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Home > Sapienza > Il libro del Siracide


Il libro del Siracide

Siracide (chiamato anche "Ecclesiastico") significa "figlio di Sirach". La sua opera, uno degli ultimi libri sapienziali dell' Antico Testamento, può essere datata nel II sec. a.C., quando il problema maggiore degli Ebrei fedeli era difendere la loro religione e le loro tradizioni dall'invasione della cultura ellenistica.
Siracide è un sapiente, uno che osserva la vita e si chiede che cos'è il bene per l'uomo. In questa ricerca egli non parte da zero ma eredita una tradizione di sapienza, cioè la riflessione delle generazioni che lo hanno preceduto, quella stessa che fa nascere i proverbi e i luoghi comuni. Tuttavia questa sapienza tradizionale, mentre cerca di mettere in evidenza le cose che più contano, rischia di semplificare troppo, dimenticando quegli aspetti della realtà che rendono la vita complessa e proprio per questo sempre affascinante.
La vera sapienza deve confrontarsi con le esperienze negative (la mancanza di giustizia, il dolore, la morte...), poiché solo ciò che resisterà a questo confronto riuscirà davvero ad illuminare la vita.
A prima o vista ci viene il sospetto che Siracide sia un po' ingenuo, tanto riceve e trasmette con entusiasmo la sapienza tradizionale, senza vedere (sembrerebbe) le contraddizioni dell'esistenza umana. Ma non è così.
Non è ingenuo Siracide, anzi egli vede i problemi e le contraddizioni, ma evita tuttavia di essere drastico nelle sue soluzioni, proprio perché rispetta la complessità della realtà.

Egli sa che ad ognuna delle sue affermazioni si potrebbe opporre un'obiezione molto forte. Ma intuisce che sia la sua affermazione, sia l'obiezione contengono una parte importante di verità, una luce preziosa sull'esistenza umana. E allora non prende una cosa rifiutando l'altra, ma tienèe salde in mano le due redini dell'apparente contraddizione. Siracìde infatti sa quanto è limitata l'intelligenza umana, ma sa pure vivere con umiltà, fiducia e riconoscenza, la presenza di Dio.
L'insegnamento del Siracide è questo:

il fatto che l'uomo non possa trovare un senso totale e sempre chiaro non significa che la vita sia senza senso.

Siracide invita l'uomo ad avere un rapporto personale con il Dio della creazione. Quel Dio che si è rivelato eha stretto un patto con l'uomo e che vigila sulla condotta degli uomini. Per questo ha senso pregare, perché la presenza dell'Altissimo riempie di significato il vivere dell'uomo, anche se a prima vista può sembrare banale.

 


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