[TEMPIOWEB - LA HOME PAGE DI TEMPIO PAUSANIA SUL WEB]

Tempio Pausania sul WEB

Il rilievo

Limbara

Le fonti di Rinagghju

Il clima

Storia

Il nuraghe Majori

Il Centro Storico

La Cattedrale

Santa Croce

Il Rosario

Abitanti

Lingua

Giovanni Maria Dettori

Nicola Spano

Don Gavino Pes

Gavino Gabriel

Tradizioni popolari

Li molti e molti

Il Parco del Limbara

Il granito

Il sughero

La Stazione Sperimentale del Sughero

[Panorama di Tempio Pausania]

Il rilievo

Tempio è una cittadina della Sardegna situata al centro dell’Alta Gallura. Posta su un dosso, a 566 m. sul livello del mare, è impossibile vederla a colpo d’occhio in tutta la sua estensione, che raggiunge i 210 Kmq.

Nel suo territorio sembra di essere quasi in montagna. È cinta infatti dai monti di Aggius, dal M. Limpas che sovrasta la vallata della Fumosa, dalle colline di Curragghja, di Santa Chiara e San Giorgio, che racchiudono da tre lati le famose Fonti di Rinagghju, da Monti di Deu, ricco di testimonianze nuragiche e da Pulchiana, che, simile a un gigante di pietra, chiude il cerchio dominando maestoso l’altopiano.
Ma la grande montagna di Tempio è il Limbara il quale, elevandosi nel lato di sud-est, la custodisce da un’altezza di 1362 m. (Punta Sa Berritta). La seconda cima, chiamata Balistreri (m.1359), ricorda la storia di un uomo del popolo, Beppe Balistreri appunto, che in quei boschi ed anfratti trovò rifugio (intorno alla fine del 1600) dopo aver ucciso alcuni nobili per difendersi dalle loro prepotenze.

[Limbara]

Limbara

Il paesaggio del Limbara è fortemente disomogeneo poiché varia con l’altitudine, l’orientamento, l’acclività (pendenza) e la natura dei suoli.
I diversi paesaggi possono essere così distribuiti:

- la macchia alta e impenetrabile che copre il versante nord,
- le lande steppose dell’area cacuminale (in prossimità della cima),
- le cime con le loro rocce grigio-violetto e
- il rimboschimento delle zone pedemontane.
Il monte Limbara, nonostante la sua denominazione unica, è costituito da vari rilievi con quote superiori ai mille metri. Spicca tra questi la Punta Balistreri che è di 1359 m., purtroppo offesa da una selva di antenne e di impianti per radio comunicazioni.
All’interno di questo insieme di rilievi sono presenti altopiani disposti a quote diverse, come quello di Vallicciola (1053 m.).

[Torrente]
L’ossatura del massiccio è costituita da graniti normali rosati generalmente a grana media. Le cime più aspre e dirupate sono formate invece da graniti grigio chiari o biancastri. La datazione di queste rocce magmatiche ha fornito un’età di circa 289 milioni di anni.
Nonostante l’aria massiccia, gli agenti atmosferici hanno agito in modo devastante creando tuttavia dei paesaggi suggestivi: tafoni dalle mille forme curiose e grandi massi sovrapposti in equilibrio precario. Un’altra delle caratteristiche peculiari del Limbara è la presenza di numerose sorgenti (alimentate da una circolazione idrica profonda prevalentemente impostata su rocce fratturate o su spesse coltri di granito arenizzato) con le acque rinomate per la loro leggerezza, non di rado oligominerali.
Sul Limbara ci sono diversi tipi di fauna, non così importanti da essere ritenute spettacolari, ma che possono essere rappresentative dei vari rilievi sardi.
Nei suoi 200 Km2. il Limbara offre la presenza di vari uccelli rapaci tra cui una-due coppie di Aquila reale, ritornate grazie al ristabilimento dell’habitat naturale. Si concentrano per nidificare numerose specie: il Ghippio, la Poiana, il Falco Pellegrino, lo Sparviero e in certi luoghi il Grillaio, simile al Gheppio. Nelle aree dove il bosco è più fitto vive l’Astore sardo.
Sul Limbara sono presenti diverse specie di rettili e anfibi tipici della Sardegna, tra questi l’Euprotto sardo, il Discoglosso sardo, la Lucertola di Bedreaga e la Biscia dal Collare. Tutte specie molto interessanti come pure la Testuggine Comune d’acqua e la rara Testuggine Marginata.
Tra i mammiferi vi sono numerose popolazioni di cinghiali, gatti selvatici, martore e volpi. L’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda ha introdotto di recente mufloni, daini e cervi sardi. Mentre si sono estinti nella prima metà di questo secolo il grifone e l’avvoltoio barbuto la cui presenza viene testimoniata dal toponimo di Punta Untulzu e dalla località s’Altore.

[Laghetto ad alta quota]

Le acque

Numerosi torrenti scendono dal Limbara, tutti molto noti agli anziani del posto: basti citare Riu Manzoni, Riu Parapinta, Riu Badumela confluenti tutti nel Carana, che alimenta il Liscia; e altri, come il Rio Salaùna, che sono affluenti del Coghinas.

Le fonti di Rinagghju

Non solo sul Limbara, ma anche dentro lo spazio urbano e nei dintorni di Tempio, ci sono numerose fonti di acqua buona e leggera, che tanta gente viene ad attingere in ogni stagione dell’anno.
Tra le più antiche ricordiamo la fonte nuragica di li paladini, nel sito di monti di Deu e la funtana di pastini, ormai dentro l’abitato. Ma la regina delle fonti è incontestabilmente quella di Rinagghju, nel rione omonimo a sud.ovest della città, accanto alla Pischinaccia.
Frequentata sin dai tempi più lontani, la ricorda lo stesso abate Angius nel Dizionario del Casalis (1840), esaltandone l’acqua come la <> fra tutte.
Le prime analisi chimiche, risalenti al 1936, la classificarono come acqua oligominerale fredda (12°), con un alto tenore di silice (per la sua origine granitica) e con proprietà molto simili a quella di Fiuggi.

Nel libro Tempio e il suo volto Franco Marotto ci spiega i motivi delle sue caratteristiche e delle conseguenti proprietà diuretiche: <> perché filtra molto lentamente depositando tutte le impurità.
Oggi queste acque, che favoriscono la circolazione sanguigna e la funzionalità renale, sono finalmente sfruttate in uno stabilimento termale, immerso nel verde, e dotato di strutture ed impianti moderni.

Il clima

Tempio ha un’aria salubre e un clima mediterraneo ventilato e fresco, piovoso in autunno-inverno, caldo e asciutto d’estate. Gli adulti notano però un cambiamento rispetto al passato e rimpiangono le nevicate degli antichi inverni e la mitezza delle primavere e degli autunni di qualche tempo fa. Ma queste variazioni climatiche sono ormai un fenomeno planetario.

Il mantello vegetale

Tempio è immersa nel verde ed è una sua caratteristica l’essere circondata da boschi di sughere, lecci e castagni tra i più belli della Sardegna. Alcune altre essenze mediterranee del nostro territorio sono l’olivastro (Uddhastru) il corbezzolo (Liòni), il viburno (Sambignu), il lentisco (Chessa), il mirto (Multa), la ginestra (Occhjcàprina), l’erica (Scópa), l’elicriso (Bureddha), il timo (Alba Barona). Qualcuno considera unici al mondo i profumi di queste piante, che i turisti già avvertono appena scesi dalla nave, frammisti agli odori pungenti del porto.
Anche dentro la città ci sono molti spazi verdi: il Parco Lissia, la Fonte Nuova e il Parco delle Rimembranze con i loro antichi bellissimi lecci; la pineta artificiale di S. Lorenzo, piantata negli anni trenta, e chiamata affettuosamente il boschetto. Subito attorno all’abitato si estendono i vigneti che producono vini di rinomata qualità come il Vermentino di Gallura e il Moscato di Tempio.

[Manto vegetale]


[Vegetazione]

Gli alunni delle classi IIA - II B - II C della Scuola Media Nicola Spano coordinati dai docenti : Giuseppina Denti , Anna Marcucci, Margherita Pirina, Franca Pischedda, Maria Caterina Sanna, Maria Erminia Satta, Assuntina Soi
[Margherita Pirina - scrivi a: pirinamarg@tempioweb.com]