Con Giobbe incominciamo ad affrontare una Sapienza che è in idilliaca, davanti a cui sembrerebbe che i problemi sono finiti. Basta prendere i proverbi e applicare quello che e scritto. Invece non è così semplice, la Sapienza è difficile.
E' vero che dà la vita, che rende beati, ma va ascoltata, va accolta, va desiderata, amata. E tutto questo serve anche e sopratutto nei momenti di crisi.
La Sapienza dice chi mi segue è beato, ma la beatitudine che la Sapienza promette non è sempre sperimentabile; anzi chi vive sa che spesso la vita smentisce questo e vivere da saggi invece comporta la persecuzione, che vivere secondo la sapienza e quindi secondo il timore di Dio, non è vero che mette al sicuro da ogni male, che ci risparmia dalla sofferenza, dal lutto, dalla morte. La vita, sembra negata.
Giobbe e Qohelet rappresentano due testi sapienziali al limite della stessa possibilità di essere sapienti. Giobbe è un personaggio che protesta, che insulta, che sfida Dio, fino all'ultima sfida che è quella mortale e che fa tutto quesra voler dire:
"guardate gli empi, quelli prosperano e voi?"
La vita pone interrogativi; la vita mette in crisi la Sapienza, ma questo è il tema trattato nel libro di Giobbe e Qohèlet.
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