Il suo nome
compare, per la prima volta, nel contratto per il pulpito del Duomo di Siena
(1265), in subordine e quello del padre, Nicola Pisano.
Da quel momento
Giovanni fu collaboratore sempre più efficiente di Nicola sino al 1278, quando
firmò, accanto al padre, la Fonte di Perugia.
Nel 1285
assunse la cittadinanza di Siena e fu capomastro del Duomo dal 1289 al 1296.
Già
nel 1295 lavorava al Battistero di Pisa e stipulava un contratto con la
Primaziale Pisana, divenendone primomaestro nel 1299.
Dal 1297 al
1301 scolpì il pulpito di Sant’Andrea a Pistoia, Tra il 1301 e il 1310 quello
del Duomo di Pisa.
Nel 1312-13
lavorò alla tomba dell’imperatrice Margherita di Lussemburgo a Genova.
Tornò a Siena
nel 1314, ma qui cessa ogni notizia su di lui e l’epigrafe che ne attesta la
morte in quella città è tanto corrosa da rendere illeggibile l’anno del
decesso.
Sia come
scultore sia come architetto, Giovanni Pisano rinnovò profondamente lo stile
del padre.
Intenso nel
sentire, immediato nell’ideare, impetuoso nel modellare; tradusse la sua
intuizione in una scultura mossa, tormentata, drammatica, in una modellatura che
rispecchia agitati e commossi moti dell’anima.
Si ispirò, pur
trasfigurandone modi e tecniche, ai grandi esemplari del gotico francese
conosciuti in un viaggio in Francia che potrebbe collocarsi tra il 1270 e il
1275, anche se a Pisa non mancavano sarcofagi e rilievi romani del II secolo
d.C., le cui concitazioni espressive, quasi un “gotico romano”, sono
strettamente affini alle sue.
Gli studiosi
hanno cercato di distinguere l’opera di Giovanni da quella del padre, non solo
nel pulpito del Duomo di Siena, ove la sua presenza è documentata, ma anche in
quello del Battistero di Pisa.
Nella Fonte
Maggiore di Perugia i supporti con le personificazioni della ECCLESIA ROMANA,
della TEOLOGIA, del LAGO TRASIMENO, i santi PIETRO e BENEDETTO, i rilievi con le
ARTI LIBERALI e con i mesi d’OTTOBRE e di DICEMBRE, oltre a quello, firmato,
con le DUE AQUILE, oppongono la modellazione scarnita e il nervoso ritmo di
Giovanni alle severe e pacate forme di Nicola.
Il contrasto si
Ripete nelle sculture monumentali modellate a larghi piani, create dopo il 1279
per il secondo ordine del Battistero di Pisa.
Le statue
dell’ETERNO, degli EVANGELISTI MARCO, LUCA e GIOVANNI, oggi nel museo civico;
sono opera indubbia di Giovanni Pisano, premessa
a quella statuaria monumentale a tutto tondo, subordinata alla struttura
architettonica, di cui egli, per primo, diede un esempio nella facciata della
Cattedrale di Siena.