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George Barbier, Vaslav Nijinsky e Isadora Duncan, 1914
    
   
         

 

    
Tigre, Vaslav Nijinsky ne "Le Spectre de la rose", 1912
   
   
   
   
Michel Larionov, prova de "Après-midi d'un Faune", 1912
      
     
     
     
 
Léon Bakst, Vaslav Nijinsy al Lido, 1909
         
Numerosi sono gli artisti che hanno reso un tributo al giovane talento che, in soli dieci anni di brillante carriera, si è guadagnato un nome tra i più illustri della danza.

Barbier, Tigre, Gontcharova, Larionov, Serov, Bakst, Maillol

Altre opere illustrano il talento artistico di Nijinsky; belli i disegni di George BARBIER che, sebbene in una veste fantastica, comunicano le impressioni che Nijinsky produceva nei suoi ruoli più famosi. L'edizione che li raccoglie è del 1913 e include, oltre alla prefazione di Francis de Miomandre, sedici tavole a colori in malva, blu, nero, e oro.
Dello stesso anno sono i disegni di Pierre DE REGNIER detto TIGRE, un quindicenne con la vocazione per le arti grafiche che frequenta l'ambiente del teatro e ritrae diverse coreografie dei Ballets Russes.
Fra gli artisti russi, citiamo Natalia GONTCHAROVA, Michel LARIONOV, autore di un album di disegni dedicati al Fauno, e Valentin SEROV.
Di Léon BAKST, decoratore e costumista dei Ballets Russes, è un ritratto di Nijinsky che si abbronza sulla spiaggia del Lido di Venezia, datato 1909. Racconta Bakst che il ballerino posava di fronte ad una folla di curiosi: "Vaslav posava in costume da bagno, sulla spiaggia rugginosa, con lo sfondo blu del cielo e del mare. Amava molto questo ritratto, e ci disse che a suo parere, bisognava esporlo alla mostra de "Il mondo dell'Arte" a Pietroburgo" (B. Nijinska, "Mémoirs").

Un altro aspetto che contribuisce a catalizzare l'interesse per il danzatore è dato dai periodici scandali che alterano la sua routine.
Nel 1911 Nijinsky sceglie di non indossare i calzoncini corti del costume di Albrecht in "Giselle". Il direttore del teatro -il Marinski di Pietroburgo- lo licenzia in risposta alle ire della zarina madre Maria Fiodorovna, che ritiene il primo ballerino indecente per aver mostrato "le sue rotondità completamente impudiche".

Nello stesso anno, Aristide MAILLOL s'ispira al danzatore per una statua apollinea destinata al memoriale di Nietzsche a Weimar. In seguito al loro primo incontro, Maillol, sull'onda dell'entusiasmo, definirà Nijinsky "l'incarnazione di Eros"…Ma al termine delle sedute di posa, l'artista finirà per commentare che al ballerino mancano i pettorali, che ha delle gambe enormi e la statura di una vespa: giudicandolo in sostanza inadatto a rientrare nei canoni della classicità.
Le opinioni di Maillol risultano utili per comprendere, a partire dall'anatomia del ballerino, il segreto delle sue rimarchevoli capacità tecniche, atte a destare una fascino senza precedenti.
Essendo relativamente piccolo e leggero, Nijinsky suggeriva un'abilità estrema per il salto e il giro, e una predisposizione allo scatto pari a quella di un'antilope. Il petto e le braccia erano sottili e forti, ma poco sviluppati rispetto alla parte inferiore del corpo. Nijinsky ricordava, per queste caratteristiche, un giovane possente animale.
La sua morfologia gli consentiva di prodursi facilmente in altezza. Mentre il lungo collo manteneva alta la testa, il torso corto, la vita stretta, la cassa toracica piccola e una taglia sottile stringevano la massa del corpo attorno al suo asse centrale. Di conseguenza l'attrito diminuiva ed egli consumava meno energia per ruotare su se stesso.

Il fascino che Nijinsky esercitò sul pubblico dell'epoca può essere riassunto da quanto scrisse Rodin nel 1912: "Amiamo tanto Loie Fuller, Isadora Duncan e Nijinsky perché hanno riscoperto la libertà dell'istinto (…). Per questo hanno potuto esprimere tutti i turbamenti dell'anima umana. L'ultimo arrivato, Nijinsky, si distingue perché ha il vantaggio della perfezione del fisico, l'armonia delle proporzioni e lo straordinario potere di rendere il suo corpo flessibile per interpretare i sentimenti più diversi."

   

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