ARTE ROMANICA E

     BIZANTINA.

 

Pagina iniziale.

Arte romanica e bizantina.

Arte del 1400.

Arte gotica.

Gotico italiano.

Scultori.

Arnolfo di Cambio.

Nicola Pisano.

Giovanni Pisano.

Lavori di N. e G. Pisano.

Andrea Pisano.

Pittori.

 

Il Papato e l’Impero 

Dopo lo smembramento dell’Impero Carolingio, nel 962 la corona d’Italia passò, alla fine al re di Germania, Ottone il Grande che fondò il Sacro Romano Impero associando per tre secoli ‑ quelli corrispondenti al periodo romano ‑ la penisola al sogno imperiale dei principi tedeschi. l’Italia infatti è il luogo d’azione e il principale oggetto di cupidigia di questi inaspettati eredi di Roma ‑ nell’anno Mille la città eterna non aveva un ammiratore più appassionato dei giovane Ottone lli, figlio di una principessa greca e allievo di un monaco alverniate, Gerberto, divenuto in seguito papa sotto il nome di Silvestro li.

L’Italia subisce in tal modo gli effetti della chimera medievale d’un Impero universale che la sua storia passata fomenta, ma che essa respinge con tutte le sue forze : dapprima con le signorie feudali che nella decomposizione delle forme politiche si sono stabilite negli Appennini, in Toscana e nella stessa Roma, in seguito con le ostilità delle Repubbliche urbane nascenti. I Comuni della pianura lombarda, Brescia, Milano, Piacenza, Como, Parma, Lodi, sbarreranno spesso la strada agli imperatori e, nel 1158, Federico Barbarossa dovrà ferocemente assoggettarli. Il Papato, inoltre, sostenuto dai benedettini di Cluny, manterrà un atteggiamento ostile a queste mire impegnandosi, a partire dal 1073 in una lotta aperta contro l’Impero, destinata a determinare in Occidente la distinzione fra le due « Spade », il potere spirituale e quello temporale Sino al trionfo di lnnocenzo III (1198 ‑1216), dopo la scomparsa dei Barbarossa (1190), i tedeschi sono costantemente sulle strade e nelle fortezze degli Appennini. l’Italia è al centro degli affari dell’Occidente e la sua architettura e scultura (soprattutto a settentrione e nel XIII secolo) testimoniano largamente gli incessanti contatti con la Provenza e coi nord delle Alpi, favoriti dei resto dai molteplici pellegrinaggi, come quello di San Nicola di Bari (le cui reliquie furono trovate nel 1807) e dei numerosi santuari di San Michele.

La grande iniziativa dei Papato, la crociata, bandita nel 1095 da Urbano Il, non contribuì soltanto a interessare l’Italia e i suoi porti alla vita dell’Occidente durante tre secoli, ma ebbe l’effetto di ricollocarla al centro della politica mediterranea sicchè i suoi legami con i Balcani e con l’Asia Minore mai furono più Intensi, Non esistevano in Italia, salvo nel Meridione divenuto normanno, signori feudali tanto potenti da far si che qualche personalità italiana sostenesse una parte di primo piano in Terra Santa ‑, ma le Repubbliche Marinare della costa Tirrenica e Adriatica furono allora estremamente attive. Prima di Venezia, che ritrasse un cosi gran profitto dalla tragica e vergognosa presa di Costantinopoli nella quarta crociata (1204), già nel X secolo Genova combattè i Saraceni e la potente Pisa conquistò la Sardegna, la Corsica, le Baleari e lottò contro Genova nel XIII secolo ‑ mentre più a sud, Amalfi non fu dominata dai Normanni che nel 1131 e da Pisa nel 1137 ‑ sull’Adriatico, Bari era ancora sede nel 999 dei “catapan” bizantino della Puglia.

Bisanzio è politicamente in decadenza. Lo scisma greco, avvenuto nel 1056, segna il suo allontanamento dall’Occidente. l’esarcato di Ravenna le era sfuggito nell’VIII secolo, sicché essa non conservava, nel Sud, che la Puglia, la Terra d’Otranto e la Calabria. Era una dominazione piuttosto debole, mai sopportata dai Pugliesi che sembrano esser ricorsi assai presto a degli avventurieri normanni attirati in Italia dai pellegrinaggi ‑ se ne hanno tracce infatti a partire dal 1021 al 1030 in Puglia e nella Terra di Lavoro. Nel 1057, Roberto il Guiscardo vi conquista un Ducato, quello di Benevento. I Normanni cominciano d’ora innanzi a pesare sull’equilibrio delle cose italiane e nel 1054 intervengono a Roma, chiamati da Gregorio Vil contro l’imperatore. Nel 1060 sbarcano in Sicilia e in una ventina d’anni Ruggero, fratello di Roberto, divenuto conte nel 1072, ne scaccia definitivamente i Saraceni. La grande isola e il Reame di Napoli saranno per due secoli, ai centro dei Mediterraneo, una tappa per un vasto movimento di espansione occidentale verso l’Oriente, e un punto d’incontro di ogni cultura.

Per il matrimonio di Costanza, figlia di Ruggero Il, con Enrico, erede dei Barbarossa (1186), si determina finalmente, dopo un breve conflitto fra la dinastia normanna e i principi svevi, uno dei più interessanti paradossi dei Medioevo, l’incoronazione di un Hohenstaufen a re di Sicilia (1194) ‑, e, qualche anno più tardi, l’avvento di un imperatore tedesco che terrà corte a Palermo e sarà più affezionato al Mezzogiorno che al mondo germanico ‑ lo straordinario Federico Il La nuova cultura cui questo episodio dà inizio sarà studiata più tardi, ma una congiuntura cosi singolare vieta da sola di considerare semplicisticamente, l’Italia romanica dal X al XIII secolo come la giustapposizione di due paesi distinti, l’uno dipendente dal Sacro Impero e partecipe della cultura occidentale, soprattutto attraverso la Lombardia, l’altro, il Reame di Napoli e di Sicilia, legato alla cultura propriamente mediterranea e bizantina.

 Arte

 Verso l’Xi secolo si affermò quel]’espressione d’arte occidentale che nel 1984 fu definita da De Caumont romanica in rapporto al fiorire delle lingue neolatine dette romanze. Si volle mettere, cioè, in evidenza il ritorno a certe tradizioni romane, rivissute in modo originale e fuse con elementi bizantini, orientali, barbarici Ma l’arte Romanica non è solo rielaborazione di un patrimonio passato e maturazione di premesse ‑ è soprattutto manifestazione della liberà creativa dell’uomo che, per l’esuberanza fantastica, si contrappone in un certo senso al razionalismo classico. La prima architettura Romanica si distingue per le costruzioni in pietre rustiche e l’uso sistematico delle arcate cieche e delle lasene, dette bande lombarde Tale sistema decorativo ricopre absidi, muri laterali, facciata (S. Ambrogio di Milano, S. Eufemia di Spoleto). Successivamente si giunse all’uso della volta a crociera su costoloni per la navata centrale delle basiliche Gli elementi di equilibrio della volta sono i pilastri poligonali, cruciformi a fascio, e i contrafforti. Sui due bracci della chiesa sorge di solito una cupola, mascherata all’esterno da una rivestitura a torre. Talvolta l’abside si svolge con un deambulatorio a cappelle radiali, già visibile in costruzioni preromaniche. La facciata presenta monumentali portali che in Italia diventano semplici protiri, retti da colonne su animali stilifori (Duomo di Modena S. Zeno di Verona). In Francia, in Germania, nella Puglia la facciata per influenze normanne, è spesso chiusa tra alte torri. La decorazione plastica ricopre architravi, lunette, capitelli, stipiti con motivi geometrici e floreali e con tutto un mondo fantastico di animali, personaggi e mostri. I primi diffusori dei romanico in Italia e in Europa furono i maestri lombardi e quindi la Lombardia, e l’Italia settentrionale in genere, parteciparono più direttamente al nuovo gusto. A Venezia avvenne l’incontro fra il romanico lombardo e l’arte bizantina (S. Marco). l’Italia centrale accolse le innovazioni lombarde, rimanendo tuttavia legata alla tradizione classica (S. Miniato al Monte di Firenze, Cattedrale di Civita Castellana), ma nell’architettura pisano ‑ lucchese, che si diffuse anche in Sardegna e in Dalmazia, compaiono anche motivi siriani, armeni e musulmani (Duomo, Battistero e torre di Pisa, Duomo di Lucca). Nell’Italia meridionale e in Sicilia i modi lombardi si fusero con quelli bizantini, arabi e normanni (S.Nicola di Bari Duomo di Trani, di Troia, di S. Cataldo di Palermo, Duomo di Monreale Negli altri paesi europei, in Francia, in Germania, in Inghilterra, l’interesse verté maggiormente sul valore lineare verticalistico delle strutture portanti, provocando assai presto un atteggiamento gotico (Abbazia di Cluny, Chiesa della Maddalena di Vézelay, S. Stefano di Caen, Cattedrali di Spira, Magonza, Worms, Cattedrale di Durham).

In Spagna le influenze lombarde, borgognone, cluniacensi si accordarono con gli elementi arabo ‑ spagnoli come gli archi rialzati o lobati, le strombature dei portali a traforo meriettato (S. Giacomo di Campostella, Cattedrali di Zamora e di Saiamanca, S. lsidro di Leòn) « l’architettura romanica si spinse fino in Levante (S. Anna di Gerusalemme e Cattedrali d'i Beirut e di Tordosa). Bellissimi i chiostri (chiostro dei Paradiso di Amalfi, chiostri cosmateschi di Roma, chiostro di San Trofimo di Arles, chiostri di Gerona, di Ripoli). In questo periodo fa la sua comparsa la fortezza di pietra, il maschio normanno, diffuso nel bacino della Loira, in Inghilterra, nell’Italia meridionale e in Sicilia e nel Levante. La scultura si caratterizza per un senso del volume squadrato e pieno e per un ‘inesauribile fantasia. Legata all’architettura e ad essa subordinata per il limite spaziale fisso, la scultura presenta forme costrette in figure geometriche, triangoli, cerchi, rettangoli che, secondo alcuni critici moderni, ricordano gli antichi rilievi sumèri. I maestri comancini divulgano il nuovo linguaggio plastico, estremamente arcaico impregnato di gusto barbarico e orientale nella prevalenza degli intrecci striati da cui emergono mostri fantastici e singolari vegetazioni, nei vari centri italiani ed europei fino alla Svezia (capitelli dei Duomo di Parma, porte bronzee di S. Zeno di Verona, di Hildesheim, dei duomo di Pisa, sculture dei duomo di Modena, dei portale maggiore di S. Marco di Venezia, dei Duomo di Moissac, di Autun, di S. Giacomo di Ratisbona). Sorgono le prime personalità artistiche ‑. Wiligelmo, Benedetto Antelami, operanti a Modena, Bonanno Pisano. La pittura resta più a lungo nell’orbita dell’arte bizantina, specialmente in Italia e nella Francia Orientale. I modi romanici trovano invece le prime affermazioni a NW, dalla Scandinavia alla Catalogna. Le tecniche più usate sono il mosaico (cicli in San Marco a Venezia, nella chiesa della Martorana, nella Cappella Palatina di Palermo) e l’affresco (S. Angelo in Formis da Roma, Giudizio universale dei Cavallini in S. Cecilia di Roma, affreschi a Vicq, a Tavant in Francia, in S. Clemente di Thuli in Spagna), accanto alle quali ricompare la pittura su tavola con una ricca produzione di crocifissi dipinti e Madonne in trono nella Toscana, ove domina la grande arte di Cimabue. La miniatura ha nella scuola di Citeaux il centro principale di rinnovamento (Bibbia di Stefano Harding). In Italia si distinguono le scuole di Montecassino e di Bologna ‑ in Inghilterra quella di Winchester (salterio di Eadwin). Particolarmente interessante la produzione di oreficeria e di smalti che raggiunge le sue espressioni più alte e originali nelle scuole limosine, mosane e renane. Fiorente anche la tessitura e l’arazzeria (celebre l’arazzo di Bayeux).