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SARDEGNA

8/22 AGOSTO 1998 Clicca per ingrandire

Monica, Marzia, Alfa 145
8 Agosto
Ore 22.30, partenza da Mareno. C'è la luna piena. Traffico scorrevole, a dispetto dei pronostici; talmente scorrevole che decidiamo di fermarci, altrimenti arriviamo a Livorno troppo presto. Sosta al piazzale Marinella tra le 2.00 e le 5.00.
9 Agosto
Arrivo a Livorno all'alba. Breve passeggiata sul porticciolo. Direzione imbarchi Moby Line. Ci incanaliamo nella corsia per l'imbarco e dopo aver vidimato il biglietto attendiamo con ansia la nave. Da notare che fino alle 9.00 non ci sono che poche auto in attesa, ma dopo l'arrivo della nave, alle 9 appunto, il piazzale si riempie e svanisce l'illusione di essere in pochi.
Il tragitto è interminabile (10 ore di navigazione) e passiamo il tempo tra le poltrone prenotate in un salone con l'aria condizionata a manetta, e il ponte esterno, distese su un asciugamano che risulterà inzozzato dal pulviscolo di carbone portato dal vento, cercando sollievo dalla calura con qualcosa di fresco: un gelatino che costa la bellezza di 4.000 Lire!
Sbarchiamo sull'isola verso le 20.00 e ci dirigiamo subito verso Golfo Aranci, Pittulongu per l'esattezza, dove ci aspetta una camera d'albergo precedentemente prenotata.
Cena a base di insalata di riso e anguria portati da casa, e subito a letto: domani si parte per il tour della Sardegna.
10 Agosto
Come da programma stilato prima di partire ci dirigiamo verso Nord. Clicca per ingrandireUna prima doverosa sosta la facciamo a Baia Sardinia, dopo aver trovato finalmente parcheggio in divieto di sosta. Tra la gente che affolla la piccola spiaggia riusciamo a scorgere un mare cristallino: è il segno che siamo davvero in Sardegna! Ma le nostre mete saranno soltanto calette non troppo affollate; quindi proseguiamo. Ma la prossima tappa è inevitabile: Porto Cervo. D'obbligo una capatina al porto turistico gremito di yacht di tutte le lunghezze e provenienti da tutto il mondo. Chissà come si debbono sentire questi ricchi, spiati dai turisti tutto il giorno, fotografati come vip all'interno o sul ponte delle loro barche! Se mi permettete un commento, da questo punto di vista, non mi cambierei affatto con loro.
Ma torniamo a noi: è l'ora di trovare un campeggio. I nostri depliants ci suggeriscono il Camping Saraceno, a Palau, e noi ci andiamo. La piazzola non è in posizione gradevole, i bagni lasciano un po' a desiderare, ma ci adattiamo: c'è il mare che compensa ogni mancanza. Sugli scogli rosa di forma oserei dire anatomica trascorriamo tutto il pomeriggio.
11 Agosto
Una triste scoperta ci rovina la giornata quì a Palau: ci sono le meduse e chissà perché ci è passata la voglia di entrare in acqua. E allora perché non andare alla tanto decantata Maddalena? Purtroppo, non avendo preso sufficienti in formazioni su questo arcipelago, prendiamo il traghetto a piedi, lasciando l'auto in prossimità dell'imbarco. Ma ben presto capiamo che l'unico modo di scoprire la maggiore delle isole della Maddalena è con un mezzo di trasporto. E così, dopo aver girovagato a vuoto nei pressi del porto dal quale siamo sbarcati, con l'amaro in bocca ritorniamo indietro e scopriamo una più amara sorpresa: un biglietto sul parabrezza dell'auto ci segnala che dopo le 18.00 (al momento sono le 18.40) quella zona diventa pedonale e perciò subentra il divieto di sosta: 58.750 Lire!
Per chiudere in bellezza questa giornataccia ci concediamo una cena a base di pesce al Ristorante al Porticciolo, dove per fortuna mangiamo bene e paghiamo poco.
12.08.98:
13.08.98:
14 Agosto
SPIAGGIA DI BERCHIDDA.
Clicca per ingrandireBella sabbia, acqua trasparente, scogli solo sul lato sinistro; ideale per lo snorkling. Avvistamento di pesci argentati e da frittura. CAPO COMINO. Spiaggia di sabbia; alcuni scogli sommersi, ma pochissima fauna marina; l'acqua apparentemente trasparente, sotto è piuttosto sporca.
15 Agosto
Il tentativo di raggiungere la spiaggia di Fuile Mare, segnalato sulla cartina, è fallito, poichè ci siamo imbattuti in un percorso tortuoso in mezzo alla Barbagia, sbucato su una distesa di roccie laviche poco adatte alla balneazione. Per fortuna nel pomeriggio la sorte è dalla nostra parte: dopo una breve sosta ad Orosei (spiaggia lunga ma un po' squallida) ci rechiamo verso Osalla e Cartoe, ma non trovando sufficienti indicazioni proseguiamo per Dorgali con l'intenzione di arrivare a Cala Gonone, ma ci fermiamo sulla spiaggia di Palmasera per fare snorkling. I pesci sono tanti, di varie forme e colori, e molto vicini alla costa. Nonostante i nuvoloni minacciosi riusciamo a fare ben 2 "immersioni", ma che freddo uscendo! Risulta difficile saziarsi di tanta bellezza, quindi, con crescente curiosità, decidiamo di raggiungere le già citate spiaggie di Cartoe e Osalla: 2 meraviglie che la natura ci ha dato e l'uomo ha conservato (nel senso che le vie di accesso a questi luoghi sono talmente impervie in quanto lasciate allo stato naturale, che solo grazie alla nostra grintosa Alfa 145 possiamo ammirare!)
16 Agosto
...proseguiamo il nostro incantevole viaggio...Clicca per ingrandire
Sosta tecnica a Baunei (Bar Belvedere)
Stop a Santa Maria Navarrese dalle 11 alle 14.50 (pranzo compreso).
Prosecuzione per Arbatax. Sosta all'ombra degli pini marittimi. Clicca per ingrandire
Visita al villaggio Telis. Bagno in mare, ristoratore, e doccia con acqua Rocchetta (noi si che ci trattiamo bene!).
Arrivo in serata a Capo Ferrato. Sistemazione all'omonimo campeggio (2 stelle con animazione).
17 Agosto
Intera giornata dedicata alla spiaggia. La zona a sud presenta una serie di scogli, tanto belli in superficie quanto ricchi di pesce nelle parti sommerse.
Area degna di nota per le prossime vacanze.
18 Agosto Clicca per ingrandire
Partiamo dal parcheggio verso le 10. Sosta a Villasimius. Troppo trafficata.
Proseguendo per Cagliari attraverso la strada principale giungiamo senza saperlo a Capo Carbonara. Lo abbiamo scoperto per esclusione poiché sulla cartina si trova nel punto in cui la strada si interrompe; e infatti percorriamo un rettilineo, privo di segnaletica, che improvvisamente termina su un precipizio! Passata la paura e dato uno sguardo inevitabile al meraviglioso panorama ritroviamo la retta via che ci conduce nientemeno che a Capo Boi. Praticamente accanto all'omonimo VentaClub, frequentato nell'Agosto '96, l'anno della sua apertura.
Il cielo si è un po' rannuvolato, ma ciò nonostante la nostra voglia di esplorare questa costa sottomarina predomina sull'incertezza. Giusto il tempo di un bagno tra gli scogli in compagnia di un innumerevole branco di pesci, poi inizia una leggera pioggerellina, un po' di frescura alimentata da un vento incessante.
Riprendiamo quindi la macchina e a Solanas, vista l'ora, ci rifugiamo al ristorante "Da Barbara" proprio lungo la strada. Nonostante il conto un po' salato, dovuto però al nostro grande appetito, (è la prima volta che mangiamo sia primo che secondo piatto), devo ammettere che questo grazioso ristorantino non è affatto niente male, pulito, ben arredato e dal servizio "veloce" (notare le "virgolette": dove da noi la velocità del servizio in un ristorante o in pizzeria è normale, quì e veloce, ed è un caso raro!).
La pioggerella di prima ha lasciato il posto ad un sole cocente, per fortuna c'è sempre questo venticello che ci regala un po' di sollievo dalla calura. Perciò un riposino sotto le frasche vicino alla spiaggia di Solanas direi che è l'ideale.
Stavo dimenticando di raccontare un episodio degno di nota: ritornando a Capo Boi, dopo aver attraversato una distesa di alghe essiccate, sbuchiamo su una spiaggia costituita da una successione di sassi, sabbia chiara e sabbia scura. All'improvviso uno strano luccichìo proveniente dall'acqua mi attrae: un pulviscolo dorato, simile ad un mucchietto di brillantini per il trucco, si mescola nella sabbia scura e in alcuni tratti sembra intaccato sulla roccia circostante. Forse abbiamo trovato l'Eldorado!
Mentre scrivo non riesco a concentrarmi bene per rendere il senso di tale scoperta, perché il panorama che si delinea oltre il finestrino in questo momento mi distrae: scusate l'egoismo ma preferisco ammirare il panorama che descriverlo!
Sono le 23.20 e mi accorgo che questo "diario di viaggio" sta diventando sempre più un modo per cercare di fermare nella memoria attraverso lo scritto le immagini, le emozioni e i colori che ci accompagnano in questi giorni.
L'arrivo in tarda serata a Portu Tramatzu e la sistemazione nell'omonimo campeggio hanno fatto seguito ad una vana ricerca di campeggio sulla Costa Paradiso, consolata, però, dalla successione infinita di spiagge, calette, golfi, isolotti e scogliere che ci proponiamo di visitare con più calma nei prossimi giorni (gli ultimi!).
19 Agosto
Oggi soffia il Maestrale, frequente in queste zone. Questo è il penultimo giorno pieno in Sardegna. Il tempo passa così in fretta!
Trascorriamo la mattinata sulla spiaggia di Porto Tramatzu che è affollata quanto il suo campeggio, ma che contrariamente allo stesso è straordinariamente pulita e dall'acqua limpidissima. Gli scogli circostanti non sono ricchissimi di pesci, forse la presenza umana, giustamente, li infastidisce. Dire che ce se sono pochi non è propriamente esatto: branchi di pesci grigi o colorati ce ne sono diversi, ma un termine di paragone esiste, ed è Capo Boi, il mare che fino ad ora si è dimostrato più ricco di fauna acquatica.
*Giusto per imprimere nella mente l'atmosfera che si respira in questa vacanza, vorrei far notare che se ora la calligrafia (pur sempre gallinacea, lo so!) è più regolare del solito è perché non mi trovo in auto, ma all'ombra dei pini marittimi, davanti all'entrata della tenda... praticamente nel ventilato giardino di casa. Di fronte a me, tra i rami di altri pini (e le punte di altre tende) scorgo all'orizzonte delle fascie di colore le cui tonalità sfumano dal verde acquamarina (come lo smalto con cui ho dipinto le unghie per mimetizzarmi con i pesci) all'azzurro intenso, fino ad arrivare ad un azzurrino chiaro ne punto in cui il mare tocca il cielo, laggiù all'orizzonte.
Mi rendo conto che sto diventando un po' patetica! Dovrei forse tornare alla cruda realtà e pensare che tra 5 giorni sarò di nuovo in ufficio? Ma neanche per idea! E' ciò che vivo in questo momento la realtà e anche se, per chi non la vive, può assomigliare ad un sacco di fantasticherie, vi assicuro che non è così!
20 Agosto
Ultimo giorno in Sardegna, fa molto caldo.
La mattina è dedicata alla spiaggia di Porto Tramatzu e al relativo fondale marino, oggi particolarmente ricco di pesci (saranno forse venuti a salutarci?)
Nel pomeriggio ci rechiamo a Porto Pino. Dopo una lunga camminata in mezzo ad una fitta pineta solcata da viottoli di sabbia che supponiamo portino prima o poi al mare giungiamo su un promontorio da cui la vista spazia su 2 golfi a destra e a sinistra, e di fronte, sullo sfondo, sulle dune di sabbia. Tralasciando il particolare di un affollamento atipico veniamo attratti soprattutto dalla chiarezza del mare; la lunga e larga spiaggia dirada su un mare cristallino, paragonabile a quello già visto a Capo Ferrato. Per evitare la folla decidiamo di affittare un pedalò, ed è una rivelazione, anche se tardiva. Al largo i fondali sono ricchissimi sia di vegetazione che di pesci. L'unico rammarico è di non poter riconoscere tutte quelle specie di pesci che all'inizio della vacanza mi sembravano tutti uguali, e che ora distinguo dalle forme e dai colori.
Dopo una giornata così intensa rientriamo in campeggio pronte ad affrontare l'ultima notte sotto le stelle (e sopra quegli scomodissimi materassini!).
21 Agosto
Siamo sulla nave Moby Fantasy, su un mare piatto blu intenso, un cielo azzurro privo di nuvole e una brezza appesantita da una forte umidità: siamo sulla via del ritorno.
Il risveglio stamani non è stato dei migliori. Alle 4 c'erano ancora le stelle nel cielo e la notte inghiottiva con il suo silenzio le tende e le roulottes ancora addormentate.
Il nostro attuale accampamento non è dissimile da quello del campeggio: anche qui, sul ponte ovest della nave, siamo ammassati chi su degli asciugamani, chi con i sacchi a pelo, chi, più fortunato, con delle sdraio. C'è chi legge giornali scandalistici, chi amoreggia al telefono con il fidanzato, e chi, proprio di fronte a noi, ascolta a tutto volume "Ligabue". E pensare che 2 ponti sopra il ponte "Verdi" abbiamo 2 poltrone prenotate. Che cosa ci facciamo qui, dunque? Ma è semplice: volete mettere una fredda e buia sala piena di sedili tutti in fila, simili a quelli dei pullmann, con l'aria pura che si respira sul ponte (intervallata solo da qualche ondata di fumo di sigaretta), il vento tra i capelli, il cielo e il mare tutt'intorno che sembra di essere tra i protagonisti di Titanic?! Il paragone non regge, ma finché non moriremo di freddo resteremo qui, rannicchiate sui nostri asciugamani.
Ad un tratto uno dei passeggeri che non aveva trovato di meglio che stendersi su un parapetto sporgente viene svegliato da un membro dell'equipaggio che lo fa scendere; il poveretto svegliato di soprassalto, alzandosi, fa volar via il cappello che aveva in testa, e seguendo il suo volo che finirà chissà dove, all'orizzonte vediamo ancora l'isola che ci ha ospitato per 11 giorni, nella sua calma e tra le sue fronde, nel suo mare cristallino e sotto il suo cielo stellato, sulle sue strade sterrate ed in mezzo alla sua gente senza fretta.
Il viaggio è lungo, ma forse questo l'avevo già detto all'andata.
Dopo 10 ore di navigazione sbarchiamo a Livorno, e subito prendiamo la strada per Pisa, dove intendiamo trascorrere la notte per poi riprendere il viaggio riposate.
La levataccia della scorsa notte, seguita da una corsa quasi ininterrotta di circa 400 Km da Porto Tramatzu a Olbia, e 10 ore ondeggiando sulla nave nel vano tentativo di dormicchiare ci hanno completamente spossate. Alle 22.30 spegnamo la luce della camera d'albergo e ci abbandoniamo al sonno: finalmente un vero materasso!
22 Agosto
Sono le 9.30 quando decidiamo di alzarci.
Ci voleva proprio una bella dormita dopo 11 notti trascorse in dormiveglia, cercando di alleviare i dolori alla schiena dovuti alla durezza del terreno e a qualche sasso sporgente sovrapponendo al materassino più strati di morbidi asciugamani.
Un'abbondante colazione e poi via, verso il centro di Pisa per visitare Piazza Duomo e la sua famosa torre pendente. Il cielo è offuscato da qualche nuvola, ma poco minacciosa.
Nel pomeriggio, dopo aver ripreso il viaggio di ritorno, ci fermiamo a Firenze. Lasciamo l'auto in un garage dove la parcheggiano trattenendosi le chiavi e rilasciandoci un semplice scontrino con impresso il numero di targa, la data e l'ora: 14.58. In fiducia proseguiamo a piedi.
La camminata verso i giardini di Boboli attraverso Piazza Duomo con la torre di Giotto e la cupola del Brunelleschi, e piazza Signoria con gli Uffizi e Ponte Vecchio , nonché Palazzo Pitti, ci riporta alla mente le gite scolastiche.
Rientriamo al garage e, con sollievo, ritroviamo la nostra fedele compagna di viaggio con cui proseguiamo fino a casa.
FINE
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