatura.
  4. Fabbisogno di scena. Il fabbisogno di scena si desume dai prospetti riepilogativi dello spoglio ed è suddiviso in fabbisogno generico, specifico e obbligato. Il fabbisogno generico non è legato ad una precisa azione; può quindi essere cambiato o soppresso a volontà. Il fabbisogno specifico, diversamente, essendo legato a un’azione dovrà essere chiaramente messo nell’elenco del fabbisogno specifico in quanto non può essere sostituito da niente altro (esempio un’autovettura da unirsi ai fini dell’azione). Il fabbisogno obbligato comprende tutto ciò che dovrà essere usato in più scene come ad esempio la sciarpa al collo di unuomo che esce da casa e si reca al ristorante. La mancanza della sciarpa all’entrata del ristorante sarebbe il risultato di un errore psicologico che disorienterebbe il pubblico.
  5. Fabbisogno costumi. Ogni costume e i relativi accessori, dovrà essere numerato, con l’elenco di tutte le scene nelle quali è obbligato.
  6. Fabbisogno tecnico. Nel fabbisogno tecnico vanno elencati tutti i mezzi tecnici occorrenti per ogni singola scena, dal registratore magnetico alle ottiche speciali, dai carrelli ai dollies, dalla gru ai diversi carrelli e così via.
  7. Prospetti riepilogativi. Essi servono a dare un’idea generale di tutto ciò che servirà durante le riprese al fine di provvedere in tempo al loro reperimento e alla loro tempestiva messa a disposizione.

Lo spoglio va eseguito per ambiente. Vale a dire che si dovranno raggruppare tutte le scene che si svolgono in un determinato ambiente il quale non viene abbandonato per passare ad un altro fino a quando non si sia girata l’ultima inquadratura relativa a quel luogo particolare. Una volta completato lo spoglio si procede a stendere il piano di lavorazione che rappresenta una delle fasi più delicate della preparazione di un film o di un documentario. Sulla base del piano di lavorazione si preparano di volta in volta gli ordini del giorno attraverso i quali tutto ciò che era stato preventivato in modo generale viene previsto nei minimi dettagli esecutivi. L’ordine del giorno non è che un ordine di servizio con il quale si comunica a tutti i partecipanti al film a qualsiasi titolo il programma di lavoro del giorno successivo indicando gli ambienti, le scene le inquadrature, le località, gli orari di convenzione, i fabbisogni di ogni tipo e quanto altro possa essere utile a portare a buon fine il programma prestabilito.

 

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