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Numerosi sono gli artisti che
hanno reso un tributo al giovane talento che, in soli dieci anni di brillante carriera, si
è guadagnato un nome tra i più illustri della danza.
Tourbridge, Gross, Kainer, Rodin, Blanche Negli anni dei Ballets
Russes, Nijinsky è un oggetto di desiderio sfuggente: accetta di posare solo
per pochi eletti, in parte a causa dell'attitudine protettiva di Diaghilev nei suoi
confronti, in parte a causa della sua nota riservatezza e instabilità nervosa. Se
Nijinsky posa, è soprattutto per i fotografi. La maggior parte degli artisti si deve
accontentare di lavorare su fotografie o di catturarlo mentre è al lavoro sulla scena. Nel 1912 decide di posare per Auguste RODIN, che scrive su "Le
Matin" (30 maggio 1912) un articolo favorevole ai progressi che "L'Après-midi d'un Faune" introduceva
nella danza. Frutto dei loro ripetuti incontri nell'atelier dello scultore è una testa
minuscola e una statuetta in bronzo che ritrae un danzatore in bilico sulla gamba
sinistra. È quanto rimane dell'antico progetto di Rodin di ritrarre il ballerino in una
posa analoga a quella del David di Michelangelo; progetto brutalmente abortito a causa
della gelosia di Diaghilev che avrebbe sorpreso lo scultore e il modello oppressi
dall'alcool e addormentati l'uno ai piedi dell'altro (versione di Jacques- Èmile
Blanche). Una presenza importante nell'ambiente della compagnia è Jacques-Èmile BLANCHE, amico fedele di
Diaghilev, da lui soprannominato "il padrino dei Ballets Russes". Blanche
accoglie spesso i danzatori nel suo salotto, considerato uno dei più belli di Parigi, e
nel giugno 1910 invita Nijinsky nella sua villa a Passy: lì dipinge otto tavole che lo
rappresentano fedelmente nel costume della danza siamese de "Les Orientales" -sette di queste
ispirate alle fotografie di Eugéne Druet, eseguite sempre nel giardino della villa.
Racconta Blanche che il ballerino rimase in silenzio lungo tutto il tempo richiesto dalla
posa, a dispetto della sua conoscenza, esitante, del francese.
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