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Sentinella quanto resta della notte?
di P. Giovanni Rizzi

L'incipit del non facile passo biblico fu il punto di partenza, dal quale Don Giuseppe Dossetti prese le mosse per il suo ormai celebre commento del testo d'Is 21,11-12, per operare un discernimento sulla situazione politica del nostro paese, durante una fase ancora acuta della crisi apertasi con "tangentopoli".
A maggior ragione oggi, dall'oscurità della crisi politica internazionale guardiamo a questo stesso passo d'Isaia, che ormai ha superato il suo originario orizzonte storico dell'antica Idumea e dell'ancora più antico Seir (cf. Is 21,11a) per aiutare anche la nostra generazione a capire il proprio tempo:

"Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?"

La sentinella risponde:

"Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, converti-tevi, venite" (Is 21,11b-12).

Se è vero che l'11 settembre del 2001 sarà ricordato per sempre come un giorno buio e di tenebre nella storia dell'umanità, la notte, di cui abbiamo preso in parte coscienza, non sembra finita.
Anzi, se possiamo fare completamente nostre le domande rivolte alla sentinella d'Isaia su "quanto resta della notte", dobbiamo sentire rivolta a noi anche la risposta della sentinella biblica: "È venuto il mattino e anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite". Dalla "notte" non siamo fuori: c'illudiamo che il "mattino" possa subito porre fine alle nostre paure, ma non sarà così, perché fino a quando vorremo porre questo tipo di domande sulla "notte" del nostro tempo, non otterremo risposte né soddisfacenti, né comprensibili. Si badi bene che i tempi lunghi del testo biblico non dipendono dalle decisioni degli uomini, che possono prevedere dal loro punto di vista di controllare gli eventi e di dirigerli, dispiegando tutto il loro potere.
La sentinella d'Isaia concede che si facciano domande: "Se volete domandare, domandate", ma alla domanda "quanto resta della notte?", già posta per due volte, non risponde. Neppure un profeta può rispondere direttamente.
Il profeta "sentinella" ha però due parole nuove, che non fanno parte delle domande dei suoi interlocutori angosciati, ma che sono l'unica risposta capace di trasformare le nostre domande e di far entrare nella vera speranza del "mattino": "Convertitevi, venite". La possibilità, che i tempi possano essere abbreviati (cf. Mt 24,22), dipende da Colui che solo può farlo, ma che chiede la nostra disponibilità a obbedire ai due nuovi imperativi indicati dalla "sentinella": "Convertitevi, venite". Ma, a quale realtà dei nostri giorni si potrebbero riferire questi due antichi imperativi biblici?

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