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31 LUGLIO - 7 AGOSTO 1999

PROGRAMMA DI NAVIGAZIONE DI "Camilla": Clicca per ingrandire

1.San Giorgio - Umago

2.Umago - Ilovic

3.Ilovic- Premuda - Baia Pantera

4.Baia Pantera (relitto) - Telascica

5.Telascica - Ravni Zakan

6.Ravni Zakan - Piskera - Sali- Triluke - Iz Veli - Maslinica

7.Maslinica - Krivica

8.Krivica - Lussino

Equipaggio: Tonino, Marco, Jack, Mariuccia, Monica Clicca per ingrandire
31 Luglio - 3 Agosto
La partenza è avvenuta sabato pomeriggio, 31 luglio, ma diverse circostanze non mi hanno consentito di riportare per iscritto le emozioni di questo viaggio prima d'ora. Una di queste è senz'altro il malessere che mi ha preso dopo appena qualche ora di navigazione: proprio un bell'inizio!
Ma c'è qualcuno che ha davvero rischiato la vita e vale la pena raccontare l'episodio perché, pur nella sua tragicità, si è concluso bene. E' tradizione in barca di fare spesso uno spuntino, il più delle volte accompagnato da un bicchiere di vino o altre bevande più o meno alcoliche. Vista l'ora, più che uno spuntino, abbiamo optato per un'aperitivo a base di vino bianco e, proprio come al bar, delle "polentine" salate. Sono state proprio questi sfiziosi pezzi di croste secche di polenta che Mariuccia ingoiava con avidità ad andarle per traverso e a procurarle un'apnea di innumerevoli lunghissimi secondi. Quando ha portato alla gola la mano con cui stava reggendo la bottiglia di vino, lasciandola cadere, abbiamo capito la gravità della situazione: Mariuccia stava soffocando. Per fortuna Marco, con prontezza, le ha inferto qualche colpo sulla schiena "sbloccando" letteralmente la situazione e le ha permesso di nuovo di respirare.
Oggi è ... anzi, ... dovrebbe essere martedì. In barca il tempo ha una dimensione diversa, ma purtroppo, avendo a disposizione solo una settimana e dovendo tracciare un itinerario, contare i giorni diventa inevitabile.
E così, quando questa mattina abbiamo lasciato la baia di Telascica ancora silenziosa e piatta, sapevamo che ci aspettava una giornata intera di navigazione che ci avrebbe portato al punto estremo del nostro tragitto, dal quale poi ripartire per il rientro.
Il silenzio, l'infinito, il cielo e il mare da una parte, l'ondulato profilo delle isole dall'altra; e poi il sole, imperterrito compagno di viaggio, amico, ma a volte anche un po' nemico.
Guardare l'infinito, quell'interminabile linea perfetta che separa il cielo dal mare, diventa quasi ipnotico, e allora si, il tempo non ha più valore. Ma ecco all'improvviso delinearsi la sagoma di un peschereccio, segno tangibile che la civiltà non è lontana! Ma che importa, basta volgere lo sguardo altrove (solo per 180° pero, perché la vela toglie 1 lato di visuale).
Le impegnative manovre di governo della barca non lasciano molto tempo per fermarsi a scrivere e, alla fine di una giornata interamente trascorsa in mare, le infinite cose viste e le emozioni provate sono talmente tante che raccontarle diventa difficile, e si finisce col descrivere solo ciò che si vede e si sente all'istante, trasferendo alla penna ciò che tutti i sensi percepiscono nell'aria di fronte ad un tramonto tra 2 isole collinari, circondate da altrettante isolette dalle forme più o meno regolari che emergono da un mare così piatto da sembrare un tranquillo lago alpino.
La leggera brezza accompagnata dal lontano suono delle cicale completa l'indescrivibile paesaggio che ci circonda.Clicca per ingrandire
... ma ora basta. E' quasi buio e non ci vedo più.
4 Agosto:
Clicca per ingrandire "Out of the Teliashika Park until 10 o'clock": questo è stato l'ordine tassativo dei custodi al pagamento del biglietto ieri sera, e così ripartiamo verso le 9.30 ripercorrendo lo stesso specchio d'acqua che ieri ci aveva accolto.
Questi isolotti un po' brulli, di tanto in tanto punteggiati da qualche cespuglio, sparsi a 360° attorno a noi, rendono questa parte delle Incoronate un paesaggio incantato. Oggi il cielo è un po' coperto e il sole facendo capolino tra le nuvole comincia a dissipare l'umidità che si era formata durante la notte.
Un paesaggio così bello non può però essere privo di visitatori (soprattutto in agosto), ma stranamente qui la fitta presenza di barche di ogni tipo e dimensione non è opprimente, anzi, direi che è silenziosa, come se non osasse disturbare.
Dopo una navigazione di qualche ora tra una successione di isolotti brulli oppure ricchi di vegetazione arriviamo a Ravni Zakan, non prima di aver rischiato una collisione con un barcone che non voleva concederci la precedenza.
Il porticciolo è piccolo e le barche sono tante, alcune ormeggiate in banchina, altre all'ancora. L'acqua è incredibilmente trasparente e ricca di pesci, visibili fin dalla banchina anche sul fondale. Un bagno in queste acque è d'obbligo: proseguendo a piedi lungo un sentiero di sassi che parte dal porto e dirada verso il mare troviamo una caletta deliziosa. Le rocce che si immergono sono un po' instabili al nostro passaggio, ma una volta oltrepassato l'ostacolo giungiamo finalmente in acqua: un bagno squisitamente ristoratore.
"Sfortunatamente" è già pronto in tavola e ciò mi impedisce per l'ennesima volta di proseguire il mio racconto. Spero di ritrovare la vena ispiratrice che mi permetta di scrivere senza interruzioni!
...
Ravni Zakan merita di spendere qualche parola in più. Il porticciolo cui siamo attraccati ospita un ristorantino la cui specialità è il brodo di scorfano; oltre al ristorante troviamo solo mare e una bandiera (somigliante più ad una trovaglia da pic-nic) sulla cima dell'isola, facilmente raggiungibile da un viottolo di ciotoli.
Risalendo questo sentiero si respira l'odore intenso e molto gradevole di quello che scopriamo essere una pianta di liquirizia, disseminata in tutta l'isola abitata, oltre che dai gestori del ristorante, da un gregge di pecore bianche e nere, avvistate dalla barca prima dello sbarco.
La salita non è molto ripida e in pochi minuti arriviamo in cima: il paesaggio tutto intorno lascia senza parole, sembra quasi irreale. L'impressione è quella di vedere delle dune desertiche che emergono qua e là da un mare piatto e blu che va poi a congiungersi ad un cielo dello stesso colore.
Anche di notte, sotto le stelle, con la sola luce proveniente dalle barche ormeggiate giù al molo, il paesaggio è ugualmente ipnotico, complice forse l'avvistamento di stelle cadenti e il lontano belato di qualche pecora dal sonno inquieto.
5 Agosto
Una giornata torrida è ciò che si preannuncia fin dal primo mattino.
E in effetti la navigazione quasi prettamente a motore per mancanza di vento e un sole cocente che non dà tregua caratterizzano il trasferimento da Ravni Zakan verso nord.
La meta è l'isola di Iz, seguendo la successione di isole interne. All'improvviso 2 onde un po' più appuntite e stranamente più scure si delineano ad una ventina di metri dalla barca: non è il mare, si tratta di una coppia di delfini che sguazzano e mostrano il loro nitido profilo... ma non sono 2, sono ben 4!
Purtroppo però i 4 cetacei sono probabilmente impegnati a cibarsi, perché ci concedono solo pochi volteggi e poi spariscono tra le onde.
Intanto, anche nel vano tentativo di rivederli, avviamo il motore, poiché il vento cala ancora e non ci dà abbastanza forza per proseguire.
Dopo un pasto frugale ben annaffiato da un buon vinello, inizia la successione di siti segnalati dalle guide come centri turistici (non eravamo più abituati a vedere di nuovo abitazioni fatte di mattoni!).
L'arrivo a Iz Veli (Iz Grande, da non confondersi con Iz Mali, che vuol dire piccolo) è quasi drammatico: entrando nel porto veniamo assaliti da un frastuono caratterizzato da urla assordanti intervallate da un chiassoso altoparlante che emette una musica indefinibile, e un tifo da stadio: siamo capitati nel bel mezzo di una partita di pallanuoto tra le squadre di Iz Veli e Iz Mali che si disputa proprio in prossimità del porto di attracco.
Dopo un lungo e laborioso ancoraggio nell'unico posto disponibile apprendiamo con sdegno che quello era l'approdo del traghetto, quello che arriva ogni mattina alle 6.
Che fare dopo tanta fatica? ma è ovvio: salpiamo l'ancora e ripartiamo alla ricerca di un posto più accogliente (e possibilmente meno affollato!). Destino vuole che tale approdo sia proprio dietro l'angolo. Il posto si chiama Maslinica, ed ha l'aspetto di un antico villaggio di pescatori, tipo quelli che spesso vengono ritratti nei quadri di pittori.
Decidiamo di fare un bagno nella baia antistante il porticciolo, non prima di esserci assicurati che la felice posizione di ormeggio non sia per caso un altro attracco per traghetti!
Il bagno al tramonto dà una sensazione di benessere unica, soprattutto se, come nel nostro caso, sul fondale scopriamo due splendide stelle marine tranquillamente adagiate su una roccia. Che bellezza...
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