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A
livello maschile la tecnica ventrale raggiungeva il massimo della
popolarità internazionale grazie anche alla presenza di due atleti
dalle caratteristiche eccezionali. Da una parte gli americani che
proponevano il fenomeno John Thomas (salito fino a 222 cm) e
dall'altra il russi che rispondevano con un atleta altrettanto
formidabile come Valery Brumel che, grazie anche al suo
tecnico Diatckov, riuscì ad imporre il suo salto come modello
indiscusso della specialità tanto da essere considerato insuperabile.
Da questa grande rivalità ne scaturirono tre importantissimi record
mondiali stabiliti da Brumel: 225 - 226 e 227 cm. La sua eccezionale
carriera fu però interrotta prematuramente a causa di un brutto
incidente stradale che lo costrinse a ritirarsi a soli 23 anni (1965).
Negli anni successivi si cercò di trovare un successore di Brumel ma
senza successo al tal punto che il suo modello fu ritenuto da tutti
"non plus ultra". Ma è in questo momento che appare sulla
scena internazionale un certo Dick Fosbury che con una tecnica
fino a quel momento assolutamente impensabile, vinse le olimpiadi di
Città del Messico con la misura di 224 cm. E' una tecnica che appare
subito rivoluzionaria, sia per il valicamento realizzato con il dorso
che per la struttura della sua rincorsa che si effettua in curva ad una
velocità nettamente superiore a quella del ventrale. Le due tecniche
condivisero insieme per diversi anni dividendo inizialmente il mondo
atletico in ventralisti e fosburisti.
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