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Nel suo territorio sembra di essere quasi in montagna. È cinta infatti dai monti di Aggius, dal M. Limpas che sovrasta la vallata della Fumosa, dalle colline di Curragghja, di Santa Chiara e San Giorgio, che racchiudono da tre lati le famose Fonti di Rinagghju, da Monti di Deu, ricco di testimonianze nuragiche e da Pulchiana, che, simile a un gigante di pietra, chiude il cerchio dominando maestoso l’altopiano. Ma la grande montagna di Tempio è il Limbara il quale, elevandosi nel lato di sud-est, la custodisce da un’altezza di 1362 m. (Punta Sa Berritta). La seconda cima, chiamata Balistreri (m.1359), ricorda la storia di un uomo del popolo, Beppe Balistreri appunto, che in quei boschi ed anfratti trovò rifugio (intorno alla fine del 1600) dopo aver ucciso alcuni nobili per difendersi dalle loro prepotenze. |
Limbara
Il paesaggio del Limbara è fortemente disomogeneo poiché varia con l’altitudine, l’orientamento, l’acclività (pendenza) e la natura dei suoli. |
- la macchia alta e impenetrabile che copre il versante nord, |
L’ossatura del massiccio è costituita da graniti normali rosati generalmente a grana media. Le cime più aspre e dirupate sono formate invece da graniti grigio chiari o biancastri. La datazione di queste rocce magmatiche ha fornito un’età di circa 289 milioni di anni. Nonostante l’aria massiccia, gli agenti atmosferici hanno agito in modo devastante creando tuttavia dei paesaggi suggestivi: tafoni dalle mille forme curiose e grandi massi sovrapposti in equilibrio precario. Un’altra delle caratteristiche peculiari del Limbara è la presenza di numerose sorgenti (alimentate da una circolazione idrica profonda prevalentemente impostata su rocce fratturate o su spesse coltri di granito arenizzato) con le acque rinomate per la loro leggerezza, non di rado oligominerali. Sul Limbara ci sono diversi tipi di fauna, non così importanti da essere ritenute spettacolari, ma che possono essere rappresentative dei vari rilievi sardi. Nei suoi 200 Km2. il Limbara offre la presenza di vari uccelli rapaci tra cui una-due coppie di Aquila reale, ritornate grazie al ristabilimento dell’habitat naturale. Si concentrano per nidificare numerose specie: il Ghippio, la Poiana, il Falco Pellegrino, lo Sparviero e in certi luoghi il Grillaio, simile al Gheppio. Nelle aree dove il bosco è più fitto vive l’Astore sardo. Sul Limbara sono presenti diverse specie di rettili e anfibi tipici della Sardegna, tra questi l’Euprotto sardo, il Discoglosso sardo, la Lucertola di Bedreaga e la Biscia dal Collare. Tutte specie molto interessanti come pure la Testuggine Comune d’acqua e la rara Testuggine Marginata. Tra i mammiferi vi sono numerose popolazioni di cinghiali, gatti selvatici, martore e volpi. L’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda ha introdotto di recente mufloni, daini e cervi sardi. Mentre si sono estinti nella prima metà di questo secolo il grifone e l’avvoltoio barbuto la cui presenza viene testimoniata dal toponimo di Punta Untulzu e dalla località s’Altore. |
Le acque
Numerosi torrenti scendono dal Limbara, tutti molto noti agli anziani del posto: basti citare Riu Manzoni, Riu Parapinta, Riu Badumela confluenti tutti nel Carana, che alimenta il Liscia; e altri, come il Rio Salaùna, che sono affluenti del Coghinas. Le fonti di Rinagghju
Non solo sul Limbara, ma anche dentro lo spazio urbano e nei dintorni di Tempio, ci sono numerose fonti di acqua buona e leggera, che tanta gente viene ad attingere in ogni stagione dell’anno. |
Nel libro Tempio e il suo volto Franco Marotto ci spiega i motivi delle sue caratteristiche e delle conseguenti proprietà diuretiche: <
Tempio ha un’aria salubre e un clima mediterraneo ventilato e fresco, piovoso in autunno-inverno, caldo e asciutto d’estate. Gli adulti notano però un cambiamento rispetto al passato e rimpiangono le nevicate degli antichi inverni e la mitezza delle primavere e degli autunni di qualche tempo fa. Ma queste variazioni climatiche sono ormai un fenomeno planetario.
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