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Ludwig Kainer, Tamara Karsavina (Colombina) e Vaslav Nijinsky (Arlecchino) in "Carnaval"
 
       
   
  
   
   
Auguste Rodin, Danzatore detto Nijinsky, 1912
Numerosi sono gli artisti che hanno reso un tributo al giovane talento che, in soli dieci anni di brillante carriera, si è guadagnato un nome tra i più illustri della danza.

Tourbridge, Gross, Kainer, Rodin, Blanche

Negli anni dei Ballets Russes, Nijinsky è un oggetto di desiderio sfuggente: accetta di posare solo per pochi eletti, in parte a causa dell'attitudine protettiva di Diaghilev nei suoi confronti, in parte a causa della sua nota riservatezza e instabilità nervosa. Se Nijinsky posa, è soprattutto per i fotografi. La maggior parte degli artisti si deve accontentare di lavorare su fotografie o di catturarlo mentre è al lavoro sulla scena.
Occasionalmente pittori e scultori vengono ammessi da Diaghilev alle lezioni di ballo che Nijinsky prende con Enrico Cecchetti: è il caso della scultrice Una Vincenza TOURBRIDGE; di Valentine GROSS, autrice di un album di schizzi sui Ballets Russes e di numerosi disegni, pastelli, oli, incisioni su legno e pitture su cera; di Ludwig KAINER, pittore e disegnatore di moda, che ritrae il ballerino in un gran numero di ruoli, curando i dettagli del colore e dei costumi.

Nel 1912 decide di posare per Auguste RODIN, che scrive su "Le Matin" (30 maggio 1912) un articolo favorevole ai progressi che "L'Après-midi d'un Faune" introduceva nella danza. Frutto dei loro ripetuti incontri nell'atelier dello scultore è una testa minuscola e una statuetta in bronzo che ritrae un danzatore in bilico sulla gamba sinistra. È quanto rimane dell'antico progetto di Rodin di ritrarre il ballerino in una posa analoga a quella del David di Michelangelo; progetto brutalmente abortito a causa della gelosia di Diaghilev che avrebbe sorpreso lo scultore e il modello oppressi dall'alcool e addormentati l'uno ai piedi dell'altro (versione di Jacques- Èmile Blanche).
Mentre lo stesso Nijinsky testimonia nei sui Diari: "Voleva farmi un disegno, per realizzarvi una statua di marmo. Egli ha guardato il mio corpo nudo, e l'ha trovato mal fatto, ecco perché ha distrutto i suoi schizzi. Io ho compreso che lui non mi amava e me ne sono andato." (1995,Vaslav Nijinsky). Ben diversa è la versione dello stesso testo allestita dalla moglie Romola: "Progettò di farmi una statua di marmo e ci si preparò con qualche disegno. Ma quando vide il mio corpo nudo, lo trovò così perfetto che distrusse tutti i suoi schizzi. Ed io uscii da casa sua toccato dalla sua amicizia."

Una presenza importante nell'ambiente della compagnia è Jacques-Èmile BLANCHE, amico fedele di Diaghilev, da lui soprannominato "il padrino dei Ballets Russes". Blanche accoglie spesso i danzatori nel suo salotto, considerato uno dei più belli di Parigi, e nel giugno 1910 invita Nijinsky nella sua villa a Passy: lì dipinge otto tavole che lo rappresentano fedelmente nel costume della danza siamese de "Les Orientales" -sette di queste ispirate alle fotografie di Eugéne Druet, eseguite sempre nel giardino della villa. Racconta Blanche che il ballerino rimase in silenzio lungo tutto il tempo richiesto dalla posa, a dispetto della sua conoscenza, esitante, del francese.
"Les Orientales", per essere un breve divertissement, suscitò una vastità di interpretazioni artistiche, ispirate sia alla qualità eccezionale delle fotografie di Druet, sia alla bellezza esotica del costume blu, rosso e oro disegnato da Bakst: si tratta delle prime documentazioni complete sui movimento scenici di Nijinsky.
Il ballerino possedeva sicuramente del genio nell'arte di posare; davanti all'apparecchio compiva evoluzioni tali da produrre un effetto morbido e sfumato, che richiamasse l'idea di movimento; un procedimento nuovo di cui Blanche seppe avvantaggiarsi.

   

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